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giovedì 17 dicembre 2020

Zeroville


Titolo: Zeroville
Regia: James Franco
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

1969, Ike 'Vikar' Jerome è uno studente di architettura ventiquattrenne profondamente appassionato di cinema e con qualche difficoltà relazionale. Decide di partire per Hollywood per inseguire il sogno di sfondare nel cinema. Riesce a diventare un direttore di montaggio di successo, ma il settore sta attraversando un cambiamento epocale, con il declino degli studios e la nascita dei registi indipendenti. Attraverso l'incontro con starlette, musicisti e registi, il suo viaggio a Hollywood si trasforma in una scoperta tra meraviglia e tragedia.

James Franco ormai nella sua avviata carriera da regista ci ha regalato drammi appassionanti soprattutto nella fase letteraria in cui trasportava al cinema Steinbeck e Faulkner.
Film che soprattutto nella messa in scena ricordavano come atmosfere i romanzi di Corman McCarthy. Zeroville è un film prezioso tratto da un romanzo cult in America dove di fatto potremmo definirlo un inno d'amore per la settima arte, dove il protagonista tra mille insidie, conoscendo gli squali di Hollywood e Los Angeles, comincia la sua incredibile discesa come montatore, dimostrando sensibilità, sfrontatezza, un piccolo uomo in un oceano di immagini alla ricerca del frame perduto o che nessuno ha saputo vedere. L'impressionante quantità di opere, registi, film citati, lascia frastornati. Quasi tutto il cast regala profonde emozioni a parte qualche egomaniaco di troppo che eccede con la propria performance. Passiamo visivamente da un'immagine all'altra, sballottati come Vikar da un set all'altro come succedeva in quel branco di amici che aveva le redini del mondo cinematografico (la chiacchierata tra Spielberg, Schrader e Lucas ad esempio dove il primo racconta l'idea per il suo film più bello) oltre che Milius, Scorsese e molti altri ancora. Feste e lussi che Vikar osserva quasi come se fosse distante, una comparsa che analizza per cercare di comprendere e poi mettere assieme a modo suo. Un film che dal punto di vista tecnico segna forse uno dei traguardi più maturi dell'autore con una fotografia in grado di illuminare ogni singolo dettaglio, una pulizia dell'immagine e una mdp sempre in grado di evolversi come il talento del protagonista per finire con un montaggio magnetico e surreale in un film in parte meta-cinematografico.
Un'opera comica, tragica e drammatica, un film magico e personale, un prodotto coraggioso, un'altra descrizione di quella Hollywood e quel mondo che abbiamo ormai imparato a conoscere e che in qualche modo diversi autori hanno rappresentato omaggiando quella creatività e voglia di esprimere un'arte che segnava svolte importanti.