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venerdì 18 novembre 2016

In a Valley of Violence


Titolo: In a valley of violence
Regia: Ti West
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nel 1980 un vagabondo di nome Paul arriva in una piccola città per vendicarsi contro i teppisti che hanno ucciso una persona a cui lui era molto affezionato. Mary Anne ed Ellen, le sorelle che gestiscono un albergo nel paese, staranno dalla sua parte e faranno di tutto per aiutarlo nell'impresa.

Sembra che negli ultimi anni, soprattutto in America, ci sia una corsa all'oro. Come se il western post-moderno fosse diventato il petrolio, diventando un nuovo sotto-genere a cui ridare linfa e instillare codici e registri narrativi diversi e complessi. I casi di recente, fortunati e che hanno saputo dare risalto ad un genere quasi morto, sono davvero molti.
In a valley of violence purtroppo è uno di quei film che sulla carta potevano creare un certo margine di interesse, almeno per gli attori e per la regia molto action, ma che invece dimostra di essere uno dei film più fiacchi e vuoti, nonchè in diversi momenti imbarazzante, di quest'anno.
A cercare di dare una nuova linfa al genere c'è il conosciutissimo Ti West, giovane e addetto all'horror che ha saputo girare qualche interessante film, ma che probabilmente voleva dare la prova di essere in grado di cimentarsi anche con i cow-boy (pessima scelta).
Tutto non funziona nel film. Dal cast caratterizzato malissimo senza nessuno spessore ma in cui predominano gli stereotipi, Hawke non solo non ci crede ma probabilmente dopo i Magnifici sette
e avendo sperimentato molto ha deciso di regalare una performance dell'eroe solitario.
Paul arriva in un villaggio per vendicarsi di cosa...della morte del suo cane e chi trova...quattro assi di legno tenute in alto da quattro chiodi e con una popolazione che non arriva a dieci abitanti.
In più l'azione è imbarazzante, i dialoghi tra Paul e il cattivo di turno, un John Travolta patetico e che probabilmente non si rende conto dove sia finito e cosa stia facendo e la ciliegina sulla torta, senza contare i camei imbarazzanti di gente interessante come Larry Fessenden