Visualizzazione post con etichetta Mery per sempre. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mery per sempre. Mostra tutti i post

sabato 1 agosto 2020

Mery per sempre

Titolo: Mery per sempre
Regia: Marco Risi
Anno: 1989
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Un insegnante di quarant'anni appena divorziato accetta di lavorare nel carcere minorile Malaspina. L'uomo cerca di instaurare un nuovo rapporto con i giovani detenuti, ma i suoi sforzi vengono ostacolati dai più riottosi di essi e dal direttore della prigione che non approva i metodi permissivi del nuovo venuto. Alla fine però i fatti danno ragione all'insegnante.

Risi a parte aver sondato il malessere giovanile con RAGAZZI FUORI e IL BRANCO con il film in questione ha cercato di fare un certo tipo di cinema politico e di denuncia soprattutto negli ultimi anni anche se il suo capolavoro rimane Ultimo Capodanno tratto dal romanzo di Ammaniti.
Un regista che ha saputo parlare di drammi sociali, diseguaglianze, corruzione, mafia e politica e poi ha girato quella commedia grottesca davvero ironica e recitata da una galleria di attori tutti in parte. 
Qui la location è il carcere minorile, i temi sono il disagio giovanile, l'accettazione del diverso (Mery) interpretata da Alessandro diventata poi Alessandra Di Sanzo.
Risi riesce a fare un ottimo lavoro in un film per certi versi neorealista con un cast misuratissimo e funzionale alle esigenze con quei ragazzi che troveremo anche nei film successivi e dando grande margine di sfogo a Michele Placido. La bravura del regista consiste nel proporre situazioni anche di per sé scabrose come quando il professor Marco Terzi bacerà proprio Mery in bocca e momenti assai pesanti come gli scontri tra i detenuti o la scena in cui Natale sporca con il pennarello il viso del professore (scena per altro molto lunga e lenta) con allusioni e tocchi misurati che lo rendono un piccolo miracolo tra i film che trattano questo fenomeno. 
Il degrado di Palermo è connotato da un pessimismo di fondo che accompagna la narrazione delle varie vicende di questi ragazzi costretti per motivi diversi a dover convivere all'interno del carcere Malaspina del capoluogo siciliano. 
Un luogo poco accogliente a giudicare dagli interni nonché dalla violenza a tratti smisurata delle guardie carcerarie. Finale drammatico con la morte di Pietro che non vediamo ma con l'happy ending di quella lettera di trasferimento strappata.