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lunedì 30 luglio 2012

Street Fighter


Titolo: Street Fighter
Regia: Steven E. De Souza
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

l tiranno di Shadaloo, un immaginario paese del sud-est asiatico, ha preso in ostaggio sessantatré caschi blu e minaccia di sterminarli se non avrà venti milioni di dollari. Entra in azione una task force delle Nazioni Unite, capeggiata da eroico colonnello esperto in karate

Alcuni tentativi del passato che cercavano di portare su grande schermo alcuni videogiochi hanno sempre fatto i conti con scarsi effetti speciali e a volte budget molto limitati per l’impresa. Soprattutto se parliamo degli inizi degli anni ’90 allora ne sono esempi, che poi con il tempo sono diventati dei b-movie veri e propri, film come DOUBLE DRAGON oppure SUPER MARIO BROS.
Il caso di Street Fighter è diverso per molti motivi. Il primo è che il videogioco è spaventosamente famoso e conosciuto da quasi tutta la crew dei giovani di quella generazione e poi anche dopo. Il franchising costruito ad hoc dai nipponici sull’argomento è stato poi spaventosamente gigante.
Il secondo è perché non avendo assolutamente una storia, era un tentativo davvero difficile di cercare di restituire un minimo di somiglianza anche solo con quello che si leggeva sui fumetti, e nel caso in questione, la fantasia a fatto da padrona dall’inizio alla fine.
Il terzo motivo è quello secondo cui svariate fonti, compreso me, non avevano assolutamente intenzione di vedere il film e poi dal momento che qualche anno dopo sono arrivati alcuni lunghi d’animazione davvero potenti e che hanno saputo riscattare il gioco dandone sicuramente un punto di vista apprezzabile a differenza del film in questione.
Il quarto motivo è il più brutto è la forza reazionaria del film camuffata sotto la guida di Guile (un super-tamarro Van Damme), soldato dei marines, che non è mai stato protagonista di nulla all’interno dei fumetti sulla saga.
Quindi partendo da quest’ultimo motivo diventa fine a se stesso, definendolo una boiata eccezionale, una mistura di vari personaggi reinterpretati alla cazzo di cane anche se in alcuni momenti si ride è di gusto.
Soprattutto se a caratterizzare Bison c’è il Raul Julia, morto poco dopo la fine delle riprese.