Titolo: Storia infinita
Regia: Wolfgan Petersen
Anno: 1984
Paese: Germania
Giudizio: 5/5
Tratto dal best-seller di Michael Ende,
la storia del piccolo Bastian che, dopo la morte della mamma, non va
a scuola e preferisce leggere libri fantastici. La "storia
infinita" comincia quando, rifugiatosi in soffitta per un giorno
e una notte, rivive la favola del libro identificandosi nel
protagonista. Un piccolo arciere, in lotta affinché il "Nulla"
non distrugga il "Tutto".
La Storia infinita oltre ad essere un
cult per la mia generazione è diventato uno di quei film
d'avventura/fantasy entrati nell'Olimpo in cui tutte le tematiche e
gli archetipi sembrano essersi dati appuntamento. Pochi ci sono
riusciti. E'in assoluto il più bel film di Petersen, insieme a
quelli che sono stati i capolavori del periodo: RITORNO A OZ, FIRE
AND ICE, STORIA FANTASTICA, LABYRINTH, NAVIGATOR, LEGEND.
Il merito più grande è stato senza
dubbio, insieme al film di Heston, quello di spiegare ad un bambino
con le immagini quanto sia sottile il filo tra realtà e
immaginazione, probabilmente una lotta che continua a non avere muri
che dividano le due sfere ma lasciandole convivere armoniosamente
senza fare l'errore di credere nel soprannaturale ma immaginarlo
possibile, questo sì.
Un film di formazione in grado di
appassionare tutti i target, regalare momenti epici, personaggi
indimenticabili, scene sinistre capaci di trasmettere paura al
momento necessario e tanti altri motivi tra cui alcune creature in
Animatronic che sono diventate storia, una colonna sonora da urlo, il
fatto di non essere troppo sdolcinato e probabilmente per un bambino
un'esperienza totale Inoltre tra i tanti messaggi lanciati da Ende
quella premura di comunicare ai ragazzi come la lettura fosse
necessaria e fondamentale per ampliare l'immaginazione e la fantasia.
Pochi altri film hanno saputo
raggiungere livelli così alti dove niente e lasciato al caso, tutto
funziona come per causa effetto senza momenti macchinosi e regalando
le più belle ore d'intrattenimento di sempre.
Gli sceneggiatori furono abili nel
trattare solo la prima parte del romanzo, facendo molta attenzione
come capitava per i libri per ragazzi, di fiabe o di storie in
generale a sottolinearne gli aspetti più ludici e divertenti
mettendo da parte gli scenari più tetri e cupi. Petersen ha messo
insieme ambo le parti finendo per fare un film molto più complesso
nella sua apparente semplicità, mostrando il villain più potente
della storia del cinema e lasciando il suo servo più inquietante di
sempre, Gmork. Rimangono alcune scene e alcune scelte ancora con un
certo alone di mistero come le leggende dietro il Fortunadrago
Falcor, il rapporto di Bastian con l'imperatrice Bambina e un finale
che colse tutti di sorpresa per il suo mischiare così bene regno
umano e regno fantastico.