Titolo: Coherence
Regia: James War Birchi
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Nella Finlandia del 1923 il passaggio
di una cometa ha lasciato gli abitanti di una città completamente
disorientati, al punto che una donna chiamò la polizia asserendo che
l'uomo che aveva in casa non era il marito. Decenni dopo, un gruppo
di amici durante una cena ricorda quello che è accaduto allora
mentre si preparano a vedere il passaggio di un'altra cometa, che
potrebbe far ripetere la storia alterando la realtà e causando
fratture nei rapporti.
Dall’intro del film, l’episodio che
capita nel 1923 e dallo scenario che si prospettava, mi è venuto in
mente il libro The Mothman Prophecies.
Poi dopo cinque minuti ho
compreso che si trattava di tutt’altra cosa, un thriller sci-fi che
scomodava lo sdoppiamento del mondo, una cometa che genera salti
temporali e doppioni (peccato che non abbia pure strizzato l’occhio
come nella Notte del Drive-In) e in un’ultima analisi il caos
causato dall’intrusione dell’assurdo. Un sacco di elementi
quindi.
Il titolo poi, dopo tutta questa
incredibile matassa, sembrava veramente mosso da buoni propositi
cercando di non propinare scenari già visti.
L’opera di Byrkit è
a tutti gli effetti un low-budget che, al di là del cast è
praticamente tutto girato in un unico interno.
Il problema di Coherence è che ha una
struttura contorta che spesso sdoppia l’opinione dello spettatore
come all’interno del film, lasciando di stucco per alcuni assurdi e
lesinando davvero tanto sulla suspance se non in alcuni improvvisati
momenti.
Rimane uno di quei film davvero complessi da digerire, che
dopo averlo visto ci si chiede cosa minchia si è capito e poi in
modo molto soggettivo, si grida al capolavoro indie o alla cazzata
più totale.
Per me rimane una via di mezzo, ma la vocina nel
cervello poggiava più sulla seconda possibilità.