Visualizzazione post con etichetta Hobo with a shotgun. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Hobo with a shotgun. Mostra tutti i post

martedì 12 luglio 2011

Hobo with a shotgun


Titolo: Hobo with a shotgun
Regia: Jason Eisener
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Hobo, un senzatetto in viaggio su di un treno, approda in una cittadina in mano alla criminalità e alla più folle e anarchica violenza, non appena entrato in città si accorge subito che il luogo è ormai fuori controllo e nelle mani del bieco Drake, un boss che gestisce tutte le attività criminali della zona supportato dai suoi due figli psicopatici Slick ed Ivan.

Qualcuno si ricorda LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE di Ermanno Olmi dell’88. Beh sembra che Eisener abbia voluto in qualche modo citarlo nella prima immagine del suo personalissimo Cult.
Hobo with a shogun è uno dei film più violenti, trash e ridondanti di un gore esagerato come non mi capitava di vedere dalle pellicole Dnotomista e qualcosa della Troma.
Il risultato è una perla dell’exploitation, un film per pochi, capace di stupire dalla prima all’ultima scena con delle trovate geniali per una storia che più libera di così non si può.
Eisener conosce molto bene il cinema, i derivati del genere in questione e sa come riuscire a tirare fuori il meglio da un protagonista padrino della fantascienza come Rutger Hauer.
Hobo è a tutti gli effetti un low-budget di primissimo ordine. Una postilla comunque per quanto concerne i canoni del low-budget americano e non solo va detta come in questo caso che per budget risicato parliamo comunque di 3 milioni di dollari.
L’atmosfera anarchica è costituita da ogni tipo di violenza e uno scenario che Eisener riesce a rendere davvero di un pessimismo e di un cinismo anomalo come a decretare un possibile scenario che poi a dirla tutta di apocalittico ha solo l’acceleratore sui massacri, le urla, arti dilaniati, stupri e tutto il resto schiacciando sempre l’acceleratore sullo splatter estremo.

A differenza delle molteplici pellicole exploitation che escono di anno in anno soprattutto in suolo americano, il film capitanato dall’immortale Hauer è la ciliegina sulla torta, un prodotto davvero inusuale contando che anche nel reparto tecnico riesce a stupire grazie ad alcune trovate assolutamente funzionali al tema. Una fotografia esagerata e saturata all’inverosimile senza effetti digitali dunque, apritevi porte, assistiamo a tutta quella naturale ed affascinante panorama degli effetti artigianali che tanto ci piaccono.

Ci sono alcuni momenti che considero tra i più violenti in assoluto nel panorama di genere come non si è mai visto da tempo. Gli attori sono tutti in parte e alcuni personaggi come i due fratelli sono agghiaccianti nelle loro performance, in più ci sono gli appestati, una ragazza molto decente e Hauer che ci crede dall’inizio alla fine stanco e debosciato ma integro sapendo di dover dare il massimo per un film assolutamente fisico.

Eisener dimostra che non ha nulla da invidiare ai registi in voga o contemporanei come Rodriguez e soci riuscendo a confezionare un Grindhouse da urlo che non ha rivali in materia.