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martedì 15 settembre 2020

Sons of Denmark


Titolo: Sons of Denmark
Regia: Ulaa Salim
Anno: 2019
Paese: Danimarca
Giudizio: 3/5

Nella Danimarca di un futuro molto vicino e molto simile al nostro presente, un attentato in una stazione della metro di Copenaghen proietta al governo un nuovo partito ultra-nazionalista, il cui leader Martin Nordahl vuole liberare il paese da tutti i non-danesi. Alla fumosa categoria appartiene di fatto Zakaria, un diciannovenne di origine araba che subisce sulla propria pelle le conseguenze discriminatorie di una retorica vicina al gruppo neo-nazista dei "Figli della Danimarca". Radicalizzato dall'autorevole Hassan, Zakaria viene affidato alla guida taciturna di Ali, che lo addestrerà a portare a termine l'assassinio di Nordahl.

L'esordio di Salim è un film coraggioso a cui manca quell'estro in più nella scrittura che sarebbe stato decisivo e non derivativo come il finale davvero troppo prevedibile.
Un film sulle diseguaglianze sociali, sull'estremismo religioso, sui nuovi fanatismi che purtroppo non sembrano mai dimenticati tornando in auge nei momenti peggiori della storia e così via per un poliziesco intrecciato con tanti drammi sociali e una coralità di personaggi che riescono a essere tutti in parte. I figli di Danimarca sono neonazisti che credono nel rimpatrio forzato, accrescendo l'aura di un leader xenofobo che scherzando coi media non si astiene dal lanciare benzina sull'ideologia musulmana e facendo breccia tra i nazionalisti e non.
Un thriller sicuramente d'impatto nel cercare di fondere comunità e diversità, media e politica e tutti i loro pasticci per confondere cittadini ed elettori, sottolineando elementi importanti come la famiglia (quella di Zakaria con madre e fratello e quella che si andrà a creare con l'indottrinamento)
E'interessante come Salim riesca a metà film a capovolgere la narrazione cambiando punto di vista, abbandonando inizialmente alcuni personaggi per poi tornarci verso il finale e cercando di esprimere tutti i lati oscuri da ogni parte e con ogni sfaccettatura dal punto di vista di Zakaria e Malik. Il primo un diciannovenne frustrato e arrabbiato in un viaggio di formazione verso la radicalizzazione mentre il secondo è il poliziotto Malik catturato tra l'islamismo di cui fa parte e il nazionalismo imposto dai suoi capi.