Titolo: Sons of Denmark
Regia: Ulaa Salim
Anno: 2019
Paese: Danimarca
Giudizio: 3/5
Nella Danimarca di un futuro molto
vicino e molto simile al nostro presente, un attentato in una
stazione della metro di Copenaghen proietta al governo un nuovo
partito ultra-nazionalista, il cui leader Martin Nordahl vuole
liberare il paese da tutti i non-danesi. Alla fumosa categoria
appartiene di fatto Zakaria, un diciannovenne di origine araba che
subisce sulla propria pelle le conseguenze discriminatorie di una
retorica vicina al gruppo neo-nazista dei "Figli della
Danimarca". Radicalizzato dall'autorevole Hassan, Zakaria viene
affidato alla guida taciturna di Ali, che lo addestrerà a portare a
termine l'assassinio di Nordahl.
L'esordio di Salim è un film
coraggioso a cui manca quell'estro in più nella scrittura che
sarebbe stato decisivo e non derivativo come il finale davvero troppo
prevedibile.
Un film sulle diseguaglianze sociali,
sull'estremismo religioso, sui nuovi fanatismi che purtroppo non
sembrano mai dimenticati tornando in auge nei momenti peggiori della
storia e così via per un poliziesco intrecciato con tanti drammi
sociali e una coralità di personaggi che riescono a essere tutti in
parte. I figli di Danimarca sono neonazisti che credono nel rimpatrio
forzato, accrescendo l'aura di un leader xenofobo che scherzando coi
media non si astiene dal lanciare benzina sull'ideologia musulmana e
facendo breccia tra i nazionalisti e non.
Un thriller sicuramente d'impatto nel
cercare di fondere comunità e diversità, media e politica e tutti i
loro pasticci per confondere cittadini ed elettori, sottolineando
elementi importanti come la famiglia (quella di Zakaria con madre e
fratello e quella che si andrà a creare con l'indottrinamento)
E'interessante come Salim riesca a metà
film a capovolgere la narrazione cambiando punto di vista,
abbandonando inizialmente alcuni personaggi per poi tornarci verso il
finale e cercando di esprimere tutti i lati oscuri da ogni parte e
con ogni sfaccettatura dal punto di vista di Zakaria e Malik. Il
primo un diciannovenne frustrato e arrabbiato in un viaggio di
formazione verso la radicalizzazione mentre il secondo è il
poliziotto Malik catturato tra l'islamismo di cui fa parte e il
nazionalismo imposto dai suoi capi.