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giovedì 13 giugno 2013

Effetti Collaterali

Titolo: Effetti Collaterali
Regia: Steven Soderbergh 
Anno: 2013
Paese: Usa 
Giudizio: 2/5 

Proprio quando suo marito, dopo quattro anni di pena per insider trading, viene scarcerato, la giovane Emily cade nuovamente preda di una brutta depressione. Dopo un maldestro tentativo di suicidio, finisce in cura da uno psichiatra, che per aiutarla le prescrive dei farmaci. Gli effetti collaterali, però, si fan sentire forti, ed Emily finirà per l'accoltellare il marito durante uno stato di sonnambulismo. Il suo medico si darà da fare per non farla condannare per omicidio, ma anche ottenuta l'infermità mentale le cose si andranno complicando sempre di più. 

C'è tanto amore per il cinema in questo ultimo film di Soderbergh. Il regista che ad ogni ultima uscita dice che sarà il suo ultimo film, cambia drasticamente la direzione della sua filmografia, mettendo in evidenza come ami molto diversificare e cambiare continuamente stile e carattere della storia. In questo caso il dramma unito ad una componente fantascientifica, non troppo marcata, è stata una prova dura vinta solo sotto alcuni aspetti ma che alla fine non bastano a creare quell'insieme finale da cui si esce completamente soddisfatti. Un giallo di chiara ispirazione hitchcockiana, ma anche qualche strizzatina a Bergman così come Polanski. Si presenta come una sorta di pellicola e poi gradualmente si evolve in un altro tipo senza trovare mai la soluzione perfetta ma cambiando continuamente carte in tavola e giocando su uno schema corale che piace molto al regista e con cui ritrova alcuni suoi attori congeniali. L'effetto “McGuffin” usato dal regista e che consiste nel creare un pretesto non funzionale alla trama (anche se in questo film lo è) che servirà per arrivare a sviluppare in un secondo momento la vera storia è l'espediente che di fatto tormenta continuamente il film facendo in modo che il finale diventi, come spesso accade, il monocolo attraverso cui si comprende il vero punto di vista del film. La maniacalità della cura dei dettagli del regista diventa poi trita e ritrita soprattutto quando sembra arrovellarsi attorno all'angoscia di un personaggio senza riuscire sempre a renderlo chiaro.