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venerdì 2 agosto 2019

Grande rabbia


Titolo: Grande rabbia
Regia: Claudio Fragasso
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Nell'arco di una giornata si consolida l'amicizia tra due giovani: Benny e Matteo, che in ventiquattr'ore ambieranno per sempre la loro vita. Benny ha la pelle nera, adottato in fasce da una coppia di veneti poi trasferitasi a Roma, rimasto orfano e solo è diventato un campione di fighting per incontri clandestini, dove con le scommesse in un colpo solo si possono guadagnare cifre a tanti zeri. Benny decide d'investire tutti i suoi risparmi in un ultimo incontro, quello che gli permetterà d'iniziare una nuova esistenza, nonostante la sua passione gli sia già costata il carcere. Matteo è bianco, lavora in un pub ed è nato a Roma, dove vive con il padre pensionato e il fratello minore che lo mantengono.

Fragasso è un regista con una storia e una filmografia alle spalle complessa e contorta.
Partito nel migliore dei modi è finito qualche anno fa a dirigere commedie becere con Jerry Calà e soci. Finalmente messi insieme un pò di quattrini, pochi e si vede, filma un film duro e compatto.
Una sorta di punto di vista sui fanatici fascisti a Roma in una periferia marcia vissuta dalle minoranze e teatro di stati di emarginazione e continui scontri tra etnie.
Un film che però prende subito le distanze da un film reazionario, puntando il dito sulle scelte e le conseguenze di due piccoli delinquenti accomunati dalla frustrazione per una vita avara di soddisfazioni che faranno un vero e proprio viaggio all'inferno tra combattimenti clandestini tra rom, per finire nel finale, nelle gabbie in uno scenario molto pericoloso.
La loro, come quella dei cittadini della periferia e delle fasce deboli, è una lotta contro un nemico invisibile dove a dettare legge sono i risultati di una ideologia post contemporanea quanto mai confusa che sfocia sempre in una guerra tra poveri.
Un film per alcuni aspetti amatoriale senza nessun volto noto, con delle facce da schiaffi e i risultati sono abbastanza imparziali. Sicuramente si nota fin da subito la capacità di coinvolgere diverse maestranze, fare un buon lavoro con centinaia di comparse (l'attacco alle case popolari finali dove si nascondono gli extracomunitari criminali quando la realtà è ben altra).
Fragasso cerca di inquadrare un fatto sociale, un dramma cittadino complesso, senza risparmiare critiche da tutti i lati (forze dell'ordine e case dei fasci) mettendo i giudizi e le scelte in mano a due teste calde che sanno solo picchiare uniti da un legame insondabile.
Un film discontinuo, imperfetto, con tanti errori tecnici, ma alla fine mettendo da parte i moralismi non è affatto male se si pensa al resto degli indie low budget italiani provenienti dalla capitale.