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domenica 19 febbraio 2017

Ora legale

Titolo: Ora legale
Regia: Ficarra & Picone
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Salvo e Valentino sono cognati e vivono a Pietrammare, paesino della Sicilia dove gestiscono insieme un chiosco sulla piazza principale. Il marito della sorella di Valentino, a sua volta sorella della moglie di Salvo, è Pierpaolo Natoli, un professore di liceo dagli elevati valori morali e la condotta integerrima. Pierpaolo si candida a sindaco di Pietrammare contrapponendosi a Gaetano Patanè, il primo cittadino in carica, un concentrato di corruzione e malaffare: vuole proporre un cambiamento radicale che metta fine al degrado etico ed estetico che Patanè ha incoraggiato nel paese. A sorpresa, i compaesani votano Natoli sindaco, ma una volta eletto questi esigerà il rispetto assoluto delle regole: e si sa, in Italia chi invoca la legalità lo fa sempre riferendosi agli altri, mai a se stesso. Salvo e Valentino rappresentano bene la popolazione di Pietrammare: da una parte i molti, come Salvo, che nel malcostume ci sguazzano, traendone il proprio piccolo o grande tornaconto; dall'altra i pochi come Valentino che vorrebbero un paese migliore, più onesto e rispettoso del prossimo. Ma i due cognati scopriranno di essere meno diversi di quanto pensassero perché quella verso la legalità è una strada in salita, soprattutto per chi non è mai stato abituato a percorrerla.

"Dovete fare un film commerciale che faccia ridere, slapstick datate, e sia allo stesso tempo una critica, politicamente super corretta, sul problema della mafia in Sicilia".
Praticamente al centro abbiamo una trama scontata e un concetto trito e ritrito che forse solo ad alcuni  potrà piacere ridendo in fondo di se stessi.
L'ora legale è terribile per come mostri una regione tra le più problematiche in Italia che accetta volentieri e con orgoglio di non cambiare e dall'altra gli stereotipi e i clichè del cinema italiano.
Di cosa poi si ride nel film e perchè ancora oggi si usa in modo tradizionale una satira che viene accettata e alimentata dal popolo?
La Sicilia è orgogliosa di non cambiare tradizione lasciando ai posteri e all'arte, al cinema soprattutto, i tentativi e la parodia di cineasti che credevano forse in un cambiamento. Questo film spiega in modo molto ironico, troppo forse ed elementare, il dna di un "siciliano" e la sua immutabilità e corruttibilità.
Quando però la realtà supera l'immaginario e la fantasia non fa più ridere, anche se questo la coppia di comici non sembra averlo molto chiaro, questa ironia e critica viene assimilata senza darle il giusto peso come invece dovrebbe.
Un fatto sociale che a distanza dei vecchi neorealisti del cinema italiano ancora mette in mostra sempre lo stesso lato della medaglia.
La critica velata al M5S non passa poi così inosservata e sembra la tecnica usata dal duo per monitorare come anche i "cambiamenti" possano risultare inadeguati anche quando portano su un piatto d'argento i risultati e la legalità. Il discorso sulla differenziata è senza dubbio perfetto.
Ficarra e Picone come attori sono tremendi. Uno sembra aver contratto una malattia rara che lo fa sembrare un mammifero muto e mite in via d'estinzione mentre l'altro che vorrebbe far ridere è la parodia di se stesso e ancora peggio non sta fermo un attimo.