Titolo: Street Fighter
Regia: Steven E. De Souza
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
l tiranno di Shadaloo, un immaginario paese del sud-est
asiatico, ha preso in ostaggio sessantatré caschi blu e minaccia di sterminarli
se non avrà venti milioni di dollari. Entra in azione una task force delle
Nazioni Unite, capeggiata da eroico colonnello esperto in karate
Alcuni tentativi del passato che cercavano di portare su
grande schermo alcuni videogiochi hanno sempre fatto i conti con scarsi effetti
speciali e a volte budget molto limitati per l’impresa. Soprattutto se parliamo
degli inizi degli anni ’90 allora ne sono esempi, che poi con il tempo sono
diventati dei b-movie veri e propri, film come DOUBLE DRAGON oppure SUPER MARIO
BROS.
Il caso di Street Fighter è diverso per molti motivi. Il primo
è che il videogioco è spaventosamente famoso e conosciuto da quasi tutta la
crew dei giovani di quella generazione e poi anche dopo. Il franchising
costruito ad hoc dai nipponici sull’argomento è stato poi spaventosamente
gigante.
Il secondo è perché non avendo assolutamente una storia,
era un tentativo davvero difficile di cercare di restituire un minimo di
somiglianza anche solo con quello che si leggeva sui fumetti, e nel caso in
questione, la fantasia a fatto da padrona dall’inizio alla fine.
Il terzo motivo è quello secondo cui svariate fonti,
compreso me, non avevano assolutamente intenzione di vedere il film e poi dal
momento che qualche anno dopo sono arrivati alcuni lunghi d’animazione davvero
potenti e che hanno saputo riscattare il gioco dandone sicuramente un punto di
vista apprezzabile a differenza del film in questione.
Il quarto motivo è il più brutto è la forza reazionaria
del film camuffata sotto la guida di Guile (un super-tamarro Van Damme),
soldato dei marines, che non è mai stato protagonista di nulla all’interno dei
fumetti sulla saga.
Quindi partendo da quest’ultimo motivo diventa fine a se
stesso, definendolo una boiata eccezionale, una mistura di vari personaggi
reinterpretati alla cazzo di cane anche se in alcuni momenti si ride è di
gusto.
Soprattutto se a caratterizzare Bison c’è il Raul Julia, morto poco dopo la fine delle
riprese.