Titolo: Kid
Regia: Vincent D'Onofrio
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Un ragazzo, Rio, è costretto alla fuga
attraverso il Southwest americano nel disperato tentativo di salvare
sua sorella dal suo crudele zio. Lungo la strada, incontra lo
sceriffo Pat Garrett, che sta dando la caccia al famigerato
fuorilegge Billy the Kid. Rio si ritrova suo malgrado sempre più
intrecciato nelle vite di queste due leggendarie figure, mentre il
gioco del gatto col topo dell’ultimo anno di vita di Billy the Kid
si dipana. Alla fine, Rio sarà costretto a scegliere il tipo di uomo
che intende diventare, un fuorilegge oppure un uomo valoroso, e userà
questa sua auto-realizzazione per un ultimo atto teso a salvare la
sua famiglia.
Alcune storie non moriranno mai e ogni
tanto si sente il bisogno di disotterrarle trovandone elementi nuovi
o cercando di fare luce su qualche non detto. Altre volte il bisogno
è dato dalla spinta a reinterpretare alcuni passaggi che sembravano
storicamente sbagliati.
Billy the Kid è stato ripreso diverse
volte nel corso degli anni dal cinema americano con una saga forse la
più celebre di recente a fine anni '80, YOUNG GUNS, senza stare a
scomodare i classici di Vidor, Penn o Peckinpah. Nel caso del regista
l'idea sembra nata dopo aver collaborato con parte del cast per il
bruttissimo remake dei Magnifici
sette
D'Onofrio è sempre stato un buon
attore, negli ultimi anni più una maschera o un caratterista.
Arriva alla sua seconda regia dopo un
esordio ancora inedito da noi (un horror per giunta)
Kid come Billy the Kid, fanno parte di
uno strano triangolo dove assistiamo al racconto della storia da un
terzo personaggio, questo Rio, che percorrerà una parte della sua
strada assieme al criminale e allo sceriffo Pat Garret. Un viaggio di
formazione che come obbiettivo ha la scelta finale del protagonista
che a seconda dei mentori dovrà scegliere da che parte stare (la
legge o la criminalità).
Dal punto di vista della ricostruzione,
del west che negli ultimi anni è tornato in auge, del fatto che il
cast funzioni a parte il mefistotelico DeHaan che scimmiotta troppo
nei panni del famigerato fuorilegge e un Ethan Hawke assolutamente in
parte dimenticando alcuni brutti film e prove attoriali dell'ultimo
periodo.