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lunedì 20 luglio 2020

Faida


Titolo: Faida
Regia: Joshua Marston
Anno: 2011
Paese: Albania
Giudizio: 4/5

Nik è un diciassettenne che frequenta l'ultimo anno delle superiori in una piccola città di campagna dell'Albania e sogna di poter aprire un Internet Point dopo il diploma mentre prova i primi sentimenti d'amore per una coetanea. La sorella, Rudina, ha quindici anni e vorrebbe poter frequentare in futuro l'università. Il padre, che lavora consegnando porta a porta derrate alimentari, viene a conflitto per questioni di passaggio di proprietà con un'altra famiglia. Ne nasce uno scontro che porta alla morte di un uomo. Il padre di Nik viene accusato e fugge. Ora, per un antico codice balcanico, la famiglia del defunto può rivalersi uccidendo un maschio rivale. Nik deve smettere di andare a scuola e il peso del mantenimento della famiglia ricade su Rudina che smette a sua volta di studiare. Nik decide di uscire dalla situazione cercando di trovare uno sbocco alla faida.

Marston dopo MARIA FULL OF GRACE torna a interessarsi al cinema di denuncia, dell'intercultura, al tema del difficile passaggio dall'adolescenza all'età adulta in una società dominata da antiche regole senza spazio per i giovani e dove il cambiamento di alcuni dogmi sembra impossibile da modificare. Una storia molto cruda, reale che lascia i suoi protagonisti in un limbo nell'attesa di avere informazioni sul proprio padre nascosto come un prigioniero e costretti a subire le angherie delle famiglie rivali. Perchè è proprio venire a conoscenza dell'elemento antropologico legato alle cinquecentesche norme del Kanun che riconosce legalità a quella che in Italia definiamo la faida è l'apporto più interessante del film in una zona del paese dove la micro società sembra voler continuare a vivere in un tardo medioevo, un'epoca buia fatta di odi e vendette in cui addirittura viene presa di mira una bambina, Rudina, la sorella del protagonista quando cerca di vendere derrate alimentari al posto del padre.
L'incidente scatenante poi è così assurdo da sembrare quasi ridicolo. Il film visto dai più giovani si avvale di una recitazione spontanea priva di eccessi lasciando la speranza nel cambiamento di chi come Nik cerca di ragionare sui fatti e non accettarli perchè da tradizione. Pur avendo un ritmo a tratti altalenante, il film segue una sua rigorosa riflessione sfuggendo da paternalismi, portando Nik ad essere un adulto-giovane in casa e possedendo suspance e thriller ben strutturati per un certo tipo di cinema albanese che non è solito poter vedere al cinema e distribuito da noi.
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