Titolo: Pazza Gioia
Regia: Paolo Virzì
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Beatrice Morandini Valdirana ha tutti i
tratti della mitomane dalla loquela inarrestabile. Donatella Morelli
è una giovane madre tatuata e psicologicamente fragile a cui è
stato tolto il figlio per darlo in adozione. Sono entrambe pazienti
della Villa Biondi, un istituto terapeutico per donne che sono state
oggetto di sentenza da parte di un tribunale e che debbono sottostare
a una terapia di recupero. È qui che si incontrano e fanno amicizia
nonostante l'estrema diversità die loro caratteri. Fino a quando un
giorno, approfittando di una falla nell'organizzazione, decidono di
prendersi una vacanza e di darsi alla pazza gioia.
Virzì rispetto ad una volta in cui
girava pellicole semplici e spensierate, che tastavano la temperatura
dei giovani e inquadravano una certa società, ha davvero fatto dei
passi da gigante.
Il CAPITALE UMANO ne è la prova
evidente. Un film non solo maturo, intellettualmente interessante,
scritto da dio e interpretato con maestria, ma un film capace di
indagare e fare un'analisi accurata sui principi e le regole su cui
si basa una certa società borghese.
La pazza gioia è tutto il contrario in
termini di intenti e di messa in scena, riuscendo ad essere un film
con uno spessore narrativo importante, struggente e commovente,
malinconico ma non strappalacrime e banale mammone o sdolcinato come
spesso capita nei drammi italiani.
E'una storia drammatica è seria, in
cui compare anche il tono e i caratteri della commedia.
Un film disegnato apposta su due
attrici di cui una, la Tedeschi, non sembra nemmeno recitare dal
momento che è lei, mentre la Ramazzotti continua a dare prova di
essere un'attrice che se caratterizzata a dovere regala buone
performance.
Di nuovo grazie al contributo della
Archibugi, il film prende tante traiettorie, alcune le percorre
velocemente, su altre si sofferma, è un on the road che sembra sono
in alcuni momenti ricordare il dramma potente e ormai diventato
emblema di una generazione che era THELMA & LOUISE.
Le imperfezioni di chi ci sta vicino,
la gioia di godere della semplicità e dei singoli attimi della vita,
la costruzione di due identità totalmente differenti ma accomunate
dall'incomprensione e dalle sgradevolezze del loro passato sono
elementi che il film mette in campo con una coerenza e una grazia che
pare naturale.