Titolo: Timecrimes-Los Cronocimenes
Regia: Nacho Vigalondo
Anno: 2007
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5
Hector, un uomo di mezza età appena
trasferitosi con la moglie in una casa vicino al bosco, è
comodamente seduto in giardino. Sta osservando i dintorni con un
binocolo, quando nota una ragazza molto attraente che si sta
spogliando nel bosco, mentre la moglie lo raggiunge e gli dice che
sta per uscire. Hector, non appena la moglie ha lasciato la casa, si
avventura nel bosco per cercare la ragazza. La trova completamente
nuda, in stato incosciente. Mentre cerca di capire cosa è successo,
un uomo con la faccia coperta da una benda rosa lo pugnala al braccio
con un paio di forbici. Fuggendo dal maniaco, Hector si ritrova in
una specie di laboratorio, nel quale c’è uno strano macchinario.
Los Cronocimenes è uno dei migliori
film sul viaggio nel tempo degli ultimi vent'anni.
Vigalondo non ha bisogno di
presentazioni, qui tra l'altro firma una delle prime opere che si
sono imposte anche grazie alla vittoria in svariati festival e aver
messo d'accordo parte della critica ma soprattutto il pubblico.
Il perchè di questo successo va
ricercato in diversi punti.
La scrittura fila ed è costipata di
dettagli funzionalissimi per tenere incollato lo spettatore a fare
attenzione ad ogni minimo dettaglio (e c'è ne sono davvero tanti a
cui fare e odver fare attenzione). Il cast, con un protagonista, un
uomo qualsiasi, che riesce proprio nella sua goffaggine e banalità
di uomo medio ad essere tremendamente funzionale anch'esso e
regalando anche inaspettate dose di humor. Una comicità che si sposa
spesso con l'aspetto grottesco delle azioni e della vicenda.
Dicevo che mentre la sceneggiatura fila
alla perfezione, il piano di Hector ad un certo punto ha qualcosa di
ipnotico, quasi come se fosse diventato lui uno scienzato pazzo o un
complottista paranoico che non ha modo di far capire cosa stia
succedendo. I difetti dovessero esserci (magari guardandolo più
volte), vengono camuffati molto bene dal regista e dallo scenografo.
Vigalondo essendo un autore a tutto
tondo, scrive, dirige, monta, fa i salti mortali e infine interpreta
il ruolo, quello dello scienziato, che gode all'interno del film di
una caratterizzazione e una trasformazione interessantissima con
diversi rimandi a Kafka in cui Hector, il protagonista, artefice
invece rispetto allo scienziato del proprio destino, vive un inferno
di cui non si vede la fine.
Un film davvero sorprendente, senza
tanta azione am con un buon ritmo, vivendo di semplicità che alle
volte riesce a essere inquietante e grottesca senza dover esagerare
in nessun modo.