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domenica 20 marzo 2011

Kids Return

Titolo: Kids Return
Regia: Takeshi Kitano
Anno: 1996
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Due amici si ritrovano dopo anni in cui ognuno ha scelto una propria strada seguendo il proprio istinto. In un lungo flashback osserviamo le vite dei due protagonisti, il bullismo a scuola, la scelta di frequentare una palestra di boxe in seguito ad un pestaggio e proprio da questa le due strade divise,uno continuerà con la boxe, l’altro invece passerà alla yakuza come risposta al fallimento scolastico e sportivo.

Kitano, uno dei registi di maggiore talento in Giappone, gira questo film in grossa parte autobiografico con rimandi all’inizio della sua carriera in qualità di presentatore e con il fratello in veste di comico.
Il film è come una cornice malinconica, un tuffo nel passato che ti fa rivivere un’amicizia, una maturità ed infine una riflessione sul destino e le scelte che possono essere portate avanti dai due protagonisti. Una sorta di Ito e Mitsuasci(per rifarci al celebre anime giapponese)che iniziano la carriera scolastica facendo i prepotenti e tagliando le lezioni. Si arriva poi al confronto nella palestra di boxe dove uno dei due convinto di essere il più forte perde contro l’altro e quindi scoraggiato rompe l’amicizia è diventa oramai scoraggiato e amareggiato un affiliato della yakuza. L’altro invece continua con la boxe e dopo alcuni successi perde lo spirito combattivo e lascia perdere la carriera agonistica.
Due opposti, due caratteri troppo orgogliosi, due personalità distinte, un cammino di formazione velocizzato in alcuni momenti ma che riesce a dare un ottimo quadro su quali possono essere le scelte di un ragazzo giapponese. Anche in questo la scelta di Kitano è stata molto personale nel descrivere come facilmente ci si puo’ perdere e infine se si ha la fortuna e si mette da parte l’orgoglio ritrovarsi anche solo per una passeggiata in bicicletta come ai vecchi tempi.
Girato con la solita attenzione alla scelta degli spazi e all’importanza estetica dell’immagine, questo film ha veramente un’atmosfera fredda e spietata mai sbilanciata ma che ha nelle metafore e nella scelta dei simboli una struttura quanto mai appropriata con inquadrature molto classiche infine Kids Return risulta essere un altro dei capolavori dell’autore giapponese.