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lunedì 20 aprile 2020

Gentleman


Titolo: Gentleman
Regia: Guy Ritchie
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'investigatore privato Fletcher s'intrufola nella casa del gangster Raymond Smith per raccontargli come il cliente che l'ha assoldato, il re dei tabloid Big Dave, abbia voluto vendicarsi del suo capo, il più importante trafficante di droga d'Inghilterra, l'americano Mickey Pearson. Fletcher riferisce di come Pearson abbia offerto il suo regno al miliardario Matthew Berger, desideroso di mollare tutto e ritirarsi con la moglie e socia in affari Rosalind. Raymond in realtà conosce perfettamente la storia e sa che Fletcher è venuto per ricattarlo con le prove di un omicidio tenuto nascosto. Ma è solo l'inizio di una serie di tradimenti e rivelazioni che coinvolgono anche un trafficante cinese, un miliardario russo ex spia del KGB e lo strambo gangster di quartiere Coach, a capo di una band di rapper e lottatori.

Ritchie è così. Non fategli fare film della Disney o stupidaggini patinate come Sherlock Holmes Sherlock Holmes-Gioco di Ombre
Lui è RocknRolla, SNATCH, LOCK&STOCK, Operazione U.N.C.L.E questa roba qui. Dategli gangster, droga, un cast della madonna, case, macchine e abiti di lusso. Fate parlare i suoi personaggi con quello strano accento inglese o al massimo un americano particolarmente divertente da sentire e fategli fare thriller, spionaggio, trame intricate con numerose sotto storie e tradimenti e colpi di scena all’ultimo.
Gentleman è un Ritchie che invecchia bene e torna ai suoi fasti con un cinema divertente e divertito, dove gli attori vanno sempre oltre giocando nei loro ruoli, dove tutto non sai mai se prenderlo seriamente oppure no, dove nell’apparire fuori luogo è perfettamente centrato e dove è assicurato divertimento, torture, personaggi che muoiono male, sparatorie, inseguimenti, pestaggi e tanta droga e donne bellissime.
Ritchie è fiero di essere british, così tanto che nel film nonostante arrivino i cinesi (il suo cinema d’altronde deve stare al passo coi tempi) lascia sempre loro come i russi in sordina come a dire che chi entra nella terra della Regina in fondo, nonostante possa fare dei buoni affari, deve sempre portare rispetto e rimanere due gradini sotto i padroni di casa.
McConaughey, Farrell, Grant, Hunnam, Strong, Beckinsale, cosa volete di più?
L’unica nota se vogliamo dolente è il mordente del film, Ritchie sembra essersi dato una calmata puntando più sull’estetica a tratti eccessiva, sull’eleganza e sul romanticismo che su quella crudeltà che connotava alcuni suoi personaggi nelle opere precedenti.