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domenica 24 giugno 2018

Lazzaro Felice


Titolo: Lazzaro Felice
Regia: Alice Rohrwacher
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

La Marchesa Alfonsina de Luna possiede una piantagione di tabacco e 54 schiavi che la coltivano senza ricevere altro in cambio che la possibilità di sopravvivere sui suoi terreni in catapecchie fatiscenti, senza nemmeno le lampadine perchè a loro deve bastare la luce della luna. In mezzo a quella piccola comunità contadina si muove Lazzaro, un ragazzo che non sa neppure di chi è figlio ma che è comunque grato di stare al mondo, e svolge i suoi inesauribili compiti con la generosità di chi è nato profondamente buono. Ma qual è il posto, e il ruolo, della bontà fra gli uomini?

Quest'anno sono diversi i film italiani che meritano di essere visti al cinema.
Diversi narrativamente e con delle storie e delle situazioni toccanti e molto particolari.
Lazzaro Felice forse sarebbe piaciuto a Fellini almeno nella prima parte così come a Scola e forse anche a Pasolini.
E'un film raro e antico, figlio di atmosfere ormai in disuso nel nostro cinema ma non per questo minori, anzi. L'ultimo film della Rohrwacher ci porta fin da subito in un passato che poi tanto passato non è, trovando una metafora o una comparazione con alcune realtà ancora vive nel nostro paese mica da ridere.
Certo gli "schiavi"come sono ritratti i contadini, umili e misericordiosi, è una di quelle realtà che nel 2018 non dovrebbe più esistere (sarà davvero così) ma qui la pretesa che li tiene tutti ancorati alla marchesa è il tipico pretesto che il borghese adotta con coloro che non stanno a chiedersi grosse domande, vivendo sereni la giornata e cercando di sopravvivere tutti assieme felici e in questa grossa cascina che sembra per alcuni aspetti una comunità.
Un film umile come il suo protagonista che nei cambi temporali dimostra di non aver sempre quel ritmo e quel mordente che dimostra di saper fare molto bene in tutto il primo e parte del secondo atto. Ci riesce ma in maniera a volte macchinosa, mettendo in scena alcuni momenti che ho trovato sinceramente fuori luogo come la scena girata a Torino, ai giorni nostri, nella banca dove Lazzaro rischia di essere martirizzato dalla folla.
Il terzo film della giovane cineasta è un film che ho trovato molto spirituale capace di scatenarmi emozioni e sentimenti. Questo è il cinema che più mi piace. Qualcosa che non mi lascia indifferente. Lazzaro felice ci è riuscito.