Titolo: Adolescence-Season 1
Regia: Philiph Barantini
Anno: 2025
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 1
Episodi: 4
Giudizio: 3/5
È l'alba, e nella cittadina inglese dove vivono i Miller la polizia irrompe in casa, sconvolgendo la famiglia. Gli agenti non cercano il padre, Eddie, ma il figlio tredicenne Jamie, arrestato per omicidio. Portato in centrale, il ragazzo subisce un duro interrogatorio, via via scoprendo una serie di eventi impensabili, mentre una psicologa incaricata di valutarlo scopre i lati inquietanti della sua personalità e le influenze tossiche che ne hanno segnato la crescita, facendo emergere un quadro oscuro sull'adolescenza e sulle insidie digitali.
Adolescence parla di attualità, di consapevolezza, di social, di cyber bullismo e di femminicidi. Parla di come ormai sia sempre più difficile per un genitore comprendere la sub cultura del proprio figlio, cosa gli passi per la testa e cosa si possa nascondere dentro un cellulare. Partendo da un arresto a dir poco scioccante arriviamo subito in una centrale per conoscere gli agenti che si occuperanno di questo caso, lui poi avrà un ulteriore parentesi con il proprio figlio che frequenta la stessa scuola di Jamie, dove avverrà un interrogatorio in presenza del padre del colpevole e dell'avvocato. Barantini si affida alla scrittura e all'idea tra gli altri dello stesso Graham, il padre del ragazzo, caratterista e attore sontuoso che da solo potrebbe portarsi l'intera vicenda sulle spalle e in parte lo fa. Comparti stagni, piani sequenza, dalle mura dell'interrogatorio il sipario si apre mostrando cosa succede all'interno della scuola seguendo gli studenti come fece un certo Gus Van Sant in ELEPHANT, tra segreti, diatribe, scene di rissa e di fughe il tutto in un contesto che sembra sempre più difficile per gli insegnanti da gestire e dove il dramma ha causato i suoi molteplici effetti. La parte successiva dove sondiamo cosa si annida davvero in Jaime nel confronto con la psicologa è di sicuro l'aspetto più spaventoso e infine abbiamo la famiglia del ragazzo e il suo dover prendere atto delle colpe del proprio figlio attraverso quel video provatorio.
Una serie impattante e scioccante con tanti momenti reali quanto alcuni purtroppo irrealistici per cercare di dare per forza un ritmo anche quando non c'è, ma aldilà di ciò trovo che ci siano film sul sociale molto più intensi e meno derivativi o didascalici come questa mini serie interessante ma che spesso cerca troppo la lacrimuccia.