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martedì 7 marzo 2017

Logan

Titolo: Logan
Regia: James Mangold
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

El Paso, 2029. Sono 25 anni che non nascono più mutanti e quelli che sono sopravvissuti sono degli emarginati, in via di estinzione. Logan/Wolverine vive facendo lo chaffeur e la sua capacità di rigenerazione non funziona più come un tempo, mentre il Professor X ha novant'anni e il controllo dei suoi poteri psichici è sempre meno sicuro. Quando una donna messicana cerca Logan per presentargli una bambina misteriosa di nome Laura, nuove attenzioni e nuovi guai cominciano a raggiungere i mutanti.

Dopo due filmacci girati senza polso e anima, Mangold trova finalmente la sua tamarrata epica, storica e piena di combattimenti davvero esaltanti.
Logan è un film d'azione pieno di inseguimenti e massacri ma allo stesso tempo è un film molto sentimentale e strappalacrime, un western intriso di nichilismo e speranze (quelle future).
Jackman finalmente si presta anima e soprattutto corpo, mostrando il suo personaggio senza veli. Logan è pazzo, alcolizzato, solo, accerchiato da persone che stanno peggio di lui e senza una missione o uno scopo nella vita che possa dargli quello che vuole più di tutto: una redenzione per tutti i compiti da esecutore che come demoni lo attanagliano continuamente.
E'davvero un film anomalo, che non a caso sembra uscire dalla formula per antonomasia della Marvel, riuscendo ad aderire più alla psicologia del fumetto. Logan poi è stato addirittura selezionato ad un festival come quello di Berlino che per i comics è una novità soprattutto contando che l'opera di Mangold tutto sembra tranne che un film di supereroi.
Un noir in fondo, un road-movie scomodo e sboccato che non riesce mai e non può trovare ironia ma a volte incontra la dolcezza anche se in piccolissimi gesti soprattutto tra padre e figlia.
Logan è così cattivo che a parte arti mozzati e artigli che spappolano visi ed entrano nei crani, è proprio votato da una disperazione e un'autodistruzione cercando per tutto il tempo di dominare gli istinti. Ed è proprio qui che il film parte in quarta mostrando la sua parte "sociale"dal momento che la bambina essendo piccola non può avere gli stessi freni del padre diventando la vera arma che tutti temono. Le scene di violenza sono viscerali, quasi uno splatter per come soprattutto la bambina massacra soldati e contractors.
Rimane infine il concetto della "fuga", del "nascondersi" come un continuum sul discorso aperto da Singer sulla natura dei mutanti e la loro difficoltà a relazionarsi con gli umani.

Nel finale infine c'è un duro braccio di ferro tra salvezza e sacrificio con un colpo di scena davvero commovente.