Titolo: Alena
Regia: Daniel Di Grado
Anno: 2015
Paese: Svezia
Giudizio: 3/5
La vita di Alena è tutt'altro che
facile. Dal minuto in cui arriva nella sua nuova scuola, Filippa e
alcune delle altre ragazze si divertono a prenderla di mira
incessantemente. Josefin, la sua migliore amica, non sopporta di
vederla soffrire e si prepara a prendere misure drastiche, nonostante
sia morta da oltre un anno.
L'esordio di Di Grado è un adattamento
di un celebre graphic novel di Kim W. Andersson oltre che essere un
piccolo horror indie che tratta molti argomenti. Dal bullismo in
questo caso femminile "ben peggiore di quello maschile",
alla competizione, alla bisessualità, alla paura di rivelarsi per
ciò che si è veramente. Con un bel piano sequenza il regista ci
mostra questo nuovo collegio dove Alena sembra già dall'inizio
nascondere un segreto spaventoso.
Pur non avendo molti elementi
originali, il film regge per un buon impianto di suspance e
un'atmosfera che grazie ad una buona fotografia riesce a trovare
alcuni jump scared interessanti.
Un film dove la recitazione non è mai
sopra le righe e riesce a scorgere alcune caratterizzazioni
interessanti che sanno dare spessore al personaggio. Il flashforward
iniziale non è male ma diventa prevedibile alla fine del primo atto
e il climax finale anche se arriva come un pugno allo stomaco è
abbastanza telefonato.
Bella e originale nei titoli di coda,
l'idea di continuare a lasciar recitare l'amica della protagonista.
Ancora una nota sul fenomeno del bullismo trattato nel film, bisogna
ammettere che la scrittura è riuscita a non rendere banale questo
fenomeno ma incastrarlo in una fitta rete di personaggi facendo
scontrare la giovane mentalità adolescenziale borghese con la regola
imposta dalla preside e altri personaggi che costruiscono la galleria
funzionale dove far combaciare le storie.
Infine il personaggio di Josefin sembra
esssersi ispirato ai J-horror nipponici ma ricorda anche l'horror
inglese, sotto certi aspetti, NINA FOREVER.