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mercoledì 1 agosto 2018

Ragazzo invisibile – Seconda generazione



Titolo: Ragazzo invisibile – Seconda generazione
Regia: Gabriele Salvadores
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Michele Silenzi è cresciuto: ora ha 16 anni e il temperamento tipico dell'adolescente scontroso, anche perché, oltre alla crisi di crescita comune a tutti i teenager, ha gravi problemi da affrontare. Il primo è un lutto, di cui è impossibile parlare senza fare spoiler. Il secondo è il dono dell'invisibilità, abbinato a quella forza incontrollata che gli ha permesso, al termine de Il ragazzo invisibile, di distruggere un sottomarino. Il terzo è un passato scomodo del quale fanno parte una madre biologica russa e una gemella cresciuta in Marocco della quale non sospettava l'esistenza. Ora Michele dovrà capire se essere uno "speciale" sia davvero un dono o una dannazione, scoprire chi vuole essere davvero, e fare i conti con il suo lato oscuro - "si chiama diventare adulti", in un universo in cui "l'evoluzione della specie non è mai indolore".

In Italia abbiamo il Ragazzo Invisibile e Lo chiamavano Jeeg Robot se dobbiamo parlare di supereroi e il primo è meglio del secondo.
Seconda generazione rispetto al prequel è sicuramente molto più allettante non solo in termini di scrittura e di messa in scena grazie agli effetti visivi di Victor Perez, ma soprattutto per la storia molto più dark e con alcune incursioni nell'horror con delle scene di tortura e parecchio sangue.
Tutti questi elementi a differenza di altri film in cui non sarebbero bilanciati da un buono script come spesso accade cercando solo di apparire, in questo caso il sequel del film si intreccia bene con il prequel e sigla un dittico che riesce a vincere diverse sfide con il cinema di genere senza mai perdere di ritmo.
Salvadores continua a sorprendermi. Sceglie percorsi poco battuti dal nostro cinema pendendosi dei rischi incredibili e creando di fatto un suo mondo allargato che con questa saga arriva ad espandersi ancora di più. Il ragazzo invisibile è stato saccheggiato da tanti film e serie tv arrivate qualche anno dopo con delle analogie incredibili.
Un film che fa ben sperare, che unisce, allarga il cinema di genere, diventa più maturo e coraggioso e soprattutto parla di supereroi fragili, quelli umani con cui empatizzare è fondamentale