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martedì 23 agosto 2022

Stuff-Gelato che uccide


Titolo: Stuff-Gelato che uccide
Regia: Larry Cohen
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Al fine di salvare la propria fabbrica di gelati, due uomini indagano sul segreto di una crema dolce che dà dipendenza ai consumatori. La coppia si convince che dietro al successo del prodotto si celino diaboliche cospirazioni aliene.
 
The Stuff al tempo è riuscito meglio di chiunque altro a creare un thriller amalgamato ad un package formidabile per quello che a tutti gli effetti potrebbe apparire come uno spot pubblicitario.
Una strana sostanza che agisce sul cervello del consumatore svuotandolo della propria personalità e trasformandolo in una specie di automa non è forse l'elemento più originale, ma a differenza delle invasioni aliene degli anni '50 che suggerivano il rovesciamento dell'ordine costituito nella manipolazione delle coscienze, nello sdoppiamento e nell'alterazione dei comportamenti borghesi come metafora delle tensioni internazionali della guerra fredda e dalla psicosi del "pericolo rosso", qui il racconto allude al consumismo, minaccia tra le più subdole e coinvolgenti del nostro tempo e in questo caso il messaggio riesce a mio avviso ad essere ancora più crudele e spietato. La scena dei banconi con il gelato che và a ruba, lo spot pubblicitario e il bambino che distrugge tutto senza contare il climax finale sono momenti davvero di grande cinema.

lunedì 16 agosto 2021

Commando


Titolo: Commando
Regia: Mark L.Lester
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ritiratosi dal servizio attivo, l'ex colonnello Matrix si è trasformato in un tranquillo ragazzo-padre e pensa soltanto alla sua figlioletta. Ma un feroce dittatore centroamericano rapisce la bambina per ottenere l'aiuto di Matrix nella sua sanguinosa scalata al potere. Aiutato da una bella hostess di colore, da armi super-sofisticate, da muscoli d'acciaio e da una notevole dose di senso dell'umorismo, Matrix salverà la bimba e sconfiggerà il cattivo
 
Commando è un film ignorantissimo e reazionario a cui però da piccolo mi ci affezzionai di brutto. Il primo atto in città resta la cosa più bella con l'inseguimento nel centro commerciale. Poi si passa ad Arnold che incazzato nero perchè rivuole sua figlia arriva in un'isola e da solo distrugge un intero esercito. Facile. Soprattutto se nel finale rimasto a corto di armi Swarzy lancia un tubo nello stomaco dell'antagonista trafiggendolo e scandendo una battuta tamarra e ignorante come poche "Avevi la pressione troppo alta, Bennett!"
Lester prima di finire spiaggiato male con film di serie z aveva portato a casa qualcosa di interessante con il duo violento Classe 1984 e CLASSE 1999 (un cult di sempre) Resa dei conti a Little Tokyo e FENOMENI PARANORMALI INCOTROLLABILI




martedì 12 gennaio 2021

Cocoon


Titolo: Cocoon
Regia: Ron Howard
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Tre vecchietti diventano improvvisamente arzilli a forza di immergersi nella piscina di una casa di riposo per anziani.

Alieni, terza età, risate e happy ending. Così Howard dirige un film diventato un classico dal momento che unisce dramma, riflessione sul ritorno ad un'eterna giovinezza impossibile (o meglio con i soliti e più disparati effetti collaterali), l'avventura, la scoperta di una razza aliena mai ostile e tanti altro ancora narrato con un linguaggio che non risparmia ironia e slapstick.
Un film interessante in grado di proporre delle varianti mai ingenue riuscendo a intrattenere con classe senza lesinare momenti di forte dramma come la consapevolezza di alcuni nonni che la strada scelta porterà ad un tracollo dove dovranno confrontarsi con la morte. I massi in fondo alla piscina piuttosto che quella strizzatina d'occhio e i costumi umani che sembrano citare VISITORS sono rimasti indelebili nella mente dello spettatore, dando quella prova di Howard & crew di aver provato ad inserire qualche elemento anomalo e non meglio precisato in un film che fino a prova contraria ha le sue incursioni della sci fi.

sabato 8 agosto 2020

Gioiello del Nilo


Titolo: Gioiello del Nilo
Regia: Lewis Teague
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Quando Joan parte per il Nilo per accompagnare uno sceicco e scrivere la sua biografia, Jack non ci sta e, per gelosia, la raggiunge

Sequel molto meno fortunato e ispirato del precedente, appassisce presto per toni e ritmo con una storia confusa e alcune parti decisamente macchinose. Attori sempre in parte, anche se quell'atmosfera e quel guizzo per l'avventura cede il posto ad una regia molto più da mestierante. Teague d'altronde ha diretto poco e male, pesa anche una sceneggiatura scritta di fretta come per proseguire il successo al botteghino di un film che aveva dato molto e divertito parecchio.
L'idea della partenza dello Sceicco, il colpo di Stato, la gelosia di Jack, per assurdo è forse il primo atto a salvarsi, per un secondo e soprattutto un terzo dove c'è troppa carne al fuoco e ci si perde dietro una trama che non prendendo un'unica direzione draglia continuamente con il risultato finale di diventare noiosa, quasi una parodia di se stessa e di alcuni stereotipi, abbracciando la classica avventura a sfondo rosa già vista in altre produzioni cine-televisive

sabato 1 agosto 2020

Flesh and Blood


Titolo: Flesh and Blood
Regia: Paul Verhoeven
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Nel 1501 il nobile Arnolfini conquista la fortezza con l'aiuto dei mercenari e del giovane Stephan, esperto nell'arte della guerra e promesso sposo della principessa Agnese. Quando Arnolfini si rifiuta di pagare, i mercenari esplodono con violenza e rapiscono Agnese. Toccherà a Stephen salvarla e sconfiggere i pericolosi mercenari comandati dal terribile Martin.

E ci troviamo al cospetto di uno dei registi più controcorrenti e rivoluzionari della sua generazione, l'olandese Verhoeven che ha saputo regalarci tanti bei film violenti e appassionanti passando da un genere all'altro con una facilità disarmante. La caratteristica del regista è quella di non abbassare mai il livello di sangue, gore e splatter in alcuni casi e rendendo spesso alcune azioni dei suoi personaggi di una violenza senza eguali. Flesh and blood è un dramma epico cavalleresco in costume girato in Spagna, ambientato nell'Europa orientale dell'anno 1501 che parla di balordi, re corrotti, prendendo strade interessanti e rendendo tutti i personaggi a loro modo coinvolgenti anche se tutti a loro modo rimangono detestabili dove ognuno pensa solo a se stesso liberando i suoi istinti e approfittando degli altri. E'una raccolta di barbarie prima al soldo del re, poi in una fuga per non soccombere a chi li ha traditi e infine l'occupazione di un castello e vivere di stenti tra violenza, ipersessualità, volgarità spinta e stupri (vediamo se gli angeli sanguinano..dice Martin prima di violentare Agnese)
Il bello dell'atmosfera è che non è niente affatto scontata, ognuno agisce seguendo la propria indole e i propri istinti e in parte seguendo "spiritualmente" i gesti della statua di San Martino che sembra sbucare dal fango e diventare il loro totem di riferimento prima della bestemmia finale.
Martin è l'anti eroe che tutti sognano, in parte con qualche valore rimasto lì a cercare di capire quale direzione prendere in particolare con l'arrivo di Agnese. E'un film che dimentica e trasfigura l'amor cortese mettendo in campo gesta anti eroiche e delirio allo stato puro.
Nell'ultimo atto avendo seminato tanto e raccogliendo di conseguenza il film fa un salto in avanti senza solo proporre il teatrino dell'esagerazione della corte di Martin ma in un disordine morale ormai giunto alla resa dei conti infila quel particolare sulla peste davvero intenso come a punire l'ignoranza e la superstizione con il giusto trionfo della scienza e della furbizia come in questo caso l'intelligenza del figlio del re, Stephan, forse l'unico vero buono e idealista del film.




lunedì 27 luglio 2020

Sono un fenomeno paranormale


Titolo: Sono un fenomeno paranormale
Regia: Sergio Corbucci
Anno: 1985
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Scettico di professione, Roberto Razzi è il popolare conduttore di una trasmissione televisiva durante la quale smaschera finti santoni e medium imbroglioni. Durante un viaggio in India, dove tra i tanti fachiri fasulli ha conosciuto un vero guru, cade da un elefante e batte la testa. Si risveglia a Roma e scopre di essere entrato in possesso di facoltà paranormali: piega le posate con lo sguardo, scatena cicloni e fa levitare mobili

Sordi e Corbucci. Entrambi verso il finale di stagione.
La commedia in questione è molto fresca e con una tematica originale trattando il tema dello scontro tra scienza e occulto e prendendo a piene mani dal fantastico, il soprannaturale, l’irrazionale, perfino il fantasmagorico.
Un film diviso se vogliamo in due parti con una prima più da indagatore e descrittiva di un fenomeno che fa sempre riferimento al materialismo decretando i guru come sorta di fenomeni new-age a cui la gente facendosi abbindolare regala un sacco di soldi e poi la figura di Babasciò, forse uno tra gli unici ad essere "illuminato" e che decide di diventare una sorta di padre spirituale e mentore del nostro astuto e diffidente Razzi.
Il primo atto consolida la capacità e l'estro di Sordi nello smascherare tutti i finti medium con alcune scene davvero esilaranti lasciando però da metà film in avanti, dopo l'incidente in cui Razzi si trova in possesso di facoltà paranormali, a esagerare con i momenti fantascientifici (passi la ragazza spogliata durante la trasmissione di Baudo ma la festa finale prima di incontrare per l'ultima volta Babasciò, forse è troppo). Bellissima la metafora sul disegno della figlia di Olga che regala a Razzi. Sordi in forma come non mai.

martedì 14 luglio 2020

Fright Night(1985)


Titolo: Fright Night(1985)
Regia: Tom Holland
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un ragazzotto scopre che il suo vicino di casa è un vampiro, ma né la polizia, né la madre, né la fidanzata gli credono. Dovrà cavarsela da solo, con l'aiuto, ben pagato, di un divo dei film dell'orrore: Peter Vincent.

Fright Night di cui visto il successo uscì un sequel pochi anni dopo, è un classico horror sui vampiri che assieme a Ragazzi perduti condivide una certa tematica teen in una modalità davvero apprezzabile e che riesce a non snaturare l'anima del film.
Il film di Holland, regista horror che ha saputo nella breve filmografia regalare qualche perla, puntava sulla modernità di alcuni stereotipi visti in passato con ambientazione moderna, la casa e il vicinato, i protagonisti giovani e molto comuni, il vampiro che non ti aspetti e altre varianti che riuscivano a dare linfa e originalità ad un filone sempre in continua crescita.
Il tutto regalando tematiche che non avevano modo di esprimersi come il viaggio di formazione del protagonista e del suo mentore il quale dovrà mettere da parte il suo scetticismo, una riflessione sull'adolescenza che aprirà la strada a diversi film che affrontano quel certo tipo di tematica, dando il difficile compito all'anti-eroe protagonista di crescere attraverso una dura battaglia contro un nemico potentissimo e gli amici e la famiglia di Charlie che non gli credono. Almeno inizialmente.
Fright Night coniuga una buona componente di maschere e make-up funzionale, un'estetica splatter e sanguinolenta incisiva e per finire un perfetto mix di umorismo.
Un film che seppur dai toni da commedia riesce a regalare alcune scene davvero grottesche come quella dell'atroce morte di Evil, l'amico di Charlie che se ne va tra infiniti e mutevoli dolori mentre implora aiuto al suo carnefice


mercoledì 1 luglio 2020

Underworld


Titolo: Underworld
Regia: George Pavlou
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il ricco e malavitoso Hugo Motherskille costringe Roy Bain, un tempo alle sue dipendenze, ad improvvisarsi detective privato per liberare l'affascinante Nicole - una prostituta d'alto bordo della quale entrambi sono innamorati - rapita da una banda di misteriosi individui che vivono rintanati nei tenebrosi cunicoli della rete fognaria londinese. Bain scopre che i sequestratori sono i sopravvissuti agli esperimenti condotti con una pericolosa droga che produce momenti di ineguagliabile estasi a prezzo di terribili e irreversibili deformazioni fisiche, inventata anni prima dal biochimico dottor Savory. Nicole stessa ha fatto uso della droga ma, per qualche ragione, non ne ha subito le tragiche conseguenze e, adesso, i mutanti credono che in lei sia la chiave per ottenere l'antidoto per la loro salvezza.

Amo alla follia Barker qualsiasi cosa faccia. Questo UNDERWORLD è stato un film molto sottovalutato con una miriade di problemi produttivi, i soliti che sembrano ombre malefiche all'inseguimento dello scrittore/regista/sceneggiatore/disegnatore/pittore.
Un film che purtroppo non ha saputo far brillare tutti gli spunti e i temi che già facevano parte del suo cult Cabal. Qui lo sci-fi prende più piega, il film fa meno paura e gli stessi mostri non hanno la stessa enfasi e il brio che li contraddistingueva nel suo capolavoro.
Un film che ancora una volta parla di quelle creature, abitanti del sottosuolo dimenticati dall'umanità, cavie, esseri allo stesso tempo così simili a noi, con una comunità, delle regole, un senso di onore e rispetto e infine personalità che cercano sempre di prevaricare l'una sull'altra.
Qui Barker nello scritto ancora una volta si era rivelato profetico nel suo sviluppare una critica sociale, una denuncia alle sperimentazioni e le conseguenze che alcune droghe possono avere sul nostro corpo. Assomiglia per alcune tematiche con il film Isola perduta, con questo scienziato/medico che sembra avere un controllo su tutto e riuscire a farsi rispettare e temere da creature ben più pericolose. Pavlou purtroppo non riesce con i suoi limitati strumenti a creare e dare risalto e continuità ad un ritmo smorzato in più parti e un'atmosfera che andava mantenuta e su cui bisognava riuscire a dare i fasti per far emergere tutta la complessità degli intenti del film. Sembra di vedere gli stessi problemi in parte che facevano parte anche de Signore delle illusioni diretto dallo stesso Barker nel 95'.

domenica 27 ottobre 2019

Brazil


Titolo: Brazil
Regia: Terry Gilliam
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un mondo dove la burocrazia e lo statalismo regnano incontrastati, anche una lettera sbagliata può essere fonte di malintesi .
Da questo errore nasce l’avventura di Sam Laurie, impiegatuccio represso dal lavoro e dalla madre, che in un ultimo slancio di ribellione ed amore non ricambiato si getta a capofitto in una impari lotta contro la perfetta macchina statale che tutto vede e tutto decide.

Brazil segna un punto di svolta importante e necessario per un autore iperattivo come Gilliam. D'altronde diciamo che il film in questione è la summa di tutta la sua ideologia, quello che più gli preme comunicare allo spettatore liberandolo dalle catene di un sistema che decide per lui. Da qui partono Kafka e Orwell su tutti prendendo dal primo il personaggio di Laurie ispirato da un certo Gregor, un personaggio che conduce una vita noiosa e abitudinaria come quasi tutti, dal secondo gli aspetti distopici del film e null'altro.
Brazil è uno di quei film manifesto degli anni '80 che voleva svegliare le coscienze, deridere un modello economico obsoleto come la burocrazia anche se Weber non sarebbe d'accordo.
Proprio la burocrazia diventa la conseguenza e una sorta di macro nemico che rallenta le vite grigie, monotone e spente dei cittadini, prendendo il sopravvento e tenendo in scacco quasi tutta la popolazione a parte i terroristi, i ribelli, coloro che si oppongono.
La critica dunque arriva da Gilliam a colpire un governo che ormai ha annullato la libertà di pensiero, bocciato la creatività, lasciando la popolazione come scarafaggi a girare su se stessi. Burocrazia, governo e poi l'industria che diventa metafora perfetta del freddo, dell'anonimato, dell'indifferenza e dell'incapacità di provare emozioni.
Brazil ha così tante scene madri, intuizioni, dialoghi memorabili, una galleria di personaggi curiosi e grotteschi, arrivando a creare un mondo fatto di tubi, condotti, passaggi che non si capisce bene dove portino ma segnati comunque da un'ordine voluto dai piani alti con cui controllare sempre tutto e tutti.
Brazil è amaro e fa il colpo proprio perchè rifugge da un buonismo di fondo, non crede sia opportuno inserire un happy ending con un clima di quel tipo, la società essendo controllata non può essere liberata da un uomo solo e infine assistiamo al trionfo del Grande Fratello, in un climax freddo e spietato dove addirittura Laurie viene lobotomizzato.



mercoledì 2 ottobre 2019

Goonies

Titolo: Goonies
Regia: Richard Donner
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

I Goonies, scatenato gruppo di ragazzini abitanti nel quartiere di Goon Docks, devono dare l'addio alle case dove sono nati e cresciuti: i signorini del club del golf hanno dato lo sfratto alle loro famiglie per radere al suolo il quartiere e costruire nuovi, esclusivi, campi da gioco. Poco prima di andarsene, uno dei Goonies scopre in soffitta una vecchia mappa del tesoro, scritta da un pirata spagnolo del '600. Mettendo le mani sul bottino dell'antico corsaro, i ragazzini potrebbero salvare le loro case.

Per la mia generazione classe '82, I Goonies è semplicemente il film manifesto di un'infanzia, uno dei film più belli ed importanti non solo di quella decade ma, probabilmente, degli ultimi 30 anni.
Un cult movie indimenticabile che ancora oggi riesce ad essere brillante per una vicenda mai banale, un ritmo incredibile, un manipolo di attori e personaggi niente affatto scontati che hanno fatto la storia e alcune scene diventate leggenda così come i dialoghi e la forza della messa in scena.
Il perfetto film d'avventura, un teen-movie come non si sono quasi più visti nel cinema, un duetto che vede Spielberg come produttore e Columbus alla scrittura e una trama capace di unire allo spirito del film di formazione e del viaggio dell'eroe, il tema dell'amicizia, la diversità (il mostro buono), i primi amori e il rapporto con l'altro sesso come qualcosa di gigantesco, una montagna da scalare, e non ultimi i pirati con Willie l'orbo e i tracobbetti.
I Goonies sono diventati nel giro di poco un ricordo indelebile per chi si approcciava a quell'immaginario collettivo degli anni '80 facendoci ricordare quasi tutte le battute a memoria in un continuo di richiami e di cambi di rotta improvvisi e inaspettati.
La forza del film al di là dell'affiatamento degli attori sta proprio nella sua apparente semplicità, trattando una ricerca del tesoro in maniera molto realistica in cui chiunque a quell'età avrebbe voluto farci parte, lottando, scappando dalla banda Fratelli e scontrandosi contro un sistema che vuole togliere le proprie case, i ricordi e i legami con la comunità.
Spielberg come produttore è stato fondamentale per unire gli archetipi del cinema d'avventura con lo spirito action di Donner, in cui sono proprio i pre-adolescenti, i losers, i goony che voleva dire sfigati, a dover lottare per una causa in cui i genitori sembrano rinunciare.

mercoledì 5 giugno 2019

Explorers


Titolo: Explorers
Regia: Joe Dante
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Tre adolescenti video-dipendenti e computerizzati costruiscono un improbabile veicolo spaziale e vengono risucchiati da un'astronave carica di mostriciattoli.

Gli anni '80. Quelli che soprattutto nel cinema hanno seminato alcuni cult indiscussi, resi immortali negli anni a venire.
Film coraggiosi che prendevano maledettamente sul serio l'avventura e la sci fi rendendola interessante e mai pretenziosa e in grado di regalarci immagini di universi sconosciuti che solo la settima arte è in grado di creare.
Dante è un regista che soprattutto in quegli anni è stato tra gli autori più validi, consacrando alcuni generi e regalando delle perle rare che il cinema di genere non è stato più in grado di asservire al suo pubblico a causa delle mode, il gusto del pubblico, le nuove tecnologie, il montaggio frenetico etc. Al di là del finale e dell'incontro con gli alieni piuttosto fiacco e dolciastro, il film puntava ad un target di giovanissimi dove però come nel caso di E.T e chessò NAVIGATOR, i genitori accompagnatori sono rimasti anche loro rapiti da questi scenari ricchi e variegati.
Un film magico intriso di citazioni che crede nei più piccoli restituendo un messaggio sempre importante ovvero credere nei propri sogni diventando costruttori di qualcosa che si pensava impossibile ma che il cinema essendo prima di tutto una magia può renderlo possibile.
Explorers è un film sulla speranza durante uno dei periodi più brutti della giovinezza (l'adolescenza), che crede nell'amicizia, anticipa i nerd e porta sullo schermo una sequenza, quella del viaggio dentro la bolla all'interno della città, tra i momenti indimenticabili e le scene madri del film e del cinema di genere di quel periodo.



giovedì 30 agosto 2018

Nightmare 2-La rivincita


Titolo: Nightmare 2-La rivincita
Regia: Jack Sholder
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il terrificante Freddy Krueger si impadronisce della mente e del corpo di Jesse, spingendolo alla follia criminale.

In Nightmare 2 il protagonista non è Freddy Krueger bensì una sorta di possessione che porta il protagonista della vicenda a trovarsi vittima di dover indossare il guanto del mostro e uccidere così per lui. Ritornano le antiche leggende per cui gli adulti nascondono i loro misfatti circa la tragedia di Krueger e i segreti nella casa al 1428 Elm Street.
Ma a parte il cambio alla regia che non vede più Craven ma Sholder, regista solido sul genere, è l'atmosfera in generale a cambiare rendendo il film quasi un thriller con "l'indagine" di Jesse a cercare di dimostrare la sua innocenza.
Sicuramente è molto più convenzionale e meno inventivo rispetto al predecessore che aveva fatto strage tra gli spettatori entrando fin da subito nella galleria dei mostri indimenticabili e dal potere tra i più stronzi mai visti, come distruggere la psiche in un battibaleno, con la figura come dicevo di Freddy in questo sequel messa in secondo piano a favore delle turbe mentali del protagonista che ad un certo punto diventando ripetitive e non hanno quella funzionalità che ci si aspettava soprattutto negli ultimi concitati minuti, per trasformare il tutto in una lotta morale classica tra il bene e il male che sfocia in una certa banalità.

venerdì 5 gennaio 2018

Fracchia contro Dracula

Titolo: Fracchia contro Dracula
Regia: Neri Parenti
Anno: 1985
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Ormai sul punto di essere licenziato per evidente incapacità, il Geom. Giandomenico Fracchia, agente immobiliare, cercherà di rifilare un lugubre castello in Transilvania a un uomo praticamente cieco.

Fracchia è stato un altro dei personaggi interpretati da Paolo Villagio dopo Fantozzi. In questo capitolo possiamo definirlo un alter ego. Le analogie sono svariate soprattutto con questo Fracchia contro Dracula a differenza di FRACCHIA LA BELVA UMANA. Commedia ironica che cerca di coniugare le gag di Fracchia e l'immancabile Filini finito a riciclarsi un ruolo da co-protagonista anche in questo capitolo.
Partendo dalla ricostruzione di una Transilvania comunque appagante per quanto concerne costumi, location e musiche, il film pur essendo trash e un b-movie perfetto, ha in sè tutti gli elementi per cercare di provare a "spaventare" in qualche scena (forse quella del morso alla figlia dell'oste o Frankenstein che uccide la figlia di Dracula) ma per il resto il ritmo e la messa in scena ricorda a tutti gli effetti come dicevo un capitolo di Fantozzi.
Rimane comunque un esperimento interessante cercando di inserire l'horror e partendo da esso scardinarne gli ingredienti cercando di fare un film di genere.
Limitatissimi gli effetti speciali che comunque hanno una loro piena funzionalità così come il cast molto azzeccato che unisce attori variegati e tra le maestranze va ricordata la presenza di Tovulo alla fotografia, direttore che curò tra i tanti film anche SUSPIRIA di Dario Argento, e qui la sua mano si sente parecchio

Pur essendo molto leggero quest'ultimo Fracchia rimane una bella parodia italica sui vampiri e i classici, in più il personaggio di Isabella Ferrari è lì per ammazzare i vampiri essendo una specie di figlia di Van Helsing e forse è da qui che Joss Wedhon ha preso spunto per la sua serie tv più celebre con la cacciatrice di vampiri bionda e affascinante.

domenica 4 giugno 2017

Yado


Titolo: Yado
Regia: Richard Fleischer
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Gedren è una potente e perfida regina, che grado a grado sottomette o stermina i sovrani rivali. Sonja, una atletica principessa unica superstite di una famiglia regale, vuole vendicarsi dell'eccidio dei suoi e parte in cerca dell'avversaria, dopo che questa ha rubato nella città di Habloc un prezioso talismano. Si tratta di una enorme e scintillante pietra verde, il possesso della quale garantisce quello dell'universo, perché solo tale pietra, finché starà sepolta nelle viscere della terra, ne assicura l'equilibrio. Premesso che unicamente mani femminili possono toccare e conservare il prezioso talismano, Sonja intraprende il suo viaggio. Aiutata da un baldo, gigantesco cavaliere - Yado - oltre che da Tarn, il principe bambino della città di Halboc, assistito daL buffo, ma fedelissimo scudiero Falcon. Le avventure sono numerose e molteplici i rischi, ma alla fine i quattro arriveranno alla meta, cioè al castello della perversa regina. Nel duello conclusivo tra le due donne, Gedren sarà annientata, cadendo nel fuoco sottostante la sua orgogliosa dimora, il principino ripartirà per ricostruire il suo regno, il talismano rimarrà fortunatamente nel buio ad evitare guai per tutti, mentre Yado e Sonja, dopo aver ancora una volta incrociato i loro spadoni tanto per restare in allenamento, sospenderanno il duello, per suggellare con il bacio la vittoria dell'amore.

A WOMAN AND A WARRIOR THAT BECAME A LEGEND
Fleischer dopo il successo di Conan il distruttore venne di nuovo scelto per questa sorta di spin-off su Red Sonja che di fatto doveva aprire le danze al personaggio di Conan.
In realtà per non offuscare Sonja, Arnold Schwarzenegger interpretò Kalidor, il potente signore, uguale in tutto e per tutto a Conan con l'unica differenza è che il mitico guerriero dalla spada cimmerica era un ladro e Kalidor no.
Il film di Fleischer ha sicuramente molto fascino pur non regalando quell'epicità che la saga di Conan aveva espresso molto bene diventando la saga più celebre sull'era Hyboriana.
Sicuramente il ritmo e l'ironia (anche se la violenza non manca e la scena d'apertura dove Gedren uccide tutte le adepte del culto era abbastanza impressionante per l'anno di uscita) fanno da padroni, le scene di combattimento sono ipervitaminiche e i mostri fanno la loro figura di certo in quantità maggiori che non nei film precedenti. Con queste perle del filone epico-fantasy si chiude una stagione che ha saputo dare il meglio in queste opere portando ad uno stato di grazia tutte le maestranze che lavoravano all'interno del film.
Opere nel vero senso della parola che non perdono ancora quel fascino che le contraddistingueva.
A differenza però di Milius, la critica che è sempre stata mossa a Fleischer già nel precedente Conan il distruttore è quella di dare tropo spazio riproponendo un'avventura fantastica e una storia di vendetta piuttosto prevedibile e poco coinvolgente.
Da notare come per quanto concerne la parte tecnica hanno lavorato nel film diversi italiani. La colonna sonora di Ennio Morricone riesce a dare epicità alle scene e il lavoro di scenografia di Danilo Donati è semplicemente meraviglioso.

mercoledì 19 novembre 2014

Mad Max 3-Oltre la sfera del tuono

Titolo: Mad Max 3-Oltre la sfera del tuono
Regia: George Miller
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il guerriero Mad Max si trova a Barteltown, dove gli abitanti sono iper tecnologici. Gli viene tesa una trappola dalla regina Auntie che lo abbandona nel deserto. Ma in suo aiuto accorrerà una banda di bambini.

Nell'ultimo capitolo della saga, meno spettacolare e incisivo rispetto ai precedenti due, Miller è stato ugualmente capace di trasmettere ancora tante idee, di sorprendere e trasformarsi, soprattutto per le scelte stilistiche e alcuni make-up, davvero funzionali per l'anno di uscita.
Lo spirito e gli intenti addolciscono un po lo spirito e la risposta e le azioni di Max, in un clima caotico, dove di nuovo regnano soprusi e leader autoritari, ma allo stesso tempo comincia a delinearsi un'idea di società più matura, anche se con tutti gli effetti collaterali del caso, con delle regole e delle norme da seguire, seguendo questa traiettoria durante tutto il primo atto, per poi ancorarsi stabilmente nella seconda parte verso un percorso e temi molto diversificati.
Il film a differenza dei due precedenti è proprio strutturato in due parti diverse ma ugualmente interessanti, anche se come accennavo, siamo distanti dai primi due per spirito anarchico e livello di violenza e spirito cinico.
Nella seconda parte, la dimensione filosofica aperta alla speranza, nonchè nel finale l'aereo come metafora di una libera scappatoia verso un futuro più armonioso, mostra una sorta di lieto fine che però fino alla fine non cede il passo alla retorica e ad una banalizzazione degli intenti.
I ragazzi e il loro cercare di ridare un nome a tutto ciò che faceva parte della società prima della tragedia nucleare, sembra una variante di quel totem simbolico che Golding tratteggiava già nel SIGNORE DELLE MOSCHE.
Qualcuno non convinto dell'ultimo capitolo lasciato in mano ad una produzione mastodontica che di fatto ne ha sancito modifiche e mutilazioni, ha fatto un paragone secondo me interessante: "è un pò come trasformare il rock in pop easy listening per adolescenti"
Tuttavia Oltre la sfera del tuono, chiude una trilogia davvero precisa e calibrata, innovativa e sperimentale, originale nella messa in scena e nell'aver elaborato delle mode e un make-up poi ripreso e riadattato negli anni.

domenica 18 maggio 2014

Witness-Il Testimone

Titolo: Witness-Il Testimone
Regia: Peter Weir
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ferito e braccato da colleghi corrotti, un poliziotto si rifugia in un villaggio degli Amish, comunità cristiana di origine tedesca che vive di agricoltura rifiutando il progresso tecnologico. I corrotti vogliono eliminare lui e un bambino, testimone di un omicidio.

Se fosse stato un film di un qualsiasi regista avrei apprezzato di più gli sforzi ma visto che si parla del notevole Weir, devo dire che tutto sommato, il regista poteva davvero dare qualcosa di più.
Il confronto tra due diversi modi di vivere, comunità e società, modernismo e arretratezza, capitalismo e individualismo, è inquadrato in questa sceneggiatura (che ha vinto l'Oscar) prendendo la setta rurale degli Amish e connotandola, facendola interagire con le regole ferree di una società in cui incappa il detective John Book.
Il protagonista cerca di entrare in contatto soprattutto, e ovviamente, con una donna, simbolo ancora una volta della riflessione e del cambiamento.
Weir da sempre è stato interessato a temi scomodi e vicende particolari, sembra ancora una volta voler indagare e studiare la sua passione più grande ovvero il confronto traumatico fra una mentalità moderna e una molto tradizionale, o addirittura "antica".
Legandola e facendola viaggiare parallela all'indagine poliziesca e al thriller, Weir dimostra una perfetta aderenza alle regole e infatti la coerenza sta alla base dello script e delle riflessioni che il regista semina durante il film.
Il commento musicale di Maurice Jarre poi aiuta davvero tanto nella impersonificazione con la vicenda.

venerdì 9 maggio 2014

Legend

Titolo: Legend
Regia: Ridley Scott
Anno: 1985
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Il Signore delle Tenebre vuole oscurare per sempre il sole. Per farlo dovrà eliminare i custodi delle virtù: i mitici unicorni. Il mondo incantato di Jack e della Pincipessa Lily, è sull'orlo del baratro, e quando il primo unicorno verrà privato del magico corno, sul loro bosco irromperà l'inverno. L'eterna lotta tra il bene e il male, è lo spunto semplice a cui fa da sfondo un'ambientazione fantasy senza tempo.

Gli anni '80 hanno portato ai massimi vertici il genere fantasy in tutti i suoi limiti e in tutta la sua grazia e la sua abbondanza di immaginazione e potenza nel campo degli effetti speciali artigianali.
Legend fa parte di quei film che esulano da stereotipi di genere e cercando di confezionarsi tutto sommato e con tutti i limiti dell'anno di uscita (anche se in questo caso il lavoro tecnico svolto è eccellente) un suo particolare sguardo prediligendo la magia e tutto ciò che ne consegue.
All'inizio c'era il nulla e i signori del male, poi è arrivata la luce e la purezza.
Scott al suo 4°film si confronta con il fantasy, genere per lui scomodo e poco incline al suo particolare sguardo verso la sci-fi. Tuttavia pure con una trama tutto sommato ingenua, Legend si avvale soprattutto nel finale, di alcuni momenti piuttosto inquietanti e ambigui, prediligendo i dialoghi all'azione (in più parti), e creando un certo fascino dark con delle suggestive ambientazioni e uno stile quasi barocco.
Curry nei panni di Tenebra e Bennent nell'elfo, sono i due elementi che si apprezzano di più insieme alla strega verde e ad altre piccole chicche.
Il problema di Legend è l'eccesso di sentimentalismo e tetraggine(nordica) nonchè una certa pesantezza nel ritmo e nel montaggio che soprattutto nella prima parte, mimano il restante della storia.




domenica 15 gennaio 2012

Ritorno degli Ewoks

Titolo: Ritorno degli Ewoks
Regia: Jim Weath,Ken Weath
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Una bimba e il suo amico Ewok si fanno aiutare da un vecchio e saggio eremita per trovare una strega cattiva e far sì che interrompa un suo maleficio

Secondo capitolo della saga prodotta da Lucas memore del successo della saga epocale GUERRE STELLARI.
Peccato che siano davvero pochi gli elementi a salvarsi in questa avventura per piccoli bambini. Forse solo la creaturina Deji contando che il vecchio e la bambina e la strega nonché l’antagonista sono dei personaggi che non apportano nessuna novità nei film d’avventura.
Un film divertente,forse,solo per il target a cui tale pellicola era indirizzata.
Di nuovo la stessa coppia di fratelli che firmano immancabilmente il secondo e ultimo capitolo.

martedì 13 dicembre 2011

Ritorno a Oz


Titolo: Ritorno a Oz
Regia: Walter Murch
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dorothy Gale è tornata a casa dal fantastico mondo di Oz e non si è ancora ripresa. I genitori, preoccupati, la portano dal dottor Worley che le pratica un elettroshock. Il risultato è che la clinica va a fuoco e Dorothy si ritrova di nuovo nel mondo di Oz, ma questa volta tutto è cambiato

Murch è uno che sa il fatto suo. Ha vinto svariati oscar, montato l’impossibile e poi ha filmato la regia di un solo film che rimarrà un cult per tutta la vita. La questione era che un sequel era impresa alquanto difficile. Cercare di dare nuova vita a una delle opere fantasy cult per eccellenza poteva diventare rischioso invece Murch fa parte di quella piccolissima elite che è riuscita con il sequel a battere l’originale con l’odiosa Judi Garland
Il ritorno a Oz chiaramente ha la fortuna di essere un film degli anni ’80 in cui si scommetteva molto sugli effetti artigianali, l’Animatronic da il suo meglio(il film infatti vinse un oscar per gli effetti speciali) e più di tutto si assiste finalmente ad una favola gotica, ancestrale e con evidenti richiami all’horror(la parte poi iniziale nell’ospedale psichiatrico e del tentativo di lobotomizzare la protagonista è molto inquietante).
Affascinante e sinistro, il film sfoggia tutta la creatività del regista che ripropone sicuramente una storia più simile al libro da cui è trasposto(il concetto di Dorothy che immagina un Oz basato su persone che conosce nel mondo reale è mantenuto quasi intatto in Nel fantastico mondo di Oz)e ci mette tutta l’anima in questa sua opera tanto da farsi cacciare dalla produzione, arriverà poi Lucas(che finalmente dimostra di fare qualcosa di saggio nella vita) a salvare l’amico mettendoci la faccia.

martedì 13 settembre 2011

Neurokillers


Titolo: Neurokillers
Regia: David Blith
Anno: 1985
Paese: Australia-Nuova Zelanda
Giudizio: 3/5

DEATH WARMED UP è un bel film di fantascienza, non eccessivamente originale ma per essere dell’85 è piuttosto catartico nell’atmosfera, nell’azione e nello svolgimento anche se con alcune cadute nel comparto della sceneggiatura. Sembra di aver a che fare per certi aspetti con l’ISOLA PERDUTA, L’ABOMINEVOLE DR.PHIBES o film di quella portata in cui uno scienziato,  Archer Howell, conduce esperimenti di manipolazione mentale nel super-tecnologico ospedale "Trans Cranial Applications".
E’proprio l’azione e il ritmo abbastanza veloce a rendere il film gradevole, con una schiera di zombie assetati di sesso e di violenza in cui non mancheranno scontri direi quasi tragi-comici come ad esempio la scena sul traghetto.
Davvero un film piacevole e interessante con alcune critiche concernenti gli abusi di potere di un singolo uomo che discerne della vita di altri esseri umani e il caro come in questo caso l’elemento che da ancora più linfa al film, della vengeance del protagonista vittima anche lui dell’esperimento e del brutale incidente scatenante.