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lunedì 3 settembre 2018

End-L'inferno fuori


Titolo: End-L'inferno fuori
Regia: Daniele Misischia
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Claudio è un importante uomo d'affari, cinico e narcisista. Una mattina, dopo essere rimasto imbottigliato nel traffico delle strade di Roma, arriva finalmente in ufficio nonostante il notevole ritardo, ma rimane bloccato da solo in ascensore a causa di un guasto. Subito dopo averlo bloccato per infastidire un'impiegata. Peccato sia proprio il giorno in cui Claudio deve concludere un lavoro cruciale per la sua azienda. Ma questo inconveniente sarà solo il primo di tanti altri. Mentre cerca di non farsi sopraffare dalla disperazione per aver perso l'appuntamento, si rende conto che sta succedendo qualcosa di terribile. Parlando al telefono con la moglie e consultando le news si rende conto che la città è in preda al delirio, colpita da un virus letale che sta trasformando le persone in essere disumani e aberranti. Bloccato nell'ascensore, fermo tra due piani, Claudio dovrà affidarsi al suo istinto di sopravvivenza per affrontare l'apocalisse che travolge la città eterna.

Nonostante ci siano vari fan del cinema di genere ormai saturi di vedere zombie o vampiri, l'opera prima di Misischia ha più di un merito. L'ambizione è quella di riportare in sala l’horror in uno dei suoi sottogeneri più popolari e sfruttati allo stremo negli ultimi anni in campo televisivo e a dirla tutta con i pochi strumenti che il regista aveva il risultato non è affatto male.
Certo sulla durata si poteva togliere qualcosa dal momento che il film soprattutto dal secondo atto fatica a mantenere ritmo e suspance nonchè la reiterazione di eventi che finiscono col diventare prevedibili e dunque meno spaventosi che si uniscono ad alcune scelte e azioni non colte dal protagonista, ma palesemente ovvie, che sembrano fatte apposta.
Scelta ancora più difficile e ambiziosa è quella di scegliere un'unica location mentre sugli attori ci accontentiamo.
Una sfida che sembrava voler chiedere ai giovani cineasti italiani, non raccomandati, se sapessero/potessero fare del buon cinema con poche idee e tanto sforzo.
La risposta è sicuramente sì anche se negli ultimi anni mi è capitato di vedere horror italiani indicibili e imbarazzanti pur avendo un discreto budget.
The End non è tra questi, cerca di avere spessore e caratterizzare bene un attore moderno che incarna i valori dell'egoismo e della corruzione, che dovrà pagare sulla sua pelle se vorrà cercare di mettersi in salvo.