Titolo: Crucifixion
Regia: Xavier Gens
Anno: 2017
Paese: Romania
Giudizio: 3/5
Basato sulla storia vera di un prete
incarcerato per l'omicidio di una suora dopo aver fatto un esorcismo
su di lei, il film segue una giornalista investigativa che cerca di
determinare se il prete ha ucciso una persona mentalmente malata o se
ha perso una battaglia con una presenza demoniaca.
Negli ultimi anni il tema della possessione è diventato mainstream a tutti gli effetti con risultati spesso altalenanti tra loro con alcuni blockbuster guardabili ed altri assolutamente no.
Si riprende una delle tematiche più
interessanti per i fan dell'horror. In questo caso ci troviamo al
cospetto di Gens un regista che sa il fatto suo anche se negli ultimi
anni come molti mostri sacri è stato intrappolato e qui riesce ad
uscirne con una produzione rumena, un budget tutto sommato scarno, e
una voglia matta di dirigere un'altra opera. Certo non siamo di
fronte al post-apocalittico THE DIVIDE (il suo film migliore pur
essendo il più pesante) e nemmeno di fronte alla carneficina di
FRONTIERS eppure in questo film, il regista si prende i suoi tempi
sviluppando un film che trova nei dialoghi e nella fede gli strumenti
della sua messa in scena.
Il problema del film e che solo in
alcuni momenti vedi il grande talento del regista che di fatto a
parte una regia che non commette errori e una tecnica che rasenta
quasi la perfezione manca qualcosa di quel cinismo e di quella
cattiveria che davano smalto e qualità ai suoi film.
Questo sembrava quasi un'opera di
commissione sulla scia di molti film che ultimamente stanno andando
di nuovo di moda sul tema della possessione, ma poi invece ho
scoperto che lo stesso Gens voleva fare qualcosa di simile ai
blockbusteroni usciti finora e questo non è bene.
Penso che il motivo sia più di uno ma
come sempre l'ignoranza mediatica lo ha classificato come un ibrido
di THE CONJURING. Addirittutra sembra che tutta l'opera sia stata
pensata proprio su
questa falsa riga. Di fatto gli
sceneggiatori Chad e Carey Hayes sono proprio quelli di THE CONJURING
1 e 2. Quindi volevano probabilmente una specie di ibrido del film di
James Wan e per farlo avevano bisogno di un mestierante fatto e
finito.
Ora come in tutte le opere di
"commissione" i limiti sono dietro l'angolo e così a parte
qualche jumping scared e di un'ottima congiuntura tra pensiero
religioso istituzionale e quello invece vero della fede e dei veri
martiri e gli esorcisti con un credo differente dalla matassa di
stupidaggini di padre Amorth, il film rimane una via di mezzo,
qualcosa che ha degli spunti interessanti, soprattutto nella messa in
scena e nella direzione degli attori, ma che rimane distante, come un
quadro che non appartiene del tutto al suo autore.
Speriamo solo che questa non sia la
fine di Gens, ma che il regista possa di nuovo dar luce ad una "sua"
opera senza tanti compromessi.