Titolo: Worthy
Regia: Ali F.Mostafa
Anno: 2016
Paese: Emirati Arabi Uniti
Giudizio: 3/5
In un futuro distopico, un camionista
raccoglie un autostoppista che, con il volto segnato dall'angoscia,
lo invita a guardarsi bene dalle Bandiere nere prima di allontanarsi.
Il conducente è Shuaib, un uomo che vive in un magazzino con i figli
e con un piccolo gruppo di sopravvissuti in cerca di rifugio con
l'unica fonte d'acqua pulita rimasta in zona. Quando due sconosciuti
si infiltrano nel composto, Shuaib e gli altri diventano le pedine di
un brutale test per la sopravvivenza, in cui solo uno di loro può
essere scelto come "degno" e continuare a vivere.
La novià più interessante non è il
sotto genere post-apocalittico ma la provenienza ovvero gli Emirati
Arabi e quindi geopoliticamente il Medio Oriente con uno sguardo
verso l'horror che negli ultimi anni sta producendo diverse pellicole
con risultati abbastanza altalenanti.
The Worthy è uno di questi.
Altalenante.
Mostafa predilige le regole più comuni
del sotto genere con un low-budget dove tutto è concentrato in
un'unica location e dove solo nella scena iniziale vediamo una strada
e ascoltiamo il racconto del pater familias.
C'è una comunità di sopravvissuti,
tutto è basato sulla paura e sulla sopravvivenza e fuori c'è un
epidemia dal momento che e "Bandiere Nere" hanno avvelenato
l'acqua.
Ovviamente la storia comincia ad
ingranare quando arrivano gli ultimi sopravvissuti...
Al di là del reparto tecnico che cerca
di mettercela tutta con una buona messa in scena e una fotografia
funzionale, il cast cerca di fare il possibile dando delle
interrpetazioni dignitose con alcuni alti e bassi e con fuoriclasse
come Ali Sulliman anche qui dopo ZINZANA in una ruolo ad hoc per lui.
Il film secondo me perde parte
dell'atmosfera e dei toni da thriller quando esagera nel voler
diventare una sorta di mattanza con il solito pazzo che decide di
mettere a ferro e fuoco il resto dei sopravvissuti. Ci sono
ovviamente i retroscena legati tra le faide dei vari componenti
interni e quando viene a mancare il leader tutto diventa confuso e
con diatribe che aspettavano solo di venir accese.
In più la grande metafora su come
queste non meglio precisate "Bandiere Nere" potrebbero
essere una sorta di Isis che dove passa lascia miseria e morte, se
così è stata voluta è un po troppo abbozzata senza risultare
graffiante come avrebbe voluto.
Un film che soprattutto in termini di
scrittura avrebbe potuto osare molto di più ma rimane comunque una
novità sul tema da parte di una regione del mondo che non è proprio
avvezza al genere.