Titolo: Hush(2016)
Regia: Mike Flanagan
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Maddie Young, sorda e muta dall'età di
tredici anni, è una scrittrice di successo che sta cercando di
finire il suo nuovo romanzo. Affetta dal blocco dello scrittore,
trascorre le sue giornate in una casa isolata, dove interagisce solo
con il gatto e la vicina. Poi, una notte, Maddie viene presa di mira
da uno psicopatico che, una volta scoperto l'handicap della donna,
diventa ancora più crudele. Inizia così una lunga lotta per la
sopravvivenza...
Hush è un film per certi aspetti
atipico. Sicuramente non nella storia e nel protrarsi della vicenda
che trova i suoi punti di forza solo in alcuni momenti, ma funziona
bene su alcune trovate e giochi di inquadrature contando che la
protagonista è sorda e il maniaco si muove a piacimento senza essere
visto.
Purtroppo però, è qui ci metterei una
nota di demerito quasi esclusivamente americana, alcune scelte sono
davvero "telefonate". Il ragazzo di lei, o presunto tale,
che arriva e che muore banalmente trovandosi di fronte il nemico è
una di quelle scelte e modi di concepire la storia viste e riviste,
così scontate direi che riescono e distruggono quell'atmosfera che
il film creava e che con qualche intuizione sullo script poteva osare
e dare ancora più incisività.
Flanagan di cui tutti parlano e di cui
andrò a vedere i due film precedenti, punta sull'home invasion in
una casa che ricorda vagamente quella di Goodnight
Mommy e che con soli due
attori, una balestra e pochi altri elementi crea il suo humus. Quindi
un film costato pochissimo e che allo stesso tempo trova la sua forza
proprio nei suoi limitati strumenti.
Diciamocelo. Lo psicopatico che scopre
la sordità della protagonista cosa fa di bello? Toglie la maschera
per farsi vedere (azz che colpo di scena....) come a voler dire,
tanto qui siamo in mezzo al nulla, il telefono non lo usi e tu sei
pure femmina e sorda quindi me la prendo comoda.
Eppure con una sceneggiatura brutta e
scontata, un vero e proprio disastro che mano a mano faticavo a
credere, tiene maledettamente gli occhi incollati sullo schermo
dall'inizio alla fine.
Cioè sto Flanagan con una storia di
scelte narrative discutibilissime per non dire al limite
dell'idiozia, riesce a tenerti incollato al film. Non ci credevo ma è
proprio così.