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domenica 18 settembre 2016

Pazza Gioia

Titolo: Pazza Gioia
Regia: Paolo Virzì
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Beatrice Morandini Valdirana ha tutti i tratti della mitomane dalla loquela inarrestabile. Donatella Morelli è una giovane madre tatuata e psicologicamente fragile a cui è stato tolto il figlio per darlo in adozione. Sono entrambe pazienti della Villa Biondi, un istituto terapeutico per donne che sono state oggetto di sentenza da parte di un tribunale e che debbono sottostare a una terapia di recupero. È qui che si incontrano e fanno amicizia nonostante l'estrema diversità die loro caratteri. Fino a quando un giorno, approfittando di una falla nell'organizzazione, decidono di prendersi una vacanza e di darsi alla pazza gioia.

Virzì rispetto ad una volta in cui girava pellicole semplici e spensierate, che tastavano la temperatura dei giovani e inquadravano una certa società, ha davvero fatto dei passi da gigante.
Il CAPITALE UMANO ne è la prova evidente. Un film non solo maturo, intellettualmente interessante, scritto da dio e interpretato con maestria, ma un film capace di indagare e fare un'analisi accurata sui principi e le regole su cui si basa una certa società borghese.
La pazza gioia è tutto il contrario in termini di intenti e di messa in scena, riuscendo ad essere un film con uno spessore narrativo importante, struggente e commovente, malinconico ma non strappalacrime e banale mammone o sdolcinato come spesso capita nei drammi italiani.
E'una storia drammatica è seria, in cui compare anche il tono e i caratteri della commedia.
Un film disegnato apposta su due attrici di cui una, la Tedeschi, non sembra nemmeno recitare dal momento che è lei, mentre la Ramazzotti continua a dare prova di essere un'attrice che se caratterizzata a dovere regala buone performance.
Di nuovo grazie al contributo della Archibugi, il film prende tante traiettorie, alcune le percorre velocemente, su altre si sofferma, è un on the road che sembra sono in alcuni momenti ricordare il dramma potente e ormai diventato emblema di una generazione che era THELMA & LOUISE.
Le imperfezioni di chi ci sta vicino, la gioia di godere della semplicità e dei singoli attimi della vita, la costruzione di due identità totalmente differenti ma accomunate dall'incomprensione e dalle sgradevolezze del loro passato sono elementi che il film mette in campo con una coerenza e una grazia che pare naturale.