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mercoledì 11 luglio 2012

Wanted- Scegli il tuo destino




Titolo: Wanted- Scegli il tuo destino
Regia: Timur Bekmambetov
Anno: 2008
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il venticinquenne Wes è il fannullone più pigro che il pianeta abbia mai conosciuto. Il suo capo lo rimprovera in continuazione mentre la sua ragazza lo ignora. La vita di Wes arranca quindi senza meta, fino al giorno in cui incontra una donna bella e sensuale di nome Fox, che fa parte di una società segreta che intende aiutare Wes a vendicare l'omicidio di suo padre, addestrandolo e risvegliando in lui i suoi poteri dormienti. Mentre Fox gli insegna a sviluppare al massimo i riflessi e ad acquisire una fenomenale agilità, Wes scopre che la società osserva un codice antico e infrangibile, secondo il quale deve obbedire agli imprenscindibili ordini dettati dai morti.

Diciamo che ci sono due pillole. Una è il film del regista dal nome impronunciabile e l’altra è il fumetto scritto da Mark Millar.
La prima pillola, che chiameremo rossa, è costipata di stereotipi, è commerciale, è prevedibile,
sprigiona un sacco di computer grafica e chiama a raccolta due volti noti che piacciono al pubblico.
La seconda pillola, che chiameremo blu, è anti-convenzionale, dura e spietata, sopraffina, geniale, imprevedibile ed esagerata, in un’unica parola: controcorrente.
In questo caso il film è una mirabolante sequela di cazzate in stile action-movie che si distacca nettamente dagli intenti dell’autore. Bekmambetov è un mestierante bravo, ha fatto un patto di sangue con Hollywood, ma almeno ha girato una saga originale come quella di Nochnoy dozor.
Dunque se anche gli sceneggiatori avevano le mani legate di chi è la colpa di questo film di merda?
Probabilmente il solo è unico responsabile è il target. Per certi aspetti risultava difficile trasporre tutti e sei gli albi del fumetto (ma non è questo il motivo)in un unico film slittando la parte della macro-criminalità.
In realtà la violenza e il messaggio estremo che Millar sottolineava, avrebbero fatto storcere il naso a tutta una rigorosa cerchia di benpensanti.
Ed è stato proprio così, perché prendendo di netto la storia si è veicolati su tutti gli altri aspetti risaltando ancora una volta i soli pretesti legati ad una estetica dell’immagine volta a sottolineare le ambizioni della computer grafica.
Ci si chiede solo se qualcuno, magari slegato dalle grandi produzioni, possa in un futuro dire la verità su questo inimitabile fumetto diventato un cult assoluto.