Titolo: Class Enemy
Regia: Rok Bicek
Anno: 2013
Paese: Slovenia
Giudizio: 4/5
L'insegnante di ruolo deve assentarsi
perché prossima al parto e al suo posto arriva nel liceo sloveno il
professore di tedesco Zupan. I metodi dell'uomo sono rigidi, freddi e
punitivi, agli occhi di una classe abituata ad un clima di amichevole
negoziazione tra allievi e professori. Quando una studentessa,
Sabina, si suicida apparentemente senza motivo, i compagni sconvolti
incolpano il professore e le sue richieste troppo esigenti. Ma, nel
corso del lutto, il fronte unito della ribellione contro Zupan
comincia ad incrinarsi e il vortice delle accuse si complica e si
esaspera.
Class Enemy ci porta nuovamente in un
contesto scolastico, questa volta nettamente diverso da due
precedenti capolavori come L'ONDA e LA CLASSE.
Da un lato perchè geograficamente
diverso e quindi interessato a tracciare altri fatti sociali come il
suicidio (molto alto in Slovenia) e il contesto scolastico, da un
lato moderno tendendo a deresponsabilizzare gli studenti e dall'altro
la vecchia scuola sicuramente più rigida e meno empatica.
In più una linea sottile che pervade
tutto il film sulla fragilità che da un lato (gli alunni) e
dall'altro (gli insegnanti) riesce forse nel compito più difficile e
allo stesso tempo appassionante portandoti a immedesimarti in ambo le
parti senza moralismi e scene stucchevoli.
Il ring scolastico prende forma sotto
vari nomi in cui nessuno e vittima e carnefice ma tutti devono
prendere atto, come dice Zupan, delle conseguenze di alcuni gesti,
dimostrando in questo caso autonomia di pensiero, maturità e
crescita, oltre che il rispetto per le norme scolastiche.
Se da un lato la log-line del film
potrebbe essere quella scandita dalla preside "Prima loro
avevano paura di noi, ora noi dobbiamo avere paura di loro" la
frase è un leitmotiv valevole per quasi tutti i contesti scolastici
moderni e inflazionati dalla tecnologia e dai media che tendono
spesso a far diventare martiti chi in realtà non lo è.
La parte meglio riuscita, in un film
scandito molto bene e abile a non inserire forzature che ne avrebbero
sancito un limite, parte proprio dalla fragilità che citavo prima,
creando un personaggio neutrale e davvero molto interessante oltre
che essere caratterizzato e interpretato magnificamente dal poco
conosciuto Igor Samobor ovvero quello del professor Zupan.
Infatti l'autorevolezza del professore
fa sì che i ragazzi riescano a crescere e a diventare persone
adulte, ma gli studenti ciò non lo capiscono e in risposta alla sua
estrema razionalità iniziano a ribellarsi, ma il loro ribellarsi è
un ribellarsi a vuoto contro un sistema che secondo loro è sbagliato
ma che in verità non lo è.
Classe '85, Bicek riesce in un arduo
compito, dettando i tempi di un film elegante, composto ed
estremamente maturo.
Enem