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domenica 13 marzo 2011

964 Pinocchio

Titolo: 964 Pinocchio
Regia: Shozin Fukui
Anno: 1991
Paese: Giappone
Giudizio: 2/5

Pinocchio è un cyborg di piacere difettoso. Viene abbandonato per strada dalla sua padrona e vagando senza meta incontrerà Himiko, ragazza con qualche problema. Quando la ditta che costruisce illegalmente questi cyborg scopre che Pinocchio è scappato, si metterà sulle sue tracce per riprenderselo.

964 Pinocchio è un film per pochi. Nel senso che mette a dura prova un la fruizione dello spettatore che assiste per quasi tutta la durata del film a lunghissime urla e disperazioni generali. Un film in cui la trama praticamente è solo un pretesto per mostrare immagini crude e sboccate, perverse e inconsistenti. La società che mostra Shozin Fukui potrebbe all’inizio sembrare simile a quella di TETSUO di Tsukamoto ma senza avere gli eccessi stilistici o la bravura del predecessore. Pinocchio subisce una trasformazione che praticamente dura tutta la durata del film, soffre e basta, e alla fine si appresta ad una resa dei conti con il suo padrone/Geppetto.
E’ difficile anche in base ai contenuti esprimere giudizi sull’interpretazione dei personaggi che comunque, in particolare Pinocchio, dimostrano un “coraggio” anomalo nel interpretare simil personaggi se così li si può definire. Così come comico è il paradosso accattivante di ribaltare il soggetto del film della Disney per una resa di un’esagerazione gratuita sotto tutti gli effetti che prende solo l’idea del feto/pinocchio.
Il genere potrebbe essere quello di un film di fantascienza vista la tematica ma poi diventa un miscuglio di scene trash e splatter che perdono di vista ogni idea di soggetto e di “storia”.
Lo stile del regista invece è buono dal punto di vista tecnico. Molte inquadrature a spalle veloci e con un montaggio frenetico e allucinato.
Insomma un delirante e morbosissimo film giapponese che lascia perplessi se vogliamo cercare di approfondire le tematiche del film. Per il resto è cinema underground-trash-spazzatura-giapu