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mercoledì 31 gennaio 2018

Logan Lucky


Titolo: Logan Lucky
Regia: Steven Soderbergh
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jimmy Logan, ex quarterback con una gamba offesa, e Clyde Logan, veterano dell'Iraq senza un braccio, decidono di organizzare una rapina. Separato dalla consorte e licenziato dal boss l'uno, single con pub l'altro, i Logan vivono nell'America rurale, collezionano una sfortuna eterna e perpetuano una maledizione familiare. Ma quella superstizione, esemplificata dal corso disastroso delle loro esistenze, diventa la loro chance: una buona copertura (chi accuserebbe mai due storpi?) e una buona occasione (giunti a questo punto, i Logan non hanno niente da perdere).

L'heist movie appassiona proprio tanto Soderbergh che dopo quei capitoli sconclusionati che parevano essere solo una parata di star che diceva e faceva cose assurde OCEAN'S vattelapesca e che altro non era che la gara tra Clooney e Pitt per chi c'è l'avesse più lungo.
Ora questo film qui essendo marcatamente più indie e meno commerciale ha tanti ingredienti belli che la saga non aveva e non poteva avere.
Prima di tutto i soldi, poi le star antipatiche (qui comunque non mancano ma se la tirano di meno eccezzion fatta per Tatum che proprio non ci riesce) e infine i dialoghi e l'interpretazione di Adam Driver che sempre di più si sta affermando come uno degli attori del momento per la semplicità che riesce a dare ai suoi personaggi.
La scelta produttiva è stata notevole. Soderbergh ha voluto produrlo in maniera completamente autonoma rispetto alle major sganciandosi da logiche che ne avrebbero potuto limitare la libertà creativa: "È una specie di esperimento, come lui stesso spiega:Per testare questa teoria di distribuzione avevo bisogno di un film commerciale con delle star del cinema che giustificassero una distribuzione capillare, in una situazione che però mi consentisse l'assoluto controllo creativo".
Proprio negli intenti l'America che il regista ci racconta è molto più cupa e meno snob, scegliendo tra le altre cose il sottosuolo della Nascar a differenza dei casinò di Los Angeles, una scelta che rivela anche tutti quegli scarti e frammenti di un’umanità che, oggi, deve soprattutto pensare alla sopravvivenza dei sogni e dei sentimenti.