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martedì 30 aprile 2019

Ong Bak 2


Titolo: Ong Bak 2
Regia: Panna Rittikrai
Anno: Thailandia
Paese: 2008
Giudizio: 2/5

Thailandia, XV secolo: Lord Sihadecho e sua moglie sono uccisi durante un ammutinamento. Loro figlio, il piccolo Tien, riesce a sfuggire, ma è catturato da alcuni mercanti di schiavi. Quando cerca di ribellarsi, viene gettato in una pozza con un coccodrillo, contro cui è costretto a combattere per il solo divertimento dei ricchi. Il suo coraggio e l’intervento di Chernang, capo dei banditi della Scogliera dell’Ala di Garuda, lo sottraggono a morte certa. Sotto la protezione del formidabile guerriero, Tien sarà allevato per conoscere tutti gli stili di arti marziali: il kung fu cinese, il ninjitsu e l’arte della spada giapponesi, il muay thai tailandese. Una volta cresciuto, partirà alla ricerca degli assassini dei genitori…

Ong Bak è stata una saga di tre capitoli abbastanza interessante per farci scoprire uno stunt man come Tony Jaa e un certo tipo di cinema di arti marziali orientali. Soprattutto per il cinema thailandese questo genere rappresenta un'importante risorsa economica tale da renderlo epico il più possibile come il sequel in questione.
C'è una certa storicità in questo capitolo che lascia perlomeno sgomenti soprattutto sul taglio amatoriale con il quale pathos e cast seppur abbiano cercato di darsi da fare falliscono miseramente.
Dal punto di vista tecnico, la scenografia e il lavoro di attrezzistica rimangono forse gli aspetti migliori contando le scene d'azione e soprattutto le acrobazie che qui crescono a dismisura rispetto al precedente capitolo, anche perchè tutta la vicenda è ambientata nei paesini thailandesi a dispetto di location molto più moderne come poteva apparire Bangkok.
Tony Jaa ( a dimostrazione di quanto un attore povero appena conosca il successo perda la testa) ha fatto capricci da star, ha gonfiato il budget, si è fatto prendere da gravi crolli nervosi, ha minacciato ricatti, è addirittura scappato scomparendo nella giungla per poi ritornare, piangere in TV, e infine riuscire a concludere il tutto con l’aiuto di Panna Rittikrai, suo mentore, già sceneggiatore e coreografo del primo Ong Bak e regista dello spettacolare Born to fight