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domenica 23 ottobre 2016

Swiss Army Man

Titolo: Swiss Army Man
Regia: Daniel
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Hank un uomo senza speranza tenta di suicidarsi ma scorge qualcosa in riva al mare. Perso ormai da tempo nella natura selvaggia di un'isola, Hank vede un cadavere le cui origini sono misteriose. Ma a lui poco importa: con quel cadavere si imbarcherà in un epico viaggio avventuroso per tornare a casa. Hank decide anche di convincere il corpo morto di come la vita sia degna di essere vissuta. Riuscirà nella surreale impresa?

Ogni tanto ti appresti a guardare qualcosa di completamente slegato dai canoni classici, diciamolo pure, un film superiore. Qualcosa di indimenticabile che lascerà il segno, qualcosa che sa di nuovo, quell'ondata di freschezza che non si avverte spesso nel cinema e che possiamo definire l'essenza di un principio anarchico di mettere in scena cosa si vuole nel modo più intimo possibile.
L'uomo multiuso è qualcosa che avrà tanti e continui elementi anomali e di totale non-sense. Uno dei film indipendenti più bizzarri degli ultimi anni.
Una commedia fantasy indipendente e alternativa, un film hipster furbetto e strappalacrime e allo stesso tempo un'opera che si stacca dalla commercialità per diventare quel film che non ti aspetti. Possiamo parlare di cinema libero, a volte scomodo, a volte dannatamente sboccato e in alcuni attimi esageratamente divertente. Surreale, di certo rischioso se si pensa a come la coppia di registi con un'idea così fuori dal normale siano riusciti ad ottenere investimenti sapendo di poter fare una cazzata micidiale. Eppure l'esordio è davvero al di là delle previsioni. Un film romantico, drammatico, grottesco, divertente, scoppiettante, elettrizzante, queer, mai banale. Si potrebbe andare avanti per ore trovando aggettivi che ne consacrino la perfetta esecuzione affidata a due attori che sanno dare una profonda performance.

Swiss Army Man è CAST AWAY che incontra GONDRY e che strizza l'occhio a JONZE. Senza dimenticare che se da un lato era da tempo che non si sentiva parlare del tabù delle flatulenze (e della masturbazione) che diventa metafora del bisogno di essere fedeli a se stessi, dall'altra è un film che parla di solitudine umana, di incomunicabilità e ipocrisia, simboleggiata per Manny, che in quanto cadavere non ha inibizioni sessuali né di altro genere, dal fatto che nascondiamo al prossimo le nostre funzioni corporali.