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lunedì 20 luglio 2020

Picari


Titolo: Picari
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1987
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Due vagabondi, Guzman e Lazzarillo, cercano di arrangiarsi nella Spagna del Cinquecento. Si improvvisano servitori, si fingono ciechi, fanno gli attori e cercano di prostituire una bella ragazza. Ma è tutto inutile: dovranno continuare a essere pìcari, ovvero vagabondi che devono badare soprattutto a sopravvivere.

Per me il tempo della tragicommedia storica era uno dei fasti del nostro cinema affidato per lo più alle mani di Monicelli che con Brancaleone, il Marchese e Bertoldo aveva regalato pietre miliari.
Medioevo, età moderna, tutto legato ad alcuni denominatori come la burla, l’episodicità della novella popolare, la libertà esistenziale di chi si fa beffe o truffa il prossimo, e la ribalda cialtroneria dei protagonisti. Anti eroi, romanzo picaresco, Lazzarillo (il cui romanzo era semplicemente divino) e Guzman alternano quella vena anarcoide tipica dell'autore con avventure segnate dalla sfiga, raggiri, grossolanità, battute scurrili, situazioni blasfeme, fame, sesso e denaro e quando si può senso dell'onore e onestà.
Il film non riuscendo ad essere un capolavoro come altre commedie rimane un affresco, una galleria di situazioni alcune decisamente esilaranti e grottesche, altre stemperate o leggermente fuori parte girovagando nelle contrade spagnole alla ricerca di qualunque cosa da mettere sotto i denti dai mendicanti, ai pirati, nobili spilorci e crudeli (Gassman), mentori viandanti ciechi (Manfredi) in uno dei momenti migliori e davvero irriverente e per finire duelli e fanciulle avventurose.