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mercoledì 31 gennaio 2018

Ammore e Malavita


Titolo: Ammore e Malavita
Regia: Manetti Bros
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Don Vincenzo Strozzalone, 're del pesce' e boss camorrista, scampa a un attentato e decide di cambiare vita. Stressato e braccato da criminali e polizia, si finge morto per ricominciare altrove con donna Maria, la consorte cinéphile che trova la risoluzione a tutto nelle trame dei film. Ma il suo segreto, condiviso dalla moglie e dai fedeli Ciro e Rosario, ha il fiato corto. Fatima, una giovane infermiera, ha visto quello che non doveva vedere. L'ordine adesso è di eliminarla. Ciro è il primo a trovarla, risparmiandole la vita. Perché Fatima è il suo primo grande amore. Un amore perduto ma mai dimenticato. Messa in salvo la fanciulla, Ciro deve rispondere della sua insubordinazione. Davanti a Napoli, a don Vincenzo e alla sua malafemmina.

In tempi dove le serie tv italiane e le pellicole sulla criminalità organizzata stanno spopolando ci sono produzioni dal basso che con il loro taglio indie e anti commerciale continuano a portare avanti un certo tipo di cinema nostrano fortemente incentrato sul territorio.
Come non amare i Manetti che seppur molto giovani hanno già una nutrita e appassionante filmografia nonchè una serie tv con diverse stagioni all'attivo.
AMMORE E MALAVITA sembra una continuazione di Song'e Napule dove torna preponderante il musical che ancora una volta nelle mani dei due registi riesce ad essere funzionale così come il cinema di genere che in mano ai due fratelli cerca di trovare una sua collocazione precisa staccandosi dalle altre produzioni e realtà per messaggi culturali, intenti e una differente concezione della fiction.
Si ride, si piange, si perdona e si ama e più di tutto si gioca con le maschere gli stereotipi e il folklore culturale che in questo film non cessa mai di pulsare regalando alcune scene d'azione intense e un ritmo che riesce sempre ad essere a dei buoni livelli.
Dall'horror alla commedia, dal poliziesco al crime-movie, dal musical alla serie tv, il curriculum diventa impressionante essendo il risultato di tanto cinema visto e seguito che crea una sconfinata serie di personaggi e caricature mai eccessive ma quel tanto da renderle grottesche.
Un cinema indie alto e colto che seppur non entrando e non volendo misurasi con una storia complessa e difficile punta tutto sulla messa in scena, sui protagonisti e sulle voci che qui quasi tutte riescono a non ammorbare mai regalando una tragedia contemporanea e divertente che seppur in toni che alternano anche un certo tipo di comicità non smette mai di essere una critica e un messaggio politico sulla malavita.