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martedì 27 febbraio 2018

Shape of Water


Titolo: Shape of Water
Regia: Guillermo del Toro
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Elisa, giovane donna muta, lavora in un laboratorio scientifico di Baltimora dove gli americani combattono la guerra fredda. Impiegata come donna delle pulizie, Elisa è legata da profonda amicizia a Zelda, collega afroamericana che lotta per i suoi diritti dentro il matrimonio e la società, e Giles, vicino di casa omosessuale, discriminato sul lavoro. Diversi in un mondo di mostri dall'aspetto rassicurante, scoprono che in laboratorio (soprav)vive in cattività una creatura anfibia di grande intelligenza e sensibilità. A rivelarle è Elisa. Condannata al silenzio e alla solitudine, si innamora ricambiata di quel mistero capace di vivere tra acqua e aria. Ma il loro sentimento dovrà presto fare i conti con una gerarchia ostile incarnata dal dispotico Strickland. In piena corsa alle stelle contro i russi, gli Stati Uniti non badano a spese e a crudeltà. Per garantirsi e garantire al suo Paese un futuro stellare, Strickland è deciso a tutto.

L'ultimo Del Toro incoronato a Venezia è un grandissimo omaggio ai classici del cinema.
Un film con moltissime citazioni, riferimenti, mescolamenti vari per arrivare a mettere in scena la prima vera storia d'amore del regista che non poteva non trattarsi di amore (at)ipico.
Il suo amore per il diverso che qui più che mai viene esposto senza parole come il mutismo della protagonista ma con i fatti e con i sentimenti.
Sin dall'inizio veniamo catapultati nell'universo dell'autore.
Infatti subito dopo i titoli di coda scendiamo di piano in piano dove la regia ci mostra i sotterranei proprio come in MIMIC.
Ci sono degli aspetti insoliti per un certo tipo di cinema classico che non disdegna alcuni momenti come lei che si fa il bagno (nudo integrale) e si masturba nella vasca. Per la prima volta il regista non nasconde questo bisogno e lo fa in maniera incredibile contando che poi si legherà a quella follia e anarchia di fondo che caratterizza Elsa.
E'una sorta di EDWARD MANI DI FORBICI sotto molti aspetti.
La creatura ricorda per certi versi IL MOSTRO DELLA LAGUNA NERA ma di recente può essere accostata ad una delle creature provenienti dall'orrore cosmico di Lovecraft come la creatura nella grapich novel di NEONOMICON o PROVIDENCE.
Il film è classico e abbastanza uniforme nello svolgimento anche se a livello di sceneggiatura alcuni cambi improvvisi di atmosfera o di toni rendono la narrazione un climax di generi tra cui l'horror non viene di certo dimenticato ma anzi viene evidenziato soprattutto nella tortura.
L'intero cast dove Elisa ruba la scena agli umani e agli anfibi, riesce a ritrovare quell'atmosfera d'altri tempi e il finale sappiatelo rischia di farvi venire quelle lacrimuccie che per tutta la durata avete trattenuto molto bene.