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lunedì 15 gennaio 2024

Pantafa


Titolo: Pantafa
Regia: Emanuele Scaringi
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Marta, sempre più preoccupata per le strane allucinazioni che colpiscono la figlia Nina, decide di portarla a vivere in montagna. Le due prendono così in affitto una vecchia casa dall'aspetto un po' spettrale nella cittadina di Malanotte. Tuttavia, la situazione clinica di Nina continua a peggiorare: la bambina inizia a soffrire di gravi paralisi ipnagogiche che assumono caratteristiche orrorifiche: durante la paresi Nina vede uscire dalle pareti una figura fantasmatica che si acquatta sul suo petto e cerca di succhiarle via l'anima. Le preoccupazioni e le suggestioni di Nina vengono ingigantite dalla signora Orsa, una vicina di casa, che riconosce la Pantafica nella descrizione di Nina, un'anima dannata che tormenta le notti dei bambini. È tutto nella sua testa, come sostiene Marta, o il male ha davvero preso connotazioni reali?

Il cinema di genere folkloristico italiano di per sè è già una rarità. Pantafa è rimasto al cinema per pochissimi giorni senza darmi la possibilità di andare a vederlo. E devo dire che la Pantafica abruzzese mi mancava. Ne esistono tante di streghe, masche e altri fenomeni simili ma questa succhia anime dei bambini che trasla diventando quel qualcosa in più è stata un'altra bella scoperta. L'idea di spostare a Malanotte la vicenda mette a confronto un paesino secolarizzato e racchiuso nelle sue tradizioni e leggende. Dall'altro una donna moderna e una figlia che di fatto vengono fatte piombare in questa sorta di medioevo dove impareranno a proprie spese come crearsi le condizioni di sopravvivenza.
Scaringi fa una cosa molto bene che l'horror non deve mai dimenticare soprattutto quando si parla di produzioni indipendenti ovvero la presa di coscienza che ciò che fa realmente paura è il non visto mostrando pochissimo e centellinando la paura facendo un lavoro di tensione e pathos per poi creare un finale che seppur esagerato nel mostrare forse troppo riesce a mantenere un equilibrio e regalare un piccolo indie di genere nostrano.

domenica 19 novembre 2023

Nightsiren


Titolo: Nightsiren
Regia: Tereza Nvotová
Anno: 2022
Paese: Slovacchia
Giudizio: 4/5
Una giovane donna torna nel suo paese natale in montagna in cerca di risposte sulla sua infanzia tormentata. Ma, mentre prova a scoprire la verità, antiche leggende cominciano a invadere la realtà, portando i suoi compaesani ad accusarla di stregoneria e omicidio.
 
Nightsiren è un dramma horror slovacco poco folkloristico in termini di miti ma molto attuale in termini di violenza sulle donne e misoginia. Un dramma che accomuna due donne, una che ritorna dal passato ed un altra condannata a vivere in quel presente che sembra detestare come se fosse una favola del medioevo. C'è la credenza rituale nelle streghe che cerca di contaminare con sferzate dai toni sovrannaturali il film ma in realtà è una critica attuale sugli atti di violenza ultra realistici ai danni delle donne usando come scusa antichi riti patriarcali.
Una società che condanna e banalizza la diversità, che cerca di intrappolare la propria popolazione in una maledizione tesa a rimanere intransigente e che non sembra mai voler voltare pagina per cercare di evolversi. Due universi mentali quelli di Sarlota e Mira che dovranno difendersi da un intero villaggio dove si parla di stregoneria, infanzia tormentata, eredità come esca per attirare Sarlota nel villaggio, abusi e violenza sui minori nonchè violenza domestica e patriarcato.
Il tutto con un realismo magico e alcune scene esteticamente toccanti come quando la protagonista di fronte alla cascata si toglie quello che non vorrebbe mai mostrare perchè finalmente e solo nel suo elemento magico può rimanere finalmente nuda senza sentirsi addosso gli sguardi di una comunità.

martedì 17 ottobre 2023

Grande e potente Oz


Titolo: Grande e potente Oz
Regia: Sam Raimi
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Oscar Diggs, detto Oz, è un mago da fiera e un seduttore, che illude spettatori e fanciulle con trucchetti da prestigiatore e promesse da marinaio. Balzato su una mongolfiera per sfuggire ad un rivale, si ritrova catapultato da un tornado nella fatata terra di Oz. Scopre così che il buon popolo di quel mondo lo crede il salvatore tanto atteso, che una profezia indica come un mago venuto dal cielo per sconfiggere la strega cattiva. Attratto dal tesoro reale in palio, Oz si mette in viaggio alla ricerca della strega, ma quello di mattoni gialli è soprattutto un sentiero morale, che lo allontanerà dall'egoismo di partenza e farà di lui una leggenda di magnanimità.
 
Un' altra marchetta. In questo caso un altro outsider come Sam Raimi. Il suo talento e la sua immaginazione frenati da una produzione che di fatto gli ha concesso molto poco e il risultato è uno di quei classici film alla Disney dove vincono senza convincere gli effetti in cg.
Oz, il grande e potente, aveva alcuni elementi interessanti come la goliardia del personaggio che si sposa perfettamente sull'egocentrismo di James Franco e la sua indole nel mordere e fuggire senza prendersi mai le responsabilità del caso. Il suo infatti sarà un viaggio dell'eroe immaginifico dove dovrà imparare a prendersi le responsabilità da uomo e non indietreggiare di fronte al problema o al nemico. Il finale con i fuochi d'artificio e il gioco di magia a palazzo, infatti pur essendo una delle scene meno fantasy del film, è una delle uniche davvero convincenti dove la scienza supera la magia e dove il regista celebra la grande illusione del cinema rispondendo alla domanda del perchè lui e perchè abbia accettato il progetto.

sabato 28 gennaio 2023

She Will


Titolo: She Will
Regia: Charlotte Colbert
Anno: 2021
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Veronica Ghent, anziana star del cinema, dopo un invasivo intervento chirurgico decide di ritirarsi in Scozia, per riprendersi dagli effetti della delicata operazione. È seguita dall'infermiera Desi, che l'accompagna sin dall'inizio con un lungo viaggio in treno, necessario per raggiungere quello che Veronica crede essere un luogo "solitario". All'arrivo, però, l'attrice scopre che il posto è tutt'altro che solitario, essendo frequentato da un gruppo di stravaganti artisti guidati da Tirador. Una leggenda locale narra che nel terreno circostante siano ancora presenti le ceneri di alcune sventurate "streghe", giustiziate su un rogo nel 1722. Veronica è diventata celebre all'età di tredici anni, interpretando un film diretto da Eric Hathbourne, un regista con il quale pare abbia avuto, all'epoca, una relazione sessuale inappropriata. Suggestionata dal posto, dal trauma della mastectomia, dall'idea di tornare a lavorare con Hathbourne in un remake del film che l'ha resa famosa e da vaghi ricordi d'infanzia, Veronica inizia a sperimentare strani sogni, durante i quali entra in connessione con le vittime accusate di stregoneria, arse sul rogo in passato.
 
She Will è meraviglioso quanto strano e scritto in modo fin troppo particolare. Un film girato in maniera straordinaria anche se al contempo risulta macchinoso dove l'inserimento del folklore e degli elementi naturali seppur suggestivi non trovano sempre la giusta collocazione. Un film femminista che regala i momenti migliori nei suoi silenzi, nell'interrogarsi di cosa stia succedendo a Veronica, di quali suggestioni la stiano accompagnando prima della possessione a differenza invece del tentativo di stupro a danno della sua infermiera Desi da parte di un bifolco del villaggio che le offre dei funghetti allucinogeni. C'è il tema della stregoneria, della caccia alle streghe, della natura che custodisce tracce del passato oscuro è profetica della morale della favola, ma tutto rimane sullo sfondo venendo solo accuratamente messo in scena come delle visioni sfrenate simboliche e allegoriche che sebbene sembrino profetiche in realtà vengono poi messe tutte da parte. Così come tutta la critica molto retorica sull'abuso sessuale della protagonista avuta da piccola da parte del regista, dei diritti delle donne e il bisogno di vendicarsi di lui come di tutti gli uomini che commettono violenze e che servono per vendicare quelle streghe messe al rogo in passato dai loro carnefici

sabato 18 giugno 2022

Abuela


Titolo: Abuela
Regia: Paco Plaza
Anno: 2021
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Susana, una modella spagnola di 24 anni, vive da sei a Parigi. A una festa ha appena conosciuto un celebre fotografo che le potrebbe far fare il definitivo salto di qualità. All'improvviso però riceve una telefonata. Sua nonna Pilar, a cui è molto legata e che si è presa cura di lei fin da bambina dopo che i genitori sono morti in un incidente d'auto, ha appena avuto un ictus. La ragazza deve così tornare di corsa a Madrid per prendersi cura di lei e trovare qualcuno che possa assisterla. Arrivata a casa la nonna non la riconosce. In più, vorrebbe rientrare a Parigi per lavorare ma ogni volta succede qualcosa che la costringe a rimandare e le sue giornate si trasformano in un incubo.
 
Plaza in straordinaria forma complice la penna di Carlos Vermut firma una delle sue opere migliori. Se la trama e il soggetto di Abuela risultano abbastanza convenzionali, è la messa in scena di questa favola horror e le trovate tra nipote e nonna soprattutto all'interno della casa che lasciano momenti di pura suspance e tensione. Un horror puro come quest'anno se ne sono visti pochi dove attraverso giochi di specchi, rituali, possessioni e ancora una volta la vecchiaia, il vero terrore è rappresentato dalla perdita della bellezza e lucidità che essa comporta, vista attraverso una nipote modella che dove gira per la città trova i poster pubblicitari di se stessa e la nonna costretta a vagare da una casa di riposo ad un altra conservando le sue arti esoteriche e il momento esatto per fare i conti e ridare lustro alla sua personalità da strega.
Abuela rispetto ad altre opere precedenti conserva e sciorina tanti temi nel corso della sua durata, dalla tirannia della bellezza, condannate all'invisibilità quando il loro fascino comincia a svanire, all'ossessione per il successo, l'insignificanza dei legami familiari rispetto alle esigenze del mercato capitalista, o la solitudine e l'isolamento delle persone nelle grandi città e infine crudele oltre misura...la vendetta.

You wan't be alone


Titolo: You wan't be alone
Regia: Goran Stolevski
Anno: 2022
Paese: Serbia
Giudizio: 4/5

In un villaggio di montagna isolato nella Macedonia del XIX secolo, una giovane ragazza viene rapita e poi trasformata in una strega da uno spirito antico.

Pensavo di aver visto ogni sorta di film sulle streghe ma Stolevski porta un'interpretazione del tutto nuovo ed efficace sul tema. Al di là degli eccessi nei manierismi tecnici dove pur con metodo il regista non è Terrence Mallick, la storia è un folk horror atipico con delle incursioni originali sul trasformismo della strega e su come essa per la prima volta si impossessi anche di corpi maschili.
You wan't be alone è un film drammatico, triste per come renda difficile la vita per i suoi personaggi, dove nulla viene lasciato al caso ma scandito con violenza, pianti dirotti, inconsapevolezza, sguardi e silenzi nella totale assenza di azione o di scene particolarmente concitate.
E' una fiaba molto nera che solo nel climax finale cerca di riappropriarsi di qualcosa che sembrava non conoscere, la dolcezza. La "mangiatrice di lupi" è una strega che c'è da sempre, come nel folklore e nella mitologia locale, passando da fattoria in fattoria per nutrirsi di sangue che le serve per le sue trasformazioni e chiedendo ogni tanto un tributo (una bambina).
La "vecchia zitella Maria" ha una storia molto triste, voleva solo essere amata, ma le hanno regalato solo violenza prima di bruciarla viva. La sua non è propriamente una vendetta ma l'aver bisogno di crescere un'adepta secondo le sue rigide regole tutte votate alla ricerca di sangue.
Un film molto intenso, teso e duro come il marmo per come nulla venga mai sdolcinato e dove le scene emotivamente "romantiche" seppur con il contagocce quando ci sono riescono ad essere empaticamente meravigliose.


giovedì 12 maggio 2022

Doctor Strange nel multiverso della follia


Titolo: Doctor Strange nel multiverso della follia
Regia: Sam Raimi
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Stephen Strange fa terribili incubi, in cui un suo alter ego fugge con una ragazzina in uno scenario surreale. Cerca di raggiungere un arcano libro bianco, ma un demone vuole invece prendere il controllo della ragazza e rubarle i poteri transdimensionali - uccidendola nel mentre. Quando si risveglia, Strange si reca al matrimonio della sua amata Christine con un altro uomo. Il mago cerca con scarso successo di nascondere il proprio dolore e, quasi per fortuna, arriva a toglierlo d'impiccio un enorme mostro che insegue la stessa ragazzina del suo sogno. Strange e Wong fanno così la conoscenza della giovane: America Chavez, che dovranno proteggere da una minaccia nascosta nel multiverso. In cerca di aiuto, il mago si reca così da Wanda Maximoff, la potentissima Scarlet Witch.
 
Ormai i collegamenti tra i film Marvel proseguono senza sosta e il rischio di perdersi alcuni tasselli è una triste verità. Detto ciò non è che bisogna essere dei fanatici o fan server per avere tutte le risposte che servono, in fondo parliamo sempre di una politica dei super eroi.
Il sequel di Strange che poi si interconnette con altri film, non è il migliore della filmografia e nemmeno il peggiore contando che supera di gran lunga il predecessore. Di sicuro è il più coraggioso come evidenzia la scelta di Raimi in cabina di regia e avvalendosi della scrittura del padre di Rick & Morty. Tanto intrattenimento, svariate location, finalmente un pochino di sangue e qualche effetto orrorifico con cui l'autore omaggia i suoi film horror del passato.
Una storia purtroppo troppo targata per un pubblico adolescenziale come risulta il pubblico costituito perlopiù da famiglie e teen. Infatti se da un lato le peripezie tra i multiversi sono la parte più interessante e fantasy nonchè artistica e scifi, dall'altra i rapporti tra Wanda e i figli sono una lamentela e una piaga lacrimosa che non si può vedere. Un antagonista che così non è fin dall'inizio dove il nemico sembrava essere un altro addirittura facendo comparire sulla terra una creatura poliposa che il nostro dottore affronterà con lo stregone supremo ovvero Wong.
Con un finale e un easter eggs interessante dove si continua ad allargare le prospettive inserendo Clea la figlia del Distruttore di mondi, il film regala comunque momenti di uccisioni brutali come quando si inserisce la postilla degli Illuminati e la furia di Scarlet Witch contro tutti o quando massacra un intero villaggio di maghi.

Stardust (2007)


Titolo: Stardust (2007)
Regia: Matthew Vaughn
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Da qualche parte nell'Inghilterra vittoriana c'è un muro di mattoni che separa il villaggio reale di Wall da Stormhold, una città fantastica governata da un re malvagio e abitata da streghe e creature magiche. Al di qua del muro vive Tristan, un giovane garzone che sogna l'avventura e il grande amore. Figlio di una principessa del regno di Stormhold e di un inglese, il ragazzo decide di attraversare il muro per donare una stella alla ritrosa Victoria. La stella, Yvaine, è una fanciulla luminosa precipitata dal cielo alla morte del sovrano. Il suo cuore immacolato è bramato da Lamia, una strega crudele che vorrebbe strapparlo e divorarlo per riconquistare la giovinezza. Sul petto di Yvaine batte il rubino che permetterebbe ai sette principi, rivali e litigiosi, di regnare su Stormhold. Braccata dai desideri dei malvagi, spetterà a Tristan proteggere lo splendore di Yvaine.

Non è mai facile confrontarsi con le opere del sommo Neil Gaiman. Coraline e la porta magica è stato un miracolo ed è forse l'unico vero capolavoro realizzato in perfetta linea con il libro.
Altri lavori come AMERICAN GODS e Leggenda di Beowulf come STARDUST riescono a regalare anch'essi dei buoni risultati. Qui il fantasy esplode con un'opera che miscela tantissime fiabe, posti magnifici e incantati, streghe di tutte le forme, pirati e custodi di mondi fatati come il muro di Wall. Con un cast potente così come il budget, Vaughn seppur regalando una fiaba riesce a mantenere alcuni aspetti bui e sanguinosi della vicenda senza mai eccedere nel buonismo ma senza far mancare spirito grottesco e ironia, amore e violenza e tutti i temi del libro che dalla lotta tra il Bene e il Male, cavalcano il senso insaziabile dell'uomo per la ricerca di una stella, dell'amore vero, della casa e del destino ultimo. Magie, incantesimi, lotte fratricide (i fratelli che per dividersi il regno si ammazzano per poi ritrovarsi come fantasmi ad andare d'accordo è puro genio) qui si sposano i dictat della fiaba ma anche delle gesta eroiche, del romanzo medievale e del viaggio dell'eroe.

domenica 27 marzo 2022

Hellbender


Titolo: Hellbender
Regia: Toby Poser, Zelda Adams e John Adams
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Izzy, 16 anni, mentre inizia a mettere in discussione il suo modo di vivere. A causa di una rara malattia, ha vissuto in isolamento con la madre sulle montagne di New York, lontana dal resto della civiltà. Izzy inizia a mettere in discussione la sua realtà e si ribella facendo amicizia con una ragazza che vive nella zona. Tuttavia, il raggiungimento della maggiore età di Izzy viene fatto deragliare dopo che lei mangia un verme vivo come parte di un gioco giovanile e scopre che una fame insaziabile e violenta si è risvegliata dentro di lei. Izzy scopre quindi gli oscuri segreti del passato della sua famiglia e l’antico potere nella sua stirpe.
 
Finalmente un gioiellino low budget dall'indie horror. Hellbender è la consacrazione dell'atto magico dove viene creato un folklore apparentemente inesistente mischiando l'horror popolare radicato in una storia odierna (questo per ribadire come non bisogna sempre e solo attingere da quanto c'è già, ma se possibile e si hanno le idee crearne di nuovi). Film di formazione sulla magia, sull'esoterismo, sull'orrore e il simbolismo occulto, un coming of age atipico dove si attinge da quanto si è già visto da parte della protagonista voler sfidare le regole e la propria inviolabilità mettendosi alla pari con i rituali adolescenziali.
Dall'altra una madre, una strega contemporanea e originale che riesce con la musica e le arti magiche e gli incantesimi a rimanere in una sorta di limbo tra la natura incontaminata e la società creando un gruppo musicale, Hellbender del titolo, con la figlia per aumentarne il legame e la complicità. Quando ovviamente Izzy vorrà liberarsi da questo tedio stanca e vogliosa di mettersi alla pari con i suoi coetanei inizieranno i guai dove da una parte mancano del tutto i legami patriarcali e gli unici uomini che si avvicinano al confine con la casa vengono magicamente fatti esplodere da una madre iper protettiva.
Hellbender ha certamente anche dei piccoli difetti ma tutti tecnici legati al budget, agli effetti speciali ad alcune inquadrature amatoriali e una fotografia non sempre al meglio, soprattutto nei minuti finali.
Eppure siamo di fronte ad uno degli horror più belli e importanti del 2021

sabato 18 dicembre 2021

Reckoning


Titolo: Reckoning
Regia: Neil Marshall
Anno: 2020
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Inghilterra, 1665. La Grande peste ha colpito il paese facendolo crollare in un clima di paura, sfiducia e morte. Disperata e terrorizzata, la popolazione fa affidamento alla superstizione e la Chiesa cattolica ne approfitta crudelmente dando avvio a una caccia delle streghe senza precedenti. Grace Haverstock ha appena seppellito il marito quando, costretta a provvedere da sola a tutti i suoi bisogni, viene guardata con sospetto dai suoi concittadini per la sua indole. Quando il padrone di casa tenta di costringerla a pagargli i suoi debiti con favori sessuali, Grace lo rifiuta con violenza. L'uomo l'accusa allora di stregoneria, facendola rinchiudere in prigione. Qui, Grace affronterà orribili interrogatori per mano dell'inquisitore più spietato della Gran Bretagna.

Per me Marshall è come Re Mida. Persino il suo Hellboy(2019) mi è piaciuto più di quello di Del Toro (che amo) per ragioni che qui non starò a discutere. Marshall poi è uno di quegli autori così amante del cinema di genere da aver esplorato anche lui un sacco di territori immettendo nella sua politica d'autore tutti i mostri possibili. Reckoning è un film sulle "streghe" molto anomalo e classico per degli stilemi che in un autore come lui non siamo abituati a vedere. Perchè le streghe non si vedono, il male come demonio solo in piccolissime parti, la peste domina il film, la tortura c'è ma non è l'elemento preponderante (per fortuna) e infine c'è il revenge movie e la protagonista che si inalbera così tanto da far fuori mezzo castello pieno di preti spretati, personaggi stereotipati al massimo come il viscido Pendleton e l'inquisitore Moorcroft che aveva al tempo bruciato la madre di Grace.
C'è qualcosa nella rotazione di tutti questi elementi come nella tortura strutturata in capitoli che fa acqua da tutte le parti rendendo il film lezioso, moralista, prevedibile e scontato e con un'assenza di ritmo che da Marshall non mi sarei aspettato. Quasi tutti i ruoli sono spaccati con l'accetta come se non ci fosse la possibilità di rendere dei personaggi combattuti per le scelte che portano avanti. Il fantasma del marito di Grace che compare ogni tanto sembra lo spauracchio di un film voluto fortemente dalla protagonista e sceneggiatrice aka fidanzata del regista.



domenica 21 novembre 2021

Poison for the fairies


Titolo: Poison for the fairies
Regia: Carlos Enrique Taboada
Anno: 1984
Paese: Messico
Giudizio: 4/5

Una bambina arriva in una nuova scuola. lei è facilmente suggestionabile e diventa preda inconsapevole di una compagna di classe che invece più per vezzo che per cattiveria è capace di suggestionarla raccontandole storie di streghe, fino alle estreme conseguenze.
 
Il Messico e le streghe. Veneno para las hadas in realtà è molto di più. E'un dramma sociale, un film di formazione, sulle diseguaglianze, sull'importanza delle storie e della suggestione delle fiabe sui bambini, un film che parla di come viene iniziata una bambina, come vengano portati avanti dei rituali. Lo sposalizio con il male, il voler essere una strega, l'innocenza perduta, l'abbandono totale al male. Il film di Taboada è importantissimo è sigla come viene stipulato un patto col demonio e come venga sviluppato un crescendo di simbolismi e simbologie per arrivare all'obbiettivo finale.
Flavia in particolare subisce il fascino delle storie raccontate dalla Nenia la quale non si rende conto di cosa stiano provocando nella bambina. Veronica d'altra parte è colei che viene ipnotizzata da Flavia e cerca senza riuscirci di staccarsi dal suo capezzale, combattuta da un fascino perverso per il male e l'istinto che le dice di scegliere il bene. Il film poi ha una semplicità nel mettere in scena tutte le componenti scegliendo quasi sempre la luce e parlando di tenebra, senza mostrare mai gli adulti in viso ma lasciandoli di spalle o a mezzo busto, fatta eccezione per la maestra di piano di Flavia vediamo in viso solo quando è morta. Un finale poi di una cattiveria tale da scardinare tutte le certezze dello spettatore, arrivando come nel capolavoro spagnolo di Narciso Ibáñez Serrador, a sostenere che in fondo i bambini non sono così innocenti.

Nightbooks-Racconti di paura


Titolo: Nightbooks-Racconti di paura
Regia: David Yarovesky
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La storia racconta di Alex, bambino appassionato di storie spaventose che finisce nelle grinfie di una Strega. Per sopravvivere e tentare la fuga, dovrò ogni sera inventare una nuova storia del terrore, aiutato da un’altra prigioniera di nome Yasmin.
 
Pur con un inizio raffazzonato, l'ennesimo film a episodi (non è proprio così ma in fondo sì) sui racconti di paura per ragazzi se inserito in quel filone dei teen horror movie, sembra uscito dai Racconti di paura senza farne troppa ma con un estetica conturbante in grado di abbellire quanto la storia e la recitazione dalla sua non riescano ad avere continuità. Yarovesky è un regista molto fortunato entrato in un giro di nomi importanti i quali sembrano dargli parecchia fiducia e diciamocela tutta BRIGHTBURN è stato massacrato senza apparenti motivi con tanti errori e una sceneggiatura macchinosa però dalla sua quando doveva sapeva colpire molto duro.
Il problema di Nightbooks sono alcuni bambini troppo puliti, Alex e Yasmin, un survivor movie dove i racconti possono evitarti spiacevoli imprevisti. E con stili diversi, cercando di dosare quanto di buono si ha, mettendo a confronto streghe di target generazionali diversi, la witch moderna contro quella secolarizzata dei Grimm e via dicendo, il film di Yarovesky pur essendo un antologia di favole macabre non ha la benchè minima stoffa di prendersi sul serio come SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK, ma come film horror di formazione per adolescenti alle prime armi può essere un buon punto di partenza.

giovedì 15 aprile 2021

Baba Yaga-Incubo nella foresta oscura


Titolo: Baba Yaga-Incubo nella foresta oscura
Regia: Svyatoslav Podgayevskiy
Anno: 2020
Paese: Russia
Giudizio: 2/5

Una tata porta scompiglio in una famiglia portando via la figlia più piccola e facendo entrare in trance i genitori.
 
La storia della Baba Yaga è nota a tutti i fan dell'horror avendola incontrata in diverse pellicole, dalle più famose a film commerciali che la chiamavano in causa come ad esempio il recente Hellboy(2019)
 di Marshall. I russi poi dalla loro con l'horror hanno uno strano rapporto passando da film molto belli come SputnikBride, a film bizzarri e divertenti come Why Don't You Just Die e prodotti scadenti come Diggers.
Baba Yaga rientrando nel folklore russo che non è poi così sconfinato come in altri paesi, poteva davvero dare una prova di storia e intenti interessanti giocando addirittura in chiave post contemporanea e avendo la possibilità di concedersi sprazzi di originalità o archetipi da fiaba popolare. Invece è un film con una messa in scena scadente e quasi amatoriale, abbandonando tutto ad un esercizio accademico di un regista e soprattutto una scrittura che cerca il compitino senza lasciare nessun segno. L'amicizia tra i ragazzini, il bullismo, i genitori disfunzionali che dimenticano i figli, la baby sitter seducente che cerca di portare via il bambino, il vedovo rintanato nel bosco, la bambina coi capelli bianchi che comunica con le anime dei bimbi rapiti.
Il film apre tante dipanazioni con fili rossi che attraversano il mondo reale e soprannaturale senza mai una continuità o un ritmo che riesca a imbrigliare lo spettatore. Manca l'atmosfera e la suspance e la strega poi si vede poco e in quelle scene che dovrebbero essere decisive è in una pessima c.g

martedì 17 novembre 2020

Streghe(2020)


Titolo: Streghe(2020)
Regia: Robert Zemeckis
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Rimasto orfano dopo un incidente, un bambino di otto anni va a vivere a Demopolis, in Alabama, con la nonna. È il 1968, per gli afroamericani la vita non è semplice, ma per nonna e nipote il pericolo viene soprattutto dalla scoperta che le streghe - creature malvagie e orribili che odiano i bambini sopra ogni cosa - sono tornate. Convinti di sfuggire alla persecuzione, si rifugiano in un hotel di lusso dove lavora un loro cugino, senza sapere, però, che proprio in quel luogo sfarzoso si terrà l'annuale raduno delle streghe. E che la tremenda Strega suprema ha intenzione di trasformare tutti i bambini del mondo in topi.

Vi ricordate i film di una volta. Prima di arrivare al climax finale l'eroe o l'eroina dovevano superare diverse prove prima della vittoria o della salvezza. Questo interessante strumento drammaturgico nell'ultimo film di Zemeckis è stato tagliato con l'accetta mostrando tre atti che senza nessun colpo di scena, ostacoli o altro arrivano dritti dritti ad un finale prevedibile e indigesto.
Senza stare a fare nessun paragone con il film precedente, l'opera sceglie e si adatta immediatamente con un altro tipo di pubblico risultando per niente pauroso come poteva essere il make up delle streghe nel film di Nicolas Roeg. Pu avendo assoldato Del Toro in una sceneggiatura a più mani, The Witch rimane un dramma ambientato tra l'altro in Alabama con molti protagonisti di colore (scelta condannata da buona parte della critica americana per ragioni che non riesco sinceramente a capire). A parte l'uso eccessivo della c.g per quanto concerne topi e la fisionomia delle streghe, funziona a tratti come film per famiglia, quasi per nulla come horror e i jump scared così come la struttura in generale sembra essere stata strutturata velocemente senza troppi riguardi.



lunedì 20 luglio 2020

Gretel and Hansel


Titolo: Gretel and Hansel
Regia: Osgood Perkins
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La trama è sempre quella: due giovani fratelli - in questa versione di sedici e otto anni, rispettivamente - si ritrovano all'interno di una foresta cupa, inospitale e spettrale, soli e costretti a badare a sé stessi. Gretel, la maggiore, e Hansel, il fratellino più giovane, incontrano Holda, una donna che si rivelerà essere una potente strega malvagia. Il resto, più che storia, è la storia

Portare i Grimm su pellicola è sempre una scommessa. Vuoi perchè alcune storie sono nell'immaginario collettivo di tutti, vuoi perchè la brevitas impone di doversi destreggiare trovando altre forme narrative e di stile portando negli ultimi anni a scenari post-contemporanei in action di revenge che poco avevano a che fare con l'anima e la drammaticità della fiaba e del suo essere una crudelissima cautionary tale (in questo caso nemmeno una delle fiabe più cruente pur essendo un'analisi lucida e netta sull'abbandono e il cannibalismo).
Perkins non poteva essere che il regista più adatto dal momento che ha nella sua indole il potere di mantenere atmosfere malsane e buie, mai scontate, dove l'ambiente gioca un importante ruolo spesso mettendo in secondo piano i protagonisti, creando suggestioni orrorifiche e sul terrore, portando ai massimi livelli la scenografia e la location composta da una foresta teutonica viva e marscecente che sembra comunicare con i protagonisti sussurrando l'incubo costante nel quale piomberanno in un paesaggio mai così macabro e inquietante.
Mantenendo lo scheletro della fiaba originale, inserendo alcuni cambiamenti del tutto funzionali, il film dal secondo atto crea un ambiguo e perverso legame di sopravvivenza tra Gretel e la strega, negando ogni soluzione commerciale ma ridando enfasi al folk-horror europeo in questo caso attraverso una matrice germanica sperimentale e funzionale a far comprendere il viaggio nell'oblio dei due protagonisti.


mercoledì 1 luglio 2020

Wretched


Titolo: Wretched
Regia: Brett Pierce & Drew T. Pierce
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un ragazzo adolescente ribelle, alle prese con l'imminente divorzio dei suoi genitori, affronta una strega millenaria, che vive sottoforma della donna della porta accanto.

Il secondo film della coppia di registi dopo DEADHEADS nasce dal bisogno di confrontarsi con i caposaldi dell'horror, prima gli zombie e ora le streghe. In quella che dal 2015 possiamo chiamare la nuova "witch renaissance", si cerca di mischiare parte delle tematiche hollandiane di Fright Night immettendone possessione, luogo maledetto, presenze, vicinanza pericolosa, trasformazione mostruosa, omicidi, sacrifici e strega appunto. La diversità è giocata sulla casa del vicino che diventa un luogo da sondare e scoprire per i suoi orrori nascosti all'interno e il fatto che il giovane protagonista sarà l’unico a rendersi conto della gravità degli eventi, ovviamente senza essere creduto da amici e familiari. L'elemento da favola che colpisce per la sua semplicità e forse materia ormai inflazionata in questi ultimi anni come quello di far nascere ancora una volta la famelica fattucchiera dalle profondità brulicanti di un antico tronco d’albero alla ricerca di carne di fanciullo, mischiando folklore antico e post-moderno.
Da qui prende piega la scelta di buttarla sulla possessione di come i mariti siano incauti senza rendersi conto di chi o cosa ha preso il posto della loro moglie e prove iniziatiche fino al bisogno di confrontarsi con il sacrificio e un suggestivo climax finale.

domenica 27 ottobre 2019

Draug


Titolo: Draug
Regia: Karin Engman e Klas Persson
Anno: 2018
Paese: Svezia
Giudizio: 2/5

Trama: Svezia, XI° secolo. Un missionario è scomparso nella sinistra foresta di Ödmården e il re invia una squadra di soccorso per cercarlo. Tra i soldati c’è anche Nanna, una giovane donna alla sua prima missione che, rimasta orfana in tenera età, è stata allevata dalla guardia del sovrano. Una volta addentratasi nella fitta foresta insieme agli altri guerrieri, la donna scoprirà che il luogo è in realtà la casa di tenebrose presenze.

Folk horror o horror mitologici. Negli ultimi anni questa tipologia sta tornando in auge da un lato con grosse produzioni (Aster) dall'altro con tanti registi emergenti che provano a cimentarsi con il genere spesso narrando qualche leggenda locale.
Draug significa morto vivente, in questo caso donne, streghe, con in più poteri particolari.
Questo oscuro personaggio viene definito anche con la parola aptrgangr che, tradotto, significa "colui che cammina dopo la morte". Il significato originale del termine era "fantasma": queste creature - che, al plurale, assumono la denominazione di draugar - vivevano nelle tombe dei Vichinghi, diventandone il corpo, secondo quanto credevano i popoli scandinavi. Se un draug era presente in una nicchia, lo si poteva capire a causa di una luce che brillava proprio dal tumulo, una sorta di separatore tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Un Draug, dunque era una entità dalla forza incredibile e dotata di poteri magici che permettevano all'essere di ingrandirsi e rimpicciolirsi a sua discrezione: su di essi era impresso l'odore della decomposizione. Potevano cambiare forma, manipolare il meteo e predire il futuro.
Ora a me spiace per la coppia di registi ma Draug ha tanti difetti nonostante le premesse e alcuni sforzi siano palesi. Partiamo dalla fretta con cui il film è stato girato e si vede, l'improvvisazione di alcune scene, una c.g pessima che nei combattimenti e soprattutto nel trucco dei Draug e in particolare della strega che assale Nanna negli incubi è davvero tremenda senza contare tutti gli scatti con cui le Draug si muovono che ricordano parecchio i j-horror. Cercare a tutti i costi l'esagerazione comporta come in questo caso un abbrutimento soprattutto in quello che doveva essere il vero protagonista del film ovvero queste strane creature e tutta la mitologia che sta dietro.
Con un finale inaspettato e interessante, Draug purtroppo se non fosse per alcuni problemi di tecnica e realizzazione aveva dei buoni spunti vanificati purtroppo anche dagli stessi Draug che non vengono per niente valorizzati e su di loro non si sa quasi nulla.
Un film che come Hagazussa sembra girato con due lire, ma dove in quel caso la strega faceva davvero paura e il cast era decisamente migliore, qui gli attori cercano di mettercela tutta e infine anche il ruolo della protagonista passa in secondo piano, i suoi obbiettivi come altri punti della sceneggiatura sono piatti, relegando tutte le caratterizzazioni ad un accenno senza mai esplorare un po di più le storie.


lunedì 7 ottobre 2019

Marianne-Prima stagione

Titolo: Marianne-Prima stagione
Regia: Samuel Bodin
Anno: 2019
Paese: Francia
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Una famosa scrittrice horror torna nella sua città natale e scopre che lo spirito malvagio che la perseguita in sogno sta provocando il caos nel mondo reale

I francesi nell'horror hanno sempre fatto scintille.
Marianne è un compendio di così tanti elementi mischiati che ne sanciscono variazioni su generi ormai ampiamente abusati, una trama opprimente e allo stesso tempo per un mood claustrofobico infarcito di elementi.
Un'operazione commerciale con tanti obbiettivi tra cui sicuramente quello di spezzare una monotonia di scrittura e puntare tutto sull'azione e i jump scared (davvero..davvero troppi). Un prodotto dove il soprannaturale, il disagio reale, la città che richiama demoni e segreti con i suoi inquietanti sacrifici, i personaggi (pochi ma buoni) che cercano di divincolarsi da una caratterizzazione spesso accennata e confusa.
Marianne mischia spesso i piani temporali, regala tanto di quel sangue che si fatica a credere ma allo stesso tempo, pur essendo pensata per un pubblico giovane (vietata ai minori di 14 anni) non riesce mai a far paura e inquietare davvero a causa del suo ritmo troppo accelerato e di una protagonista sfacciata che non sembra mai avere paura di nulla (nonostante quello che le succeda ha dell'incredibile). Un canovaccio con troppi elementi, spesso sbilanciati, che non sembrano dare mai una calma per soffermarsi a pensare a cosa stia succedendo, una continua burrasca, come il mare e le onde che si infrangono sugli scogli di Elden.
Sembra la risposta europea, con i tocchi classici dell'horror americano, delle Terrificanti avventure di Sabrina-Season 1 con più sangue e il taglio ancor meno teen.
In fondo i parti mentali di una scrittrice che diventano reali si sono già viste. I richiami sono tanti come le citazioni all'interno della serie.
Streghe, possessioni, sedute spiritiche con cani indemoniati, demoni che escono dal grembo materno, personaggi che svaniscono nel nulla senza più tornare se non sotto forma di fantasmi, tremendi incubi d'infanzia, un manipolo di amici fedeli che diventano a loro insaputa vittime sacrificali e per finire forse una delle cose più belle, la cittadina di Elden, con i suoi grigi paesaggi marini.
Dal punto di vista tecnico il risultato è impeccabile. Marianne, per l'enorme quantità di dettagli e formule andrebbe visto tutto insieme senza lasciare grossi buchi per non perdersi in una trama che allo stesso tempo se si fosse presa più tempo, togliendo elementi e approfondendo ancora di più quanto chiamato in causa, poteva risultare ancora più accattivante. Il risultato finale è comunque buono, averne di serie di questo tipo, e messe in scena con coraggio e tante formule narrative.

venerdì 2 agosto 2019

Willow


Titolo: Willow
Regia: Ron Howard
Anno: 1988
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Una regina cattiva vuol uccidere tutte le neonate per sfatare una leggenda sulla fine del suo regno. Ma una neonata si salva grazie al nano Willow, che con l'aiuto di un giovane guerriero sconfiggerà la regina cattiva.

Willow rimarrà sempre un cult, uno dei fantasy più belli di tutti i tempi. Lucas e Howard.
Il risultato è una fiaba virata verso i toni cupi e oscuri, mettendo sulla bilancia scontri tra streghe, spadaccini, troll, draghi a due teste, folletti, popolazione di nani veri, magie, scontri, trasformazioni.
Con alcuni personaggi diventati leggenda come Madmartigan o la crudele strega Bavmorda, Willow regala intrattenimento senza sosta, risultando stucchevole nelle parti romantiche soprattutto tra i nani, ma inserendosi nella galleria dei cult per l'enorme impatto visivo (per quegli anni) il coraggio di osare con battaglie epiche (l'ultima nel castello) e senza lesinare sangue e scene di massacri (come il sacrificio iniziale per salvare Eloradana).
Willow non è esente da imperfezioni, gli stessi effetti speciali soprattutto quando vediamo il drago risultano datati ma la forza del film è un'altra trattando la magia in maniera mai superficiale anche se gli effetti speciali, a cura della “Industrial Light & Magic”, lanciavano definitivamente la tecnica del morphing, fino ad allora solo sperimentata in modo occasionale.
Ci sono tutti gli elementi della fiaba, del film epico, dell'avventura, dell'azione, senza davvero far mancare nulla. L’eroe-Willow che deve compiere un viaggio di formazione, l’aiutante-Madmartigan che lo spalleggerà, il saggio-Raziel che lo guiderà, il nemico-Bavmorda che li cercherà di fermare e le spalle comiche-folletti che devono rendere il tutto child friendly. Inutili e gratuiti nonchè scontati i continui rimandi o paragoni alla saga di Tolkien. Willow gode di vita propria inventandosi un suo mondo con le sue regole.
Willow è un classico senza risultare mai un'opera mediocre nonostante non ami Howard come regista ma vedendolo più come un mestierante senza immaginazione.

mercoledì 23 gennaio 2019

House


Titolo: House
Regia: Nobuhiko Obayashi
Anno: 1977
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Dopo aver scoperto che il padre vedovo ha deciso di sposarsi nuovamente, una giovane studentessa decide di passare le vacanze estive nella spettrale casa in mezzo al bosco della zia insieme alle sue compagne di scuola. La ragazza ignora però la vera natura della zia, una strega che si nutre di giovani vergini allo scopo di diventare immortale…

House aka Hausu è uno dei più importanti film sulla casa stregata, ovvero uno dei topos narrativi fondanti per la letteratura dell’orrore, oltre che essere un cult a tutti gli effetti.
Per chi come me ama alla follia Miike, Sono e Tsukamoto, soprattutto i primi due da questa nuova onda di giovani e sorprendenti registi hanno preso molto soprattutto per lo stile e le innovazioni visive.
Nella lunga conoscenza di registi folli nipponici Obayashi era un nome che mi mancava, sapevo dell'esistenza di questo progetto folle e che dicono e io confermo sia il corrispettivo della CASA di Raimi con la differenza che se quello si prendeva sul serio in America, questo ribalta tutto in chiave trash, weird e grottesca nella terra del Sol levante.
House va visto mettendo da parte ogni tipo di presunzione, serietà narrativa, logica e tutto il resto. E'un film folle, pieno di invenzioni, in grado di spingere il trash oltre le soglie del ridicolo fino a sfiorare e oltrepassare i limiti del sublime. Dall'inizio alla fine dal momento che la trama è solo un pretesto, Obayashi ha l'unico compito di bombardare lo schermo con detonazioni ultra-pop surreali e un caleidoscopio di intuizioni visive davvero fuori dalla media.
Qui siamo di fronte ad un film che non nasconde nulla della sua ironia a volte forzata, la intreccia con gli intenti famelici della zia e infine devasta tutto con un colpo di scena finale che ribalta completamente la struttura e la circolarità del film.
Esagerato e spassoso, un film che riesce ad intrattenere, crea una buona atmosfera e infine ha una sound track con quelle note di piano, capace come una nenia, di incantarti dopo pochi minuti.