Titolo: End-L'inferno fuori
Regia: Daniele Misischia
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Claudio è un importante uomo d'affari,
cinico e narcisista. Una mattina, dopo essere rimasto imbottigliato
nel traffico delle strade di Roma, arriva finalmente in ufficio
nonostante il notevole ritardo, ma rimane bloccato da solo in
ascensore a causa di un guasto. Subito dopo averlo bloccato per
infastidire un'impiegata. Peccato sia proprio il giorno in cui
Claudio deve concludere un lavoro cruciale per la sua azienda. Ma
questo inconveniente sarà solo il primo di tanti altri. Mentre cerca
di non farsi sopraffare dalla disperazione per aver perso
l'appuntamento, si rende conto che sta succedendo qualcosa di
terribile. Parlando al telefono con la moglie e consultando le news
si rende conto che la città è in preda al delirio, colpita da un
virus letale che sta trasformando le persone in essere disumani e
aberranti. Bloccato nell'ascensore, fermo tra due piani, Claudio
dovrà affidarsi al suo istinto di sopravvivenza per affrontare
l'apocalisse che travolge la città eterna.
Nonostante ci siano vari fan del cinema
di genere ormai saturi di vedere zombie o vampiri,
l'opera prima di Misischia ha più di un merito. L'ambizione è quella di
riportare in sala l’horror in uno dei suoi sottogeneri più
popolari e sfruttati allo stremo negli ultimi anni in
campo televisivo e a dirla tutta con i pochi strumenti che il regista
aveva il risultato non è affatto male.
Certo sulla durata si poteva togliere
qualcosa dal momento che il film soprattutto dal secondo atto fatica a mantenere ritmo e suspance nonchè la reiterazione di eventi
che finiscono col diventare prevedibili e dunque meno spaventosi che
si uniscono ad alcune scelte e azioni non colte dal protagonista, ma
palesemente ovvie, che sembrano fatte apposta.
Scelta ancora più difficile e
ambiziosa è quella di scegliere un'unica location mentre sugli
attori ci accontentiamo.
Una sfida che sembrava voler chiedere
ai giovani cineasti italiani, non raccomandati, se
sapessero/potessero fare del buon cinema con poche idee e tanto
sforzo.
La risposta è sicuramente sì anche se
negli ultimi anni mi è capitato di vedere horror italiani indicibili
e imbarazzanti pur avendo un discreto budget.
The End non è tra questi, cerca di
avere spessore e caratterizzare bene un attore moderno che incarna i
valori dell'egoismo e della corruzione, che dovrà pagare sulla sua
pelle se vorrà cercare di mettersi in salvo.