Titolo: Spring
Regia: Justin Benson, Aaron Moorhead
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Evan, dopo il funerale della madre, si
ferma al bar in cui lavora per bere una birra col suo migliore amico.
A causa di una lite, degenerata in rissa, viene licenziato. Decide
così, visto che non ha più legami, di fare un viaggio da tempo
rimandato.
Sceglie l’Italia, e quando arriva a Roma conosce due ragazzi inglesi con cui si sposta in Puglia. Qui conosce Louise, per cui perde la testa. Ma Louise ha un inquietante segreto.
Sceglie l’Italia, e quando arriva a Roma conosce due ragazzi inglesi con cui si sposta in Puglia. Qui conosce Louise, per cui perde la testa. Ma Louise ha un inquietante segreto.
Spring devo dire che è stata una
sorpresa pur non essendo un capolavoro, ma rimane comunque un film
interessante, anomalo e atipico per molti aspetti e per una certa
visione di cinema, come la mia, che ama fino al midollo il cinema di
genere.
Spring manco a farlo apposta è un film
d'amore e io rifiuto quasi a priori i film d'amore.
Della coppia di registi avevo visto e
recensito RESOLUTION, che con un'idea molto apprezzabile e pochi
mezzi, riusciva comunque nel suo nobile intento.
Spring supera decisamente il suo
predecessore anche se commette alcuni orrori di script difficilmente
dimenticabili.
Parte bene, sceglie delle location
italiane, le coste liguri, chi l'avrebbe mai detto, molto funzionali
e che si sposano bene con la narrazione.
Da quando entra in scena Louise i
registi si vede che cominciano a barcollare, la tesi medica e la
storia della protagonista a volte fa venir da ridere per quanto è
assurda e infarcita di stereotipi, senza contare poi alcune
trasformazioni fatte davvero male senza avere il budget adeguato.
Eppure per qualche strana ragione
colpisce e fa centro con un finale intriso tutto in una frase che lei
prima di spoilerarvi, pronuncia a Evan seduti su quella roccia a
guardare l'alba come stanca e stufa di questa inverosimile
immortalità.
Un personaggio il suo che a differenza
di molti altri che riescono, e infine dominano la scena risultando
pianificatori a tutti gli effetti, sembra non avere obbiettivi e
schemi se non quello di sopravvivere e di prendere la vita in modo
semplice vivendo la giornata.
I due protagonisti giocano ad
inseguirsi, immaturi per molti aspetti e con un ingenuità di fondo
che si fa apprezzare.