Titolo: Colossal
Regia: Nacho Vigalondo
Anno: 2016
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5
Gloria è una donna qualsiasi che dopo
aver perso il suo lavoro e il suo fidanzato decide di lasciare New
York e di trasferirsi nella sua città natale. Ma quanto i notiziari
riportano che una lucertola gigante sta distruggendo la città di
Tokyo, Gloria pian piano realizza di essere stranamente legata a
questi strani eventi così distanti da lei, con il potere della sua
mente. Per prevenire un'ulteriore distruzione, Gloria deve capire
come mai la sua vita apparentemente insignificante ha un effetto così
colossale sul destino del mondo.
Vigalondo è un giovane regista spagnolo che apprezzo molto. Ha fatto pochi film mentre ha lasciato sicuramente il marchio all'interno dei cortometraggi all'interno dei film horror a episodi usciti in questi ultimi anni (Vhs Viral, THE ABCS OF DEATH).
Ora parliamo dei suoi film precedenti.
Non erano capolavori ma all'interno contenevano alcune idee originali
e spunti di riflessione interessanti se non quasi sperimentali (Open
Windows) i quali mi hanno
fatto prendere nota che di questo piccolo genietto (almeno così si
considera) dobbiamo tenerlo d'occhio.
Colossal è proprio il film che non ti
aspetti e che ti arrabbia a morte quando ti chiedono cosa sia.
Commedia? Fantasy? Thriller psicologico
con un impianto ironico? Varie ed eventuali.
Io credo tutto questo, nel senso che
l'autore ha cercato di fare un film non propriamente di supereroi
citando tra le righe un sacco di cinema e portando i sentimenti e la
psicologia a regnare sovrana in territori incontrastati del nostro
inconscio.
Possiamo definirlo così in poche
battute: spesso i più grossi litigi e le più grosse battaglie o i
disastri nascono da motivi molto futili. Come in questo caso il
flash-back che serve a spiegare l'incidente scatenante da dove derivi
e il perchè Gloria e Oscar riescono a dar vita ad un vero e proprio
scontro tra titani è il colpo di scena che tiene incollati gli
spettatori quasi fino alla fine del film senza riuscire a capire
quale sia stato l'incidente scatenante. Di nuovo una narrazzione che
trova nella variabile tempo e nei meccanismi appunto spazio-temporali
una delle sue armi.
Un plastico con la riproduzione della
Corea per un compito in classe può essere l'antefatto che crea il
precedente affinchè Gloria da grande nutra ancora rabbia per non si
sa bene quale motivo e la conseguente emancipazione dal ragazzo che
non la vuole perchè non ha autocontrollo, diventa il portfolio da
cui emerge Oscar e dove inizia finalmente il film.
Essendo di fatto una commedia così
infinitamente hipster e ironica, Vigalondo come sempre non risparmia
una vena polemica con una metafora politica e una guerra tra sessi
che non risparmia botte da orbi come il divertente scontro finale.
E'un film tranquillo che parla di caos
interni, di situazioni mai risolte, di fragilità e traumi infantili
come forse abbiamo vissuto e spero superato tutti.