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sabato 14 settembre 2013

Oblivion

Titolo: Oblivion
Regia: Joseph Kosinski
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nella seconda metà degli anni 2000 la Terra è stata devastata da una guerra nucleare che gli umani hanno combattuto e vinto contro gli invasori alieni. La Luna è stata distrutta e questo ha causato terremoti, tsunami e diversi sconvolgimenti che hanno reso il pianeta una landa desolata in cui è possibile solo scorgere qualche rovina di quel che è stato.
In seguito alla devastazione l'umanità è in esodo su Titano mentre sul nostro mondo gli ultimi impiegati si assicurano che i grossi macchinari che prosciugano le risorse naturali (per generare energia utile alla vita sul nuovo pianeta) non siano distrutti dai pochi alieni rimasti. Due di questi impiegati, quasi arrivati al termine del proprio impiego, si imbattono in alcuni astronauti lanciati nello spazio decenni prima ma ora atterrati rovinosamente, che il sistema inspiegabilmente riconosce come "minacce".

Tom Cruise è uscito nello stesso anno con diversi film tra cui un certo JACK REACHER e questo atteso OBLIVION. Faccia di bronzo punta tutto sulla fantascienza a riprova della sua appartenennza ad una setta che proprio della fantascienza detta il suo credo e le sue regole. Il regista di TRON LEGACY scrive e trova l'interessamento della star forse in cerca di qualcosa che verosimilmente trattasse la materia della sua pseudo-religione.
Dire che il film a delle scelte tecniche e una messa in scena sopraffina certo è innegabile. Il problema purtroppo è la storia, la banalità e gli elementi melensi che nel terzo atto distruggono quel "poco" di buono che Kosinski aveva creato.
C'è il rapporto uomo/natura che per alcuni aspetti richiama AFTER EARTH, non so quali tra i due film faccia più cagare, forse è quello di Smith probabilmente per l'arroganza di prendersi ancora più sul serio. Un ritorno alla tradizione del genere, ovvero il racconto della lotta per la riconquista della supremazia dello spirito sulla tecnologia diventa quindi lo specchio dove far emergere tutte le contraddizoni di questa nuova società
Pesante e lento, scritto e riscritto più volte, difficile e troppo complesso in un finale che cerca a tutti i costi di salvarsi in corner senza riuscirci.
Fondamentalmente la solfa è questa: la Terra dell’anno 2077 è un posto non particolarmente accogliente. Mezzo secolo prima un misterioso ed enorme artefatto alieno si è avvicinato al pianeta e ha ridotto in frammenti la Luna, causando delle alterazioni gravitazionali che hanno drammaticamente alterato la superficie del pianeta. Jack e Vika conducono una vita solitaria, essendo addetti al mantenimento dei droni che proteggono dai tentativi si sabotaggio degli Scavs le gigantesche macchine che stanno raccogliendo le ultime risorse rimaste, acqua in particolare, per inviarle su Titano, la luna di Saturno sulla quale è stata evacuata la razza umana. Vi sono tuttavia degli interrogativi. Jack continua ad avere delle visioni nelle quali si trova sulla cima dell’Empire State Building di una New York pre-devastazione con una donna.
Ora ditemi voi se da una trama così complessa, elaborata, contraddittoria nel passaggio spazio/tempo, e in un cast mai così vacuo, come se cogliesse qualche elemento per poi essere travolto da un dubbio universale sulle intenzioni di questo architetto e del suo dirimpettaio.