Titolo: Atmen
Regia: Karl Markovics
Anno: 2011
Paese: Austria
Giudizio: 4/5
Roman ha appena compiuto i diciotto
anni ma non ha alcun motivo per festeggiare. Non ha famiglia, è
senza amici e per di più sta scontando una lunga condanna
all’interno di un penitenziario minorile. Presto gli si presenta,
però, la possibilità di lasciare l’istituto a patto che si trovi
un lavoro che gli permetta di reinserirsi nella società. Dopo vari
tentativi andati a vuoto, il ragazzo è assunto in un obitorio. Qui,
di fronte al cadavere di una donna che porta il suo stesso cognome,
decide di mettersi alla ricerca della madre e delle sue origini.
L'Austria quasi sempre ci porta a
sondare scenari drammatici e situazioni molto pesanti.
Markovics non sembra allontanarsi
troppo da questa specie di reputazione e punta tutto su un viaggio di
redenzione reale, quasi silenzioso, lasciato sulle spalle del suo
giovane protagonista.
Un anti eroe già segnato da una
maledizione che non lo molla per tutta la durata della pellicola.
Soffocare, non sentirsi mai liberi,
spostarsi da una prigione per recarsi in "altre" prigioni
dell'anima che lasciano sempre un senso di vuoto e di morte che non è
solo quella che si vede nelle vittime con cui Roman ha a che fare ma
che diventa metafora di un male sociale e di istituzioni incapaci di
creare soluzioni diverse che non schiaccino la voglia di vivere dei
giovani anche quando questi per ragioni complesse e strazianti
arrivano ad uccidere un coetaneo.
Fine pena mai, sembra quasi il
leitmotiv della sua vita, senza colpi di scena, amici o entusiasmo.
Il controllo della respirazione diventa
la nota principale attraverso cui si dipana il film almeno fino a
quando non lascia spazio al desiderio di scoprire e di dare e darsi
una propria identità.
Solo in questo modo si scopre un'altra
vita, un altro percorso di ricerca e infine un obbiettivo che anche
se non porterà alla risposta che si vuole, diventa quell'unica
possibilità per slacciarsi dall'alienazione e dall'omologazione che
rischia di distruggere il protagonista.