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lunedì 30 dicembre 2019

Furies


Titolo: Furies
Regia: Tony D'Aquino
Anno: 2019
Paese: Australia
Giudizio: 3/5

Un gruppo di donne rapite lotta per la sopravvivenza contro degli psicopatici mascherati, in un gioco mortale diretto da misteriosi committenti.

The Furies è l'esordio alla regia di tale Tony D'Aquino, uno di quei nomi che sembra promettere bene a metà tra un boss italo-americano e un'amante del trash.
Furies combina tanti elementi, cerca sensazionalismi in ogni dove, prova a lanciarsi in una sfida nella sfida quando ad esempio si gioca con il metacinematografico e per tutto il primo atto fa quello che deve senza lesinare sul sangue, infilando elementi che sembrano assai funzionali ed inizia come potrebbe finire un tipico slasher con la final girls che scappa e il killer di turno che la rincorre.
Quasi un unico ambiente, effetti speciali tutti rigorosamente artigianali e con un audio che riesce bene a esprimere il disagio e la mattanza che si sta compiendo sullo schermo.
Il problema arriva diciamo verso la fine del secondo atto e tutto il terzo dove le lacune di scrittura sono larghe come buche dove potrebbe tranquillamente sprofondare la protagonista.
A questo punto forse D'Aquino avrebbe fatto meglio a lasciare la sospensione dell'incredulità senza poi spiegare di fatto nulla, perchè soprattutto le spiegazioni, le giustificazioni e il climax finale da revenge-movie sono un limite forte per un film che strizza l'occhio all'exploitation, a tutti i serial killer in celluloide che sono passati davanti ai nostri occhi dal ’78 in poi con delle maschere davvero suggestive e funzionali, così come il cast che a parte qualche sbaglio forse voluto (l'attrice orientale è impressionante nel peggiore dei termini) ha una buona protagonista.
Furies lo si ama, ma da un certo punto produce una smorfia nello spettatore amante dei generi che vede un'ottima occasione sprecata per un esercizio di stile e forma che sorpassa il fondamentale lavoro di scrittura