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lunedì 30 dicembre 2019

Beetlejuice-Spiritello porcello


Titolo: Beetlejuice-Spiritello porcello
Regia: Tim Burton
Anno: 1988
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una coppia di giovani sposi muore in un incidente stradale. Tornano come fantasmi nella loro vecchia casa che però è abitata da una famiglia di cialtroni di città. Dopo aver cercato di spaventarli, i due chiamano in aiuto uno spiritello simpatico, sboccato e pasticcione, a nome Beetlejuice, che, dopo alcune difficoltà iniziali, riuscirà nell'impresa

Beetlejuice è in assoluto uno dei miei film preferiti di Burton. Inquietante, colto, maturo, con tanto horror e tante risate, con un aldilà pressochè perfetto dove tra le tante cose ci viene mostrata una burocrazia assurda come succedeva in Brazil e per finire alcune canzoni e balletti indimenticabili.
Beetlejuice poi crea e distrugge, mondo normale e mondo straordinario, una casa che sembra infestata dove all'interno c'è un plastico della stessa città in cui è ambientata la vicenda e dove all'interno dimora il demone evocato. Un gioco di scatole congeniale e sempre perfetto che riesce a dare quel taglio particolareggiato alla storia, rendendolo un film indefinibile e una prova di riuscita coniugazione di generi.
Un cult assoluto dove a conti fatti non sembra mancare proprio niente e dove anzi Burton sembra inventarsene sempre una nuova senza mai smettere di aggiungere elementi nuovi e quasi sempre solidi per la narrazione. Di fatto crea forse involontariamente una sua piccola mitologia del soprannaturale con personaggi indimenticabili, libri esoterici e soprattutto la costruzione del ruolo narrativo di spirito. Tra i ghost-movie, tra le tante etichette che il film si porta a casa, sicuramente è uno dei più ambiziosi, originali, uno dei più ben fatti e divertenti anche se come dicevo con alcune scene grottesche che rimandano molto anche ad un certo espressionismo contaminato dalla pop art del regista. Una creatività fortissima che sembrava non avere confini, un esperimento fino ad allora che non si era mai visto in una commedia, diventando un unicum nel panorama cinematografico del periodo e un’autentica lezione di scrittura cinematografica moderna