Visualizzazione post con etichetta Gyo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Gyo. Mostra tutti i post

lunedì 25 febbraio 2013

Gyo

Titolo: Gyo
Regia: Takayuki Hirao
Anno: 2012
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Kaori e le sue amiche si concedono una breve vacanza al mare, soggiornando nella casa del suo fidanzato Tadashi. Non appena aprono la porta, però, un fetore disgustoso le assale: la puzza è dovuta a una strana creatura, un pesce che cammina per mezzo di zampe insettoidi. Kaori lo uccide e lo getta nella spazzatura, ma non c’è tempo per chiedersi cosa stia succedendo: uno squalo camminatore irrompe in casa distruggendo ogni cosa, e presto un’ondata di pesci fuoriesce dal mare e si dirige in città. È il caos totale, e Kaori ha un solo pensiero in testa: ricongiungersi con Tadashi.

Ma che sorpresa il film di Hirao tratto dal fumetto dell’ottimo Junji Ito. Di un cinismo sconvolgente e capace di suscitare una straordinaria inquietudine e un film che nella sua spietatezza non concede nessuna tregua. 70 minuti di azione, di vicende e di personaggi che appaiono e scompaiono miste a una messa in scena solida e ricca d’idee morbose e originali. Contando l’idea davvero suggestiva e travolgente, non manca ovviamente il retroscena sulla denuncia compiuta dal governo e gli abomini in campo ambientale.
Non manca nulla al film di Hirao che mostra anche scene di sesso regalando quindi un’animazione adulta ma mai gratuita nelle scene di violenza. La moltitudine poi di pesci e quant’altro riescono perfettamente a regalare quell’idea di angoscia e quant’altro proverà lo spettatore di fronte a questa disarmante ondata che viene dal mare ma che poi decolla facendo bene intuire quale sia lo scopo di questo fiume di esseri che non fermano mai la loro avanzata, e come chiede giustamente la protagonista –Chissà dove staranno andando…-
Un attacco che sotto le righe propone alcuni temi già trattai da grandi classici della letteratura così come l’idea di convogliare tutto come appare nel finale e allargare l’efferatezza del disegno da parte di quest’ondata anomala di creature.
Quello che ancora una volta colpisce di questo lungo d’animazione è la straordinaria potenza visiva che non concede un attimo di distrazione facendoti diventare pienamente parte di quel caos così primordiale che l’idea crea ma che Hirao riesce ad aumentare con alcuni passaggi importanti che aggiungono linfa vitale al manga.
Forse andava spiegata un attimino meglio la metamorfosi che ha portato alla creazione di questi esseri e della loro mutazione diventando materia organica e tecnologica.