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domenica 20 marzo 2011

Bottled Fools-Hellevator

Titolo: Bottled Fools-Hellevator
Regia: Hiroki Yamaguchi
Anno: 2004
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

In un edificio mastodontico di 150 piani si concentra tutta la vita umana diramata per ascensori. Appartamenti, negozi, prigioni, tutto è inserito nei piani. In uno di questi ascensori si ritroveranno una manciata di persone apparentemente diverse e tutti cambieranno dopo l’ingresso nell’ascensore di due detenuti speciali.

The Bottled Fools-Hellevator è un film anomalo. La prima mezz’ora è di una noia mortale e dovrebbe unicamente darci elementi circa questa nuova società, le regole e le norme che la contraddistinguono. Un mondo per certi versi che richiama MATRIX con la nascita iniziale e l’omologazione di massa in un unico luogo. Un ascensore che sale e scende per mezz’ora con una galleria di personaggi che entra ed esce, di tutti i tipi e di tutte le classi sociali.
Il film ingrana appena c’è l’ingresso dei due prigionieri e uno dei due, lo psicopatico è veramente folle e da una spinta al ritmo del film. La novità è che non saranno loro i protagonisti e la loro durata è da considerarsi breve ma di un sostanziale spessore. Hiroki Yamaguchi alla sua opera prima mostra come sia facile perdere il controllo è trasformarsi da vittime in carnefici ma a parte alcune lacune nella sceneggiatura e sbavature di stile che cerca di essere troppo minimalista nella descrizione dell’ascensore in particolare di leve e ingranaggi, il film diventa una riflessione su ciò che la protagonista riesce a scoprire di ogni persona (d’altronde non potevano mancare super-poteri) e la drammatica scoperta che al piano zero c’è la fine del mondo.
Lo stile del regista è fresco ed efficace, il montaggio a volte sembra troppo da videoclip. Buona la fotografia.
Il cast è composto da quasi sconosciuti: Fujisaki Luchino, Kawada Yoshiichi, Koshiba Ryôsuke, Minami Kae, Nakabô Yuuka, Saisho Ikuma, Sotohara Yuuna, Sunamura Toshiko, Takarada Yuuko.
Il genere fonde una storia Sci-Fi con tinte horror.
Se accettiamo che il soggetto è quasi inesistente ma che concentra l’azione in uno dei luoghi da sempre più sobri e claustrofobici cioè l’ascensore, il film per essere molto low-budget riesce nell’intento di divertire con molto sangue, poca violenza, interpretazioni altalenanti e un finale da dimenticare.