Titolo:
Exit Humanity
Regia:
John Geddes
Anno: 2011
Paese: Canada
Giudizio: 3/5
Tennessee, USA,
1870. Nell'epoca buia dopo la Guerra Civile americana, dominata da cinismo,
povertà, paura e violenza, Edward Young deve affrontare la perdita dell'amato figlio.
Nella vita, dopo aver perso tutto quello che poteva perdere, gli resta un solo
scopo: seppellire le ceneri del figlio là dove possano riposare in pace.
Peccato che per riuscirci dovrà affrontare l'invasione di zombie che minaccia di conquistare l'intero stato...
Peccato che per riuscirci dovrà affrontare l'invasione di zombie che minaccia di conquistare l'intero stato...
Exit Humanity è un film raffinato.
Trattando di zombie, la pellicola sa bene come ormai
quasi tutto sia stato detto e mostrato. Mancava solo qualcosa circa la nascita
e la storicità del fenomeno.
Come per il recente ABRAHAM LINCOLN CACCIATORE DI VAMPIRI
si cercano quindi i primi casi di questo fenomeno, come un exploit in fase di
sceneggiatura, cercando i primi casi da cui si è diramato il male assoluto.
Girato con 3oo mila dollari, il film di Geddes è
abbastanza minimale, affronta l’argomento regalando quasi un’autopsia dello
zombie (bellissima la scena in cui Young lega l’essere e cerca di esaminarlo
per cercare dove stanno le differenze)
C’è un po’ di confusione circa le location che ogni tanto
disorientano lo spettatore . Il film è strutturato a capitoli come il diario
scritto dal protagonista e in quanto a gore sicuramente si poteva dare di più,
ma il film sembra anche voler percorrere un’altra strada preferendo il viaggio
di redenzione in una terra dilaniata e abbandonata e in cui il protagonista si
accorgerà che ci sono pericoli peggiori dei non-morti.
Potremmo quasi definirlo psicoanalitico. Tormento e
angoscia che viaggiano a pari passo con gli orrori che la storia propone.