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domenica 10 gennaio 2016

Hot Girls Wanted

Titolo: Hot Girls Wanted
Regia: AA,VV
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il film racconta ciò che si nasconde dietro al mondo del porno amatoriale e delle webcam hot. Le ragazze coinvolte sono spesso giovani di 18 o 19 anni.

Presentato al Sundance e costruito come una sorta di "talent" e con un doppiaggio a dir poco orribile, il documentario della coppia di registi continua, come altri hanno fatto prima di loro, un'analisi sul mondo del porno.
Grazie alla sceneggiatrice e produttrice del documentario si cerca, riuscendoci però in maniera sempre altalenante, a guardare a questo settore dell'enetertainment con occhio critico, sondando da parte delle protagoniste e dei produttori, la mercificazione operata dall'industria del porno che negli ultimi anni, vuoi la crisi o i siti on-line gratuiti, sta consumando nel vero senso della parola, corpi e speranze con delle offerte al limite dell'osceno, come “farsi scopare da 50 uomini per 200 euro”.
Tutto poi e ormai si sviluppa su internet, dove i siti porno ottengono sempre molti più accessi rispetto a qualunque altro sito.
"Siamo più diffuse di McDonald's" dice soddisfatta una delle protagoniste.
La parola più cercata nei motori di ricerca per adulti è "Teen". E' quello che la gente vuole. Come dice uno dei menager nel documentario: " ogni giorno migliaia di ragazze diventano maggiorenni, e molte di loro possono entrare nel porno".
Quindi cosa succede? I produttori cercano sempre nuove ragazze, e le ragazze che vogliono scappare dalla loro realtà appena vedono un pò di soldi abboccano in men che non si dica.
800 dollari per una scena, soldi facili.
Ma non è tutto oro quel che luccica, specialmente in questo ambiente; e molte delle ragazze lo capiranno presto.
Volti poco noti del porno come Stella May, Ava Taylor, Ava Kelly, Lucy Tyler, Brooklyn Daniels, Farrag Abraham, Belle Knox cercano di dare un quadro sulla loro quotidianità in un'era di social-marketing che sembra aver perso ogni tipo di valore mettendosi loro in prima linea a promuovere se stesse sui social network.
Il problema del documentario al di là di alcuni dati e interviste davvero interessanti e che non sembra aver capito quale strada prendere in un confine che lascia sempre disorientati e scontenti al limite tra la denuncia e mitomania.