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giovedì 4 agosto 2016

Terminator Genisys

Titolo: Terminator Genisys
Regia: Alan Taylor
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

John Connor è a un passo dal guidare la resistenza umana alla vittoria definitiva sulle macchine, quando Skynet invia all'ultimo minuto un cyborg nel 1984 per uccidere sua madre, Sarah. John manda allora il suo braccio destro Kyle Reeves indietro nel tempo per proteggerla. Qui, Kyle trova Sarah in compagnia di un identico Terminator, riprogrammato, che le fa da guardiano dall'età di nove anni. Viaggiando nel tempo, Kyle rievoca anche strani ricordi, mai avuti prima, risalenti al 2017. Convince perciò Sarah a recarsi con lui in quell'anno per impedire la messa on line di Genisys, l'App dietro la quale si nasconde la stessa Skynet.

Quest'ultimo Terminator me lo sono visto in un momento di svacco in cui avevo bisogno di staccare i neuroni ben sapendo e conoscendo la storia di Skynet.
Ora pensavo di trovarmi di fronte ad un giocattolone insipido e inutile come è stato TERMINATOR SALVATION nel 2009 e che sinceramente speravo fosse l'ultimo di una saga che ha regalato due capitoli straordinari e abbastanza precursori per alcuni aspetti sul genere fantascientifico, le macchine e l'action in generale.
Genesis cerca di cambiare tutte le carte della saga, scombussolando il soggetto e arrivando a creare pure un Connor cattivo e soprattutto dalla seconda parte in avanti, un'autocitazione dei primi film generando terminator cloni uguali e senza sostanza e alcune scene d'azione davvero inutili e inefficaci. Il T-800 sembra non morire mai come Swarzy vera anima del film che cerca addirittura di fare ridere ribadendo un cambio di stile e di intenti della saga che ripeto niente a che vedere con i soli e unici due primi capitoli.
Questi ultimi due usciti sembrano far parte di una saga fantascientifica teen, con protagonisti giovani e senza polso e nulla sulla metafora dei cyborg e il loro impiego.
Ingarbugliato, scritto male e sceneggiato da cani, purtroppo il difetto grosso di Taylor e Lussier è quello di voler esagerare e a tratti cercare di essere maledettamente originali.
Una sfida che si è tradotta in una maledizione che spero chiuda la sfera uterina della saga e non faccia più uscire niente.