Titolo: Them that follow
Regia: Britt Poulton, Dan Madison
Savage
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Immerso nelle terre selvagge degli
Appalachi, dove i credenti uccidono i serpenti per mettersi alla
prova davanti a Dio, il film racconta la storia della figlia di un
pastore che detiene un segreto che minaccia di distruggere la sua
comunità
Quando sento parlare di piccole
comunità nascoste, di pastori, di credenze e rituali particolari
quanto assurdi, immediatamente come una calamita ne vengo attratto.
Nell'esordio della coppia di registi ci
sono poi due attori che meritano una menzione speciale.
Walton Goggins nel ruolo del pastore
che seppur prendendo parte a film tremendi rimane un ottimo
caratterista e poi lei Olivia Colman che non merita nemmeno
presentazioni, trattandosi di una dea.
E bisogna subito ammettere che se non
fosse stato per queste interessanti performance, il film sarebbe
sprofondato ancora più in basso. Ci sono delle parti molto
affascinanti soprattutto durante il rituale con i serpenti, strumenti
del diavolo che decidono loro se punire o meno il fedele, mostrando
così la propria prova di fede nei confronti della confraternita.
Un thriller drammatico con una
difficile storia d'amore, con un segreto che non riesce a rimanere
nascosto, dipanandosi e costruendo tutta una galleria di complici e
non detti che porteranno ovviamente alla tragedia nel climax finale.
Un film che ha un difetto enorme legato
al ritmo, alla narrazione, ai tempi troppo lunghi, ad alcune scene o
schemi ripetuti. Una comunità che sembra avere diversi punti in
comune con i Testimoni di Geova, staccandosi dalle regole comuni,
sfidando la legge, decidendo che sia il corpo umano come prova di
fede a sopravvivere dopo il morso del serpente senza andare in
ospedale o scegliendo la medicina tradizionale. Un'ambientazione
comunque post-moderna nella scenografia, nelle case, costumi, auto,
che però allo stesso tempo sembra avere qualche analogia complessa
le linee di sangue dei mormoni.
La coppia di registi sceglie di
criticare apertamente il fanatismo religioso e una certa cultura
patriarcale senza avere guizzi o colpi di scena d'affetto ma
rimanendo sempre attento a non uscire fuori dai binari creando
soprattutto dalla metà del secondo atto, un'atmosfera vagamente
ipnotica che sembra trascinare tutti i membri della comunità verso
un pozzo senza fondo.