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martedì 21 maggio 2013

Last Stand-L’ultima sfida

Titolo: Last Stand-L’ultima sfida
Regia: Kim Jee-woon
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dopo aver lasciato la squadra narcotici della polizia di Los Angeles a causa di un'operazione pasticciata e andata a male, lo sceriffo Ray Owens ha lasciato la metropoli per trasferirsi nella piccola Sommerton Junction, dove si dedica alla lotta contro la piccola criminalità. La sua pacifica esistenza viene rovinata quando Gabriel Cortez, famoso narcotrafficante, evade in maniera spettacolare da un convoglio dell'Fbi. Con l'aiuto di una feroce banda di fuorilegge, capitanata dal gelido Burrell, Cortez si dirige verso il confine con il Messico portandosi appresso un ostaggio. Il percorso di Cortez prevede di far tappa a Sommerton Junction, dove lo attendono le forze di polizia di tutto lo stato, tra cui l'agente John Bannister. In un primo momento reticente a farsi coinvolgere, Owens finisce con il prendere la situazione in mano e guidare le operazioni per fermare Cortez.

Prima di andare a parlare di questo action americano bisogna spendere due paroline su chi sta dietro il marchingegno e la macchina del film. Kim Jee-woon è uno degli straordinari talenti recenti della Corea del Sud assieme ad alcuni colleghi.
La sua filmografia è diversissima, connotata da alcune perle che non starò di nuovo a commentare.
Sappiate però che i suoi film vanno tutti visti dal primo all’ultimo.
Con questa sua “defezione”americana molti storcevano il naso anche se protagonista del film è il mercenario Schwarzy. Fondamentalmente la trama del film è molto semplice. Però il cinema insegna che la semplicità può essere posta alla base di riflessioni e sotto-trame davvero intriganti come il film in questione dimostra in alcuni passaggi e per come trasforma l’atmosfera senza mai appesantirla ma prendendosi anche in giro. Siamo sempre nel puro cinema d’intrattenimento e il personaggio di Ray ne è il quadro riassuntivo. Come spesso avviene, la riuscita del quadro d'insieme si deve all'efficacia dei dettagli. Scharzenegger arrugginito proprio come uno sceriffo di campagna, dopo una lunga pausa dall'azione, introduce magnificamente l'argomento all'ordine del giorno: la volata nel passato, l'appuntamento con un film di venticinque anni fa, modificato e potenziato ad hoc, che come altri esempi recenti riporta sul campo di battaglia vecchi eroi o anti-eroi. Alcuni passaggi sono davvero troppo forzati come la sparatoria che vede investiti i due nuovi agenti e l’arrivo di Ray che bollarlo come semplicemente assurdo è poco.
«La mia idea per il film è realizzare una specie di mix tra Die Hard, storia tesa in cui si rischia di uccidere chiunque, e Mezzogiorno di fuoco, in cui bisogna proteggere qualcosa. Quindi il mio film riguarderà qualcosa che va protetto a costo della vita»